Un bel sole risvegliò, si fa per dire, il gruppo che in realtà aveva trascorso la notte in grande allegria gli uni stretti agli altri per combattere il freddo. L’aria era pungente, il cielo era sereno di un bell’azzurro intenso senza nemmeno un fiocco bianco di nuvole.
Stanchi, assonnati e con gli occhi arrossati per la lunga veglia i ragazzi uscirono alla spicciolata dalla tenda per assaporare sul viso quella bava di vento frizzante che li risvegliò quasi di colpo.
“Come ci laviamo?” chiese Alba. “L’acqua è fredda”.
“Lasciala al sole. Si riscalderà” rispose una voce dal tono spiritoso, suscitando risate e lazzi sarcastici. La ragazza mise il broncio senza replicare. Matteo si avvicinò e l’abbraccio, sussurrandole di non prendersela troppo: “Ci piace scherzare”.
«Se vuol lavarsi, l’acqua del fiume va benissimo» pensò la ragazza, scuotendo il capo.
“Come ci organizziamo per la giornata?” esordì Laura per cambiare argomento.
“Qualcuno va in cerca di cibo. Dobbiamo pur mangiare” rispose Giacomo, stringendo Betta. “Altri andranno a far legna per il fuoco per scaldarci”.
“Non abbiamo fatto provvista ieri sera?” domandò Teresa.
“Sì. Ma abbiamo spazzato via tutto. Ci sono rimaste le briciole. Per un passerotto possono anche andare bene” replicò ironico il ragazzo, suscitando nuove risate. “Quindi oggi ci si deve procurare altro mangiare o patire la fame. Io preferisco riempirmi la pancia”.
“Anch’io” disse Mattia.
“Penso di fare una ricognizione del ponticello semidiroccato per valutarne la pericolosità, se lo dobbiamo usare per passare di là. Se non c’è troppo pericolo, stenderemo qualche corda per attraversarlo in relativa sicurezza” aggiunse Lorenzo. “Poi qualcuno dovrà sistemare un po’ la tenda. Sembra un campo di battaglia”.
“Io e Betta” disse Giacomo. “Ci occupiamo delle cibarie e della colazione”.
“Qualcuno mi fa compagnia nell’ispezione?” domandò Lorenzo, guardandosi attorno.
“Io” rispose prontissimo Mattia.
“Matteo e Alba cercheranno un po’ di legna” esclamò delusa Laura che avrebbe voluto far coppia con Mattia e restare soli un paio d’ore, liberandosi di quella ragazza petulante. “Io e Teresa ci occupiamo del campo base”.
“E noi che facciamo?” domandò Eva.
“Siete liberi di fare i turisti” rispose Laura.
“Perfetto” disse Marco. “Ottima occasione per scattare qualche foto della cascata dei Briganti”.
I due ragazzi, salutato il resto del gruppo si avviarono verso la cascata, tenendosi per mano.
“Restate a portata di voce”.
“Perché?” chiese Marco, fermandosi.
“Tra un po’ arriva la colazione”.
Giacomo prese l’auto per raggiungere Castel del Rio alla ricerca di un bar aperto per caffè, thè, brioche e quanto avrebbe potuto servire per la giornata. Percorso lo stradello che conduceva a Moraduccio, videro un locale aperto con una vecchia insegna arrugginita «ALIMENTARI».
“Fermiamoci” disse il ragazzo.
“Ma sarà chiuso!” rispose Betta, rimasta fino a quel momento in silenzio.
“Non costa nulla chiedere”.
“D’accordo”.
Accostata la macchina vicino al negozio, i due ragazzi misero la testa dentro, vedendo una signora che stava pulendo il pavimento.
“Ci scusi. Siamo un gruppo di ragazzi che hanno trascorso la notte vicino al greto del fiume dopo aver ripulito il parcheggio …” cominciò Giacomo avvicinandosi alla donna.
“Siete voi che armati di ramazza avete fatto quello che il comune non ha fatto?” gli rispose sfoderando un sorriso e guardandoli in faccia stupita e contenta.
“Sì” replicò laconico per riprendere il discorso. “Le chiedevamo se poteva venderci qualcosa da mangiare. Lo so che è chiuso ma se facesse uno strappo … tutti noi le saremo grati”.
La donna arricciò il naso prima di rispondere. Rifletté se era opportuno sfidare una multa nel caso che passasse una pattuglia di vigili oppure fregarsene e vendere loro qualcosa. Poi si avviò decisa verso il banco. «Mi sembrano dei bravi ragazzi che hanno lavorato per sistemare un’area per i turisti. Quindi ..» ragionò, infilandosi il grembiule bianco.
“Cosa volete?” gli domandò con cortesia.
“Formaggi e salumi. Se ci fosse del pane …”.
“E’ di ieri … Sarà raffermo”.
“Va bene lo stesso. Poi qualcosa da bere”.
Betta rimasta in silenzio aggiunse: “Vedo che avete delle salcicce e delle piadine già pronte. Anche quelle vanno bene”.
Mezz’ora dopo i due ragazzi soddisfatti caricarono nel baule della Punto due shopper di plastica piene di pacchetti, due cartoni di birra, due confezioni di acqua Levissima, un paio di bottiglie di vino che non sapevano come aprire.
“Siamo stati ingenui per il vino” disse Betta salendo. “Se non si rompe il collo, come si leva il sughero?”
“Vedrai che troveranno il modo di togliere il tappo, se lo vogliono bere. Non ti preoccupare” rispose il ragazzo, ridendo. “Ora a Castel del Rio alla ricerca di un caffè”.
Arrivati in paese si fermarono nell’unico bar aperto.
“Buongiorno” disse Betta avanzando con un bel sorriso. “Vorremmo una dozzina di caffè da portare via, quattro thè e una montagna di brioche …”.
“Avete qualcosa dove mettere le bevande?” le chiese il barista, vedendola a mani vuote.
“Veramente no … Lei non avrebbe qualcosa da prestarci o da venderci?”
“Veramente no … servirebbero dei thermos per tenerli un po’ caldi”.
“Ecco proprio quelli …” insistette Betta con un sorriso smagliante. “Ve li paghiamo …”.
“Se vi do’ queste tazze termiche, me le riportate?” domandò incerto l’uomo, che continuava a guardare la ragazza con curiosità stupito, perché il ragazzo, che era con lei, taceva.
“Certamente! Le lasciamo 50€ di cauzione. Così sta più tranquillo …” continuò sempre sorridente.
Il barista la guardò e poi scoppiò a ridere.
“Ha una faccia pulita che ispira fiducia! Sono convinto che riporterete indietro tutto! Non ho dubbi”.
“La ringrazio tanto! Siete aperti nel pomeriggio?”
“Si, fino a mezzanotte”.
“Bene. Ci vedrà sicuramente prima di quell’ora”.
Erano le nove e mezza quando Giacomo e Betta rientrarono al campo base, urlando dal finestrino «Caffè, thè, brioches calde! Gratis per tutti. Venghino, venghino! Il bar è aperto! »
Lorenzo, in attesa del ritorno dei due ragazzi, si incamminò con Mattia verso la passerella semidistrutta, portando con sé una corda e qualche attrezzo che aveva nel baule della macchina.
“Fa attenzione” gli disse prima di avviarsi sulle asse sconnesse e pericolanti. “Seguimi. Posa i piedi dove li metto io”.
Il ragazzo annuì, stando attento a come si muoveva.
Lorenzo si fermò per sistemare qualche legno che minacciava di sprofondare nel fiume, tastò con cura la tenuta di altre tavole, avanzò con prudenza.
“Tieni” gli disse, allungandogli la corda prima di estrarre un piccolo attrezzo che usò per sistemare al meglio un’asse.
Con molte precauzioni arrivarono sull’altro lato del Santerno, che adesso scorreva tranquillo dopo le piene di marzo.
“Con un po’ di prudenza si può usare. Certo in alcuni punti fa veramente paura. Però piuttosto che trovare un punto dove l’acqua è bassa, è meglio questo ponte. Mi sembra piuttosto gelida e camminare a piedi nudi dentro non dev’essere un’esperienza piacevole”.
Il ragazzo sembrava soddisfatto della ricognizione. Tutto sommato era meglio del previsto e le corde tese avrebbero assicurato una relativa sicurezza.
Mattia annuì, perché trovava il ragionamento di Lorenzo molto calzante. Ne aveva ammirato la padronanza di come si muoveva sulle assi che parevano sprofondare a ogni passo.
“Pensi che le ragazze ce la facciano senza farsi prendere dal panico?” gli domandò. “Forse Betta e Laura sì ma le altre due mi sembrano molto impaurite come se avessero terrore della propria ombra”.
“Giusto. Ci stavo pensando proprio anch’io. Alba e Teresa mi appaiono molto incerte. Ma speriamo bene” rispose.
Lorenzo verificò che la spalletta del ponte fosse sufficientemente solida e ancorata al terreno prima di annodare con cura un capo della corda.
“Ora rifacciamo il percorso inverso, tirando questa seconda corda corda che può aiutare nel passaggio” disse avviandosi sicuro verso l’altra sponda, dove si trovava la tenda.
Erano a metà percorso, quando udirono le grida gioiose di Giacomo e Betta.
“Arriviamo, arriviamo!” gridarono insieme i due ragazzi, mentre procedevano attenti e sicuri.
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… il racconto è pronto, mi puoi dare una data per pubblicarlo su Caffè?
Se vuoi una data a breve posso cederti volentierri quella del 9 ottobre. Altrimenti si va a Novembre con quasi tutte le date libere.
Aspetto tue notizie.
… ok, vada per il 9! Premetto che questo racconto l’ho iniziato a scrivere circa un mese fa… e ora stando a gli ultimi terribili episodi… è più che mai attuale…
Benissimo. Allora aspetto per il 9 il tuo racconto. E ben tornata tra noi. Poi mi dirai cosa vuoi fare per novembre.
ok. Grazie… 🙂
Allora a presto
Mi piace molto la coppia Betta-Giacomo e faccio il tifo per loro
La ricerca del cibo e in particolare caffè e brioche, a quest’ ora del mattino, mi stuzzica il palato e ne sento anche l’ odore
Ti leggo sempre ben volentieri e, oltre alla bravura ,riesci a coinvolgermi con piacere nel racconto
Grazie, Gian Paolo
Un abbraccio grande
Mistral
Betta e Giacomo forse è una coppia troppo normale, che può apparire incongrua nel momento storico nel quale viviamo. Ma mi domando sempre: è tutto oro quello che luccica intorno a noi.
Grazie per l’attenzione che riservi ai miei racconti.
Un bacione
Gian Paolo
Un capitolo denso di piccoli particolari, che arricchiscono la storia.
Non tutto l’oro luccica…
Un caro abbraccio.
Non sempre l’oro luccica.
Un caro abbraccio
Come tante “Piccole Marmotte”, che però riescono a far breccia negli scontrosi animi montanari.
Sono piccoli passi, perché é meglio avere degli alleati, che potranno essere utili in futuro, che non farsi dei nemici e subito. Soprattutto con la signora degli alimentari e il barista.
Due luoghi, bar e negozio, che servono a veicolare notizie e quant’altro.
Carte ben giocate.
Ormai é un rito: Forza Ragazzi!!
Sì, Giacomo e Betta hanno visto giusto. Barista e Donna degli alimentari è meglio farseli amici.
La decina gradisce Forza ragazzi.
Come in ogni gruppo che si rispetti ci vuole un grido di battaglia
🙂
Quale?
Forza Ragazzi
Ne hanno bisogno!
@ NWB = Credo proprio
Credo proprio di sì.
🙂
Grazie