Dopo il martedì con visita al comune di Fiorenzuola, Laura organizzò la pulizia dello spiazzo di parcheggio sul greto del Santerno, quasi inagibile per lo strato di fango che lo ricopriva.
Tutti i componenti del gruppo parteciparono al sabato di lavoro insieme ad altri volontari reclutati su Facebook tramite la fan page. Lavorarono sodo tutta la giornata fino al calar del sole, riuscendo a recuperare tre quarti dello spazio.
Mentre i volontari tornavano stanchi e infangati alle loro destinazioni, il gruppo dei dieci decise di rimanere, anche se il buio calava rapidamente e l’aria diventava gelida. Acceso un fuoco e sistemata una tenda per ripararsi dal freddo pungente dei primi di aprile su un prato adiacente all’area di parcheggio, si ritrovarono a discutere del progetto che stentava a decollare.
“Passano i giorni e noi qui con le mani in mano a non far nulla” esordì Laura più battagliera e arrabbiata che mai. “Il sindaco ci ha presi in giro. Aveva promesso che avrebbe firmato le carte invece …”.
“Veramente a dicembre non aveva detto esattamente così” la interruppe Giacomo.
“Ricordi male!” esclamò la ragazza pronta a perdere il controllo dei nervi per la rabbia come una settimana prima.
“Mi spiace, Laura, contraddirti …” disse con calma Mattia.
“Vi siete coalizzati contro di me!” esplose la ragazza alzando il tono della voce. “Con te faccio i conti tra un po’, perfido bugiardo. Tutto latte e miele quando ti fa comodo per poi pugnalarmi alle spalle con la faccia da angioletto”.
Qualche sorriso comparve sul volto di chi non era coinvolto nella discussione, mentre il ragazzo rimase imperturbabile alla sfuriata di Laura.
«Se rispondo come merita» rifletté Mattia. «Finisce in un alterco colossale che non interessa a nessuno. Dobbiamo discutere del Borgo e non delle nostre questioni personali. Quindi è meglio tacere».
La ragazza era furente ma la mancata risposta ebbe stranamente il potere di calmarla.
“Non credo che il nocciolo del problema siano le firme sulle scartoffie” esordì Lorenzo, che fino a quel momento aveva assistito in silenzio al battibecco.
“Quale sarebbe?” gli chiese ironica.
“Come pensi di trasportare il materiale al di là del fiume? Guadandolo?” replicò con altrettanta ironia il ragazzo.
“Uffa!” disse sbuffando. “Ma con la passerella! Mi pare ovvio!”
“Però è inagibile” proseguì implacabile.
“La rimettiamo in sesto. Tu hai un’impresa edile, cosa vuoi metterci per renderla sicura?”
“Certo, lo posso fare in un paio di giorni. Ma poi mi becco una denuncia per abusi e chissà quante altre imputazioni. Se tutto va bene, posso dire addio alla società”.
Matteo, che aveva ascoltato in silenzio l’intera discussione, rimase stupito dalla grinta che Laura metteva nella disputa. Era la prima uscita di gruppo per lui. Non si aspettava tanta animosità. Provando a ricapitolare quanto detto fino a quel momento, gli risultarono incomprensibili molte parole, perché non gli erano chiari i contorni della disputa. Quindi decise di intervenire per chiarire gli aspetti più oscuri e tentare di smorzare gli ardori dei contendenti.
“Se deponete per cinque minuti le armi e se mi spiegate cosa stiamo dibattendo, ve ne sarei grato. Finora non ci ho capito un cazzo di quello che avete detto. L’unica cosa chiara che ho è che il ponte è pericolante e inutilizzabile”.
Laura, che stava per esplodere nuovamente, venne stoppata da Marco, che prese la parola.
“Senza partire da troppo lontano e per non far notte, ti riassumo gli ultimi avvenimenti, che forse non ti sono noti. Per recuperare il Borgo servono delle scartoffie firmate che ci autorizza a cominciare. A dicembre abbiamo incontrato il sindaco di Fiorenzuola, competente per territorio. In modo velato e tartufesco ci ha illuso che sarebbe stato sufficiente portare un progetto firmato da chi ne ha i titoli per cominciare. In realtà, a pensarci bene, non era questo il messaggio trasmesso …”.
“Ora ti metti anche tu?” lo interruppe Laura con la voce incrinata dalle lacrime.
“Scusa, Laura. Interpreti male le mie parole” le disse mettendole una mano sul braccio. “Il Sindaco ha parlato in politichese e noi non ce ne siamo accorti”.
“E va bene! Ammetto di essere nervosa ma non mi aspettavo che Mattia mi pugnalasse alle spalle …”.
“Non mi pare” replicò tranquillo Marco, prevenendo una risposta pepata del ragazzo. “Comunque riprendo il discorso. Dove ero rimasto? Ah… il sindaco ci disse di portare il progetto esecutivo e avrebbe assicurato una corsia preferenziale al suo iter. Cosa che abbiamo fatto martedì scorso …”.
“Okay! Ora qualcosa mi sembra più chiaro” disse Matteo con ampi gesti delle mani. “Comprendo il senso del primo discorso di Lorenzo. Le scartoffie non sarebbero tanto presto tornate indietro con tutte le firme. Quindi il problema più urgente da risolvere è quello della passerella. Ma la soluzione non è dietro l’angolo…”.
“Sei un ragazzo sveglio!” cinguettò Mattia, che strappò una risata collettiva con la sua uscita.
Il clima si andava rasserenando, mentre la tensione tendeva a smorzarsi. Solo Laura rimase col muso lungo, perché a guidare la discussione erano i ragazzi.
“Cosa si può fare?” domandò Giacomo. “A chi compete il ripristino?”
“Bella domanda!” esclamò Lorenzo. “Qui c’è un macello di competenze. Regione Toscana, comune di Fiorenzuola, comunità montana e forse anche un magistrato delle acque. Sicuramente ho lasciato fuori qualche ente. A mettere d’accordo tutti rischiamo di invecchiare e di vedere ridotto in polvere il Borgo, però un’idea ce l’avrei”.
“Ascoltiamola” dissero con una sola voce quasi tutti.
“Facciamo una passerella provvisoria per il solo transito pedonale…” cominciò il ragazzo.
“Ma hai appena detto che finisci col vedere il sole a scacchi” esclamò Giacomo.
“Forse ci autorizzano senza troppe difficoltà e abbastanza rapidamente. Alla fine è provvisoria in attesa del ripristino di quella esistente Poi chiediamo di installare una teleferica per il trasporto di materiale dal greto del Santerno fino al Borgo. Questa soluzione avrebbe alcuni vantaggi: evita la ripida salita per nulla agevole, specialmente in caso di maltempo, non richiede molte autorizzazioni e collaudi”.
“Mi sembra una buona idea” disse Marco.
“Me ne occupo io” aggiunse Lorenzo, raccogliendo il plauso del gruppo.
Laura era in disparte perché si sentiva esclusa dai vari discorsi e senza nessuno che la confortasse. Betta l’osserva in silenzio e comprese lo stato d’animo della ragazza. Senza dare troppo nell’occhio si avvicinò e le sussurrò qualcosa nell’orecchio.
“Non prendertela se non riesci a cominciare i lavori” le disse, prendendola per le spalle. “Vedrai che nel giro di qualche giorno tutto si sistema”.
“Credi?” le domandò incredula. “Non ci credo per nulla”.
Poi alzandosi Betta, lanciò una proposta.
“Cosa ne dite se invece di tornare in città, rimaniamo qui e domani proviamo a superare il fiume per andare a visitare il Borgo?”
Le parole della ragazza ebbero il potere di silenziare il brusio delle varie conversazioni.
Alba fu la prima a rompere il silenzio.
“Veramente …” disse con tono alquanto incerto. “I miei mi aspettano per cena”.
“Puoi sempre telefonare” rispose Matteo. “Io ci sto”.
Fu un coro di «anch’io» quello che si udì a parte Alba e Teresa.
“E dove dormiamo?” chiese titubante Teresa. “Non ho nulla con me”.
“Abbiamo sacchi a pelo per tutti” replicò Mattia. “La tenda è abbastanza ampia per contenere tutti. Staremo tanto vicini che non sentiremo il freddo della notte! Per il mangiare, facciamo un salto a Castel del Rio per comprare qualcosa da cuocere sul fuoco. Per lavarci c’è il Santerno”.
Le due ragazze rimasero ancora in silenzio.
“Se non vi va e volete tornare” aggiunse secco Mattia. “Vi porto in stazione a Imola per prendere un treno per Bologna”.
“No. Rimango” disse Alba meno indecisa.
“Anch’io” si accodò Teresa con più vigore.
La sera trascorse in allegria. Ben pochi dormirono qualche minuto, perché tra chiacchiere, vino, birra e cibarie varie non ce ne fu tempo.
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Ecco i primi danni che possono fare il duo malefico Buro & Poli. C’é maretta tra i ragazzi, ma solo una franca discussione e la deposizione delle armi li aiuta a trovare una soluzione accettabile.
Laura freme, per lei é normale essere sulle barricate, ma per fortuna c’é chi le fa presente che c’é sempre un cecchino maledetto e quindi dovrà mordere il freno … in trincea. Per altro in buona compagnia, perché sono queste piccole grandi contrarietà che cementano, se prese nel verso giusto. Il primo sacco di quel cemento é stato distribuito a tutti, anche a chi mostra titubanza.
Torno a ripetermi: Forza Ragazzi !!!
Il gruppo è nutrito e c’è chi morde il freno, Laura, e chi cerca di tenere il cavallo per le briglie.
Piccoli battivbecchi che non provocano danni, in apparenza
Nei gruppi é sempre così.Chi vorrebbe il galoppo più sfrenato e c’é chi si contenta di una bella passeggiata al passo a rimirare fiori e fronde.
Metterli insieme e contentare tutti é un grosso problema
E’ difficile in due, figuriamoci in dieci
Eppure il gruppo serve, soprattutto quando le cose si fanno dure e difficili
IN effetti è così. Però mettersi d’accordo è un bel problema
Ma ci si arriva sempre ad un accordo
Questo è vero. Anzi aggiungerei che è raro trovare un accordo che soddisfi tutti.
Laura sempre over the top!
Poi si sa come funziona la burocrazia in Italia.
Altro validissimo capitolo.
Un caro abbraccio!
Sì, lo sappiamo tutti, purtroppo.
Un caro abbraccio
un passaggio d’affetto pomeridiano
Grazie! Telefonatoa Romana. Mi spedisce il libro.
Un abbraccio serale
Come sempre un altro bel capitolo! Dolce serata G. Paolo.., many hugs 🙂
Grazie Simona. Ricambio hugs!
Laura che non s’ arrende mai e vuole essere sempre la reginetta dei discorsi e delle attenzioni, rivela di essere umana come tutti, con la fragilità interiore e insicurezza d’animo.
A volte per non far emergere i lati sensibili del carattere ci si nasconde dietro superbia e faciloneria
Mi vado a leggere il seguito, sempre bravo
Ti abbraccio
Mistral
I personaggi cerco di modellarli secondo le circostanze e il contesto. A volte possono apparire noiosi o superbi ma alla fine sono pur sempre degli umani come noi.
Ancora una volta hai letto la filagrana giusta nel racconto.
Un abbraccio
Gian Paolo