Matteo e Alba fecero un lungo giro intorno alla ricerca di legna da usare per il fuoco senza trovare nulla a parte qualche ramo secco trasportato dalla piena del fiume sul prato.
“Penso che non troveremo nulla” disse Alba affranta e scoraggiata. “Non vedo né alberi né cespugli. Inoltre non abbiamo nessun attrezzo per tagliare i rami”.
“Proviamo ad arrivare in paese. Può darsi che ci sia qualche anima pia che ci venda qualche ciocco restato dall’inverno” replicò il ragazzo, prendendole la mano e incamminandosi verso Moraduccio.
“Cosa fai? Studi?” gli chiese la ragazza, che sentiva il calore trasmesso dal contatto.
“Lavoro con mio padre” rispose col fiatone per via della salita. “Finito il liceo, non avevo nessuna voglia di andare all’università e quindi …”
La ragazza l’osservò con attenzione. Era molto più alto di lei coi capelli biondi e aveva un fisico robusto. Non grasso ma aitante e muscoloso.
“Sei altissimo” gli disse, notando la differenza di statura.
“Non c’è male. Il mio metro e ottanta si vede” rispose ridendo. “Ma tu che fai di bello?”
“Studio. Sono all’università di Bologna. Economia aziendale. Corso triennale. Sono al secondo anno”.
“Ti ammiro. Non ce la facevo proprio a passare i miei giorni sui libri. Ho preferito dedicarmi all’azienda agricola paterna. Alzarmi presto, stare all’aria aperta, gestire il mio tempo per me è più stimolante che studiare”.
Matteo la guardava mentre Alba arrancava dietro di lui, quasi trascinata a forza. La trovava di suo gradimento. Rotondetta ma non grassa, una bella massa di capelli bruni che incorniciavano il viso di un bel colorito sano. Era un po’ troppo bassa per i suoi gusti ma il resto delle curve andava bene.
“Cammino troppo in fretta?” le chiese, vedendola avanzare a fatica affannata.
“Veramente … questa salita non finisce mai! Sono tutta sudata!” rispose con fiato corto.
“Ci fermiamo. Così riposi un po’ e ti riprendi”.
“Sì. Una sosta è quello che ci vuole” disse rinfrancata.
“Sediamoci su quel masso”.
“Dunque lavori nei campi. E’ faticoso?”
“No. Ora è tutto meccanizzato. E poi io controllo chi lavora per noi, anche se mi piace guidare il trattore”.
“Ma non è pericoloso? Ogni tanto leggo di qualcuno che ci rimane sotto” gli domandò sgranando gli occhi.
“Quando si usa in collina, si corre questo rischio, se non si fa attenzione. Sui campi in pendenza usiamo mezzi dotati di sicurezze in caso di ribaltamento” le rispose sorridente.
“Cosa coltivate?” gli domandò curiosa, seduta ai margini della strada.
“Alberi da frutta. Pesche nettarine per lo più ma anche kiwi e ciliegie. Poi due campi di erba medica per le mucche”.
“Urca! Sei un possidente terriero!”
“Magari!” disse riprendendo a salire. “Qualche centinaia di pezze. Ne servirebbero circa altrettanti per essere ottimali. Però il lavoro non manca comunque”.
“Pezze?”
“Sì, pezze. All’incirca trenta ettari” rispose ridendo, mentre osservava la faccia stupita di Alba.
“Ne so come prima” replicò mostrando meraviglia e curiosità. “Mi piacerebbe visitare la tua azienda”.
“Quando vuoi, mi telefoni e ci mettiamo d’accordo”.
Mentre chiacchieravano, arrivarono in paese. Quattro case allineate lungo la strada con un negozio di alimentari.
“Non vedo nulla” disse delusa la ragazza.
“Chiediamo a quel vecchio” le rispose, avviandosi verso un anziano che fumava la pipa seduto fuori dalla porta.
“Mi scusi” gli chiese Matteo, mettendosi davanti. “Sa se qualcuno può venderci un po’ di legna?”
“Per farne cosa?” gli domandò con tono piatto.
“Ci serve per il fuoco” replicò il ragazzo, riflettendo sulla domanda sciocca che aveva avuto una risposta ovvia.
“No. Nessuno vende della legna. Se vuole gliene posso dare una cassetta della mia. Di più non posso”.
“Ehi! Ma quello è Giacomo!” esclamò contenta Alba, sbracciandosi per farli fermare.
“Va benissimo” gli disse Matteo. “Quanto le devo?”
“Quanto? Un po’ di tabacco” rispose mostrando una bocca sdentata.
“Ma non vedo una tabaccheria …”.
“La prossima volta che capiti qui, se ti ricordi”.
“Allora grazie! Sicuramente me ne ricorderò”.
“Trinciato Italia e una busta aromatica” precisò l’anziano.
Il ragazzo sorrise per la precisione dell’ordine, allontanandosi con la cassa verso la macchina, ferma ad aspettarlo.
“Grande, Giacomo!” disse Matteo sollevato. “Carichiamo questa cassa di legna nel baule!”
Il pensiero di tornare giù con quel peso non gli andava molto a genio.
Mentre tutti erano indaffarati nelle varie mansioni, Laura cercava di rimettere ordine dentro la tenda.
“Aiutami a portare fuori i sacchi a pelo” ordinò secca a Teresa. “Li distendiamo bene al sole a prendere aria”.
La ragazza non disse nulla e cominciò a raccoglierli per portarli all’aperto.
«E’ veramente indisponente» rifletteva mentre li disponeva con cura al sole. «Acida come una vecchia zitella. Non accetta di essere messa in secondo piano. Lei vuol essere sempre la prima donna. Povero Mattia, se è il suo ragazzo!»
Laura spazzava con furia l’interno della tenda come se avesse un diavolo per capello.
«Questa sciacquetta sembra una mummia. Ma sono queste gatte morte le più pericolose. Ti distrai, le sottovaluti e loro quiete quiete, lavorando sott’acqua, ti fottono il ragazzo» diceva a se stessa, sbirciandola di nascosto.
«Giacomo è perso dietro a Betta» ragionava mentre aiutava Laura e sistemare l’interno della tenda. «Mattia pende dalle labbra dell’arpia. Matteo è un bel ragazzo. Alto, biondo. Di poche parole. Non male ma non so ancora se sia il mio tipo. Non è scoccato nulla, vedendolo. Lorenzo è il vecchio del gruppo. Sarà vero? Posato, maturo e con le idee chiare. Dubito che mi abbia notata. Quello che preferisco è Mattia ma se ci provo quella è capace di cavarmi gli occhi!»
“Cosa fai all’università?” le domandò brusca Laura, interrompendole le meditazioni.
“Il terzo anno di Chimica” rispose asciutta.
“Una laureanda!” esclamò ridendo.
“Più o meno”.
“Come più o meno?” le domandò stupita.
“In effetti la laurea sarebbe il febbraio del prossimo anno, se tutto procede per il meglio. Quindi non è dietro l’angolo”.
“Mi domandavo il perché ti sei unita al nostro gruppo” le chiese cambiando radicalmente argomento.
“Inizialmente per curiosità. Poi per mettermi in gioco. Non ho mai fatto parte di nessun gruppo. Questa è la prima esperienza. Ho notato che siete tutti molto simpatici e determinati con le idee chiare. Penso che mi piacerà sicuramente”.
«Anche fin troppo» rifletté Alba. «Specialmente questa strega, che non si ferma mai, nemmeno davanti a un cancello sbarrato».
Laura rimase un po’ perplessa dalla motivazione. Pensò di essere stata un po’ precipitosa nel accettare la sua candidatura senza approfondire più di tanto. Se mai ci fosse stata un’altra occasione sarebbe stata più prudente prima di dire sì.
“Cosa ti aspetti?” proseguì, mentre, sedute per terra al sole, osservavano Lorenzo e Mattia impegnati nel difficile attraversamento del fiume.
“Cosa mi aspetto? Un’esperienza piacevole e stimolante che mi faccia crescere e maturare. Uscendo dal mio mondo casa, studio e amori, credo che stare con voi mi farà acquisire consapevolezza dei miei limiti e superare le mie paure” replicò con un tono decisamente serio. “Ma tu perché ti sei lanciata in questa avventura?”
“Mi piacciono le sfide e questa era veramente grossa. E poi …” si interruppe nelle spiegazioni, domandandosi perché doveva spiegarle gli stimoli che aveva e la grande curiosità che l’animava.
Non aggiunse nulla, lasciando il discorso in sospeso, quando con la coda dell’occhio intravvide la Punto di Giacomo che scendeva verso di loro. Tirò un sospiro di sollievo, perché la conversazione non le andava a genio e aveva preso una piega non desiderata. Non aveva la minima intenzione di rivelarle le motivazioni della sfida.
“Sta tornando Giacomo!” disse indicando con la mano la macchina che scendeva prudente. “Speriamo che porti caffè e brioche per fare colazione”.
“Sento anch’io un certo languorino” disse Teresa, preparandosi a riceverli.
La giornata sembrava procedere nel migliore dei modi.
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Negli ultimi due capitoli si colgono ulteriormente le dinamiche del gruppo… proprio la convivenza fra persone così diverse tra loro potrebbe essere la sfida più difficile da superare, perfino più complicata di resuscitare un Borgo abbandonato! sono certa che ci aspettano delle puntate estremamente piacevoli…
un abbraccio
L’insieme di persone diverse porta a scontri ma anche a incontri.
Spero che i prossimi capitoli siano piacevoli come dici.
Un grande abbraccio
Conversazioni di conoscenza che si intrecciano tra i ragazzi del borgo
C ‘è chi sogna su qualcuno, chi fa progetti e chi come Laura è sempre sul chi va là
Questo episodio è distensivo, ricco di bei dialoghi, e tu sei un Maestro in questo
Grazie, Gian Paolo, come sempre e più, ti seguo
Bacioni
Mistral
I nuovi personaggi si devono far conoscere e niente di meglio che un m omento di relax.
Grazie, Mistral. Vorrei essere un maestro ma sono un umile alunno. Lo dico perché è così.
Bacioni
Gian Paolo
In questo episodio, a mio avviso, emerge Matteo: mi è piaciuto molto come lo hai descritto.
Un caro abbraccio.
Erano due i personaggi che volevo svelare. Uno era Matteo, e mi fa piacere esserci riuscito, l’altro era Teresa. Pazienza, sarà per un’altra volta.
Un caro abbraccio
Teresa troverà un profilo più insistito nella prossima puntata . . .
Abbraccio mattutino.
g
Speriamo!
Un abbraccio
GP
Buon inizio settimana G. Paolo 🙂
Grazie, Simona.
Buon proseguimento di settimana!
Gian Paolo
Ottimo. Veramente ottimo. Ciascuno cerca di entrare veramente nel gruppo e ritagliarsi il proprio posto nel gruppo. Siamo all’inizio di questa dinamica e i dissapori o l’esatto contrario sono facilmente visibili.
Il tempo darà risposte.
Fare gruppo e non gregge non è facile. É molto più facile intrupparsi nel gregge e aspettare che il pastore e i il suo cane li guidi.
@ NWB = Dai caratteri espressi, di gregge ne vedo molto poco.
In compenso di cani … molti
😛
Manca il pastore … ma non é detto che sia nel gruppo
Anche il cane è un animale gregario. Manca il pastore? Forse hai ragione ma o uno emerge di prepotenza o col tempo si crea la leadership.
Il pastore ci potrebbe già essere.
Vedo bene il Borgo.
In fondo li ha chiamati se non uno per uno, uno in conseguenza dell’altro
Non lo so.
E’ una semplice interpretazione personale.
Sicuramente il “pastore” l’hai già individuato benissimo
Penso di sì. Ma deve uscire un poco per volta.
Timido?
Oppure duro di comprendonio. A tua scelta.
Timido
🙂
A volte i timidi sono equiparata ai duri di comprendonio, in modo ironico.
Eh già. In fondo é una piccola bugia.
Piccola o grande che sia rimane una bugia
Detta in buone maniere. Anche per le bugie si applica il galateo.
Nel caso specifico s’indora una pillola amara.
Diplomazia e buon senso
Certo
Un sorriso
Altrettanto
liking the character Matteo and the story is showing the inter actions among them very good, I will keep reading will not post in all of them have to catch up
Thank you, Doris.
I will read with pleasure your comments.
The story is growing.
un saluto
Gian Paolo
I am liking and commenting in some have a lot to catch up hope I can do it today finish so I can know what happens to the group
un saluto
Doris