Verso le undici Eva e Marco passarono da Laura per avviarsi a Fiorenzuola, dove avrebbero pranzato con Lorenzo che li avrebbe aspettati in Piazza Agnolo a due passi dal comune.
Dopo aver parcheggiato con un po’ di fortuna nella piazza, videro nella vicina area pedonalizzata un ragazzo, che, seduto su una panchina fioriera, fumava una sigaretta.
“Ciao. Lorenzo?” disse Laura titubante, accostandosi.
Li squadrò e fece un franco sorriso, mentre si alzava.
“Ciao! Finalmente comincio a conoscere qualcuno del gruppo” disse con tono cordiale e caldo.
“Laura” rispose la ragazza allungando la mano. “Lei è Eva e lui è Marco”.
Una serie di «Ciao» e di strette di mano sancirono la loro conoscenza. Lorenzo mostrava più dei suoi venticinque anni. Alto quanto Marco. Una chioma scura fluente come un hippie lo faceva sembrare più maturo.
“Che ne dite un aperitivo nel bar gelateria alle nostre spalle?” disse Lorenzo, indicando col capo il locale sotto il porticato.
“Buon’idea” rispose Marco, al quale il nuovo acquisto dava una buona sensazione.
Pranzato al Ristorante Cacciatori, i quattro ragazzi raggiunsero puntuali alle quindici il comune, che distava pochi passi.
Il sindaco li accolse con calore nel suo studio.
“Sbaglio o c’è una faccia nuova?” chiese dopo averli osservati per bene.
“No, signor Sindaco” rispose con immediatezza Laura. “Questo è Lorenzo …”.
“… Tufoni” aggiunse il ragazzo.
“Gli altri, che erano con noi a dicembre, erano impegnati col lavoro” proseguì la ragazza.
“Bene. Avete le carte?”
“Sì” rispose Eva, allungando una cartella che teneva in mano.
Il sindaco la prese e diede una scorsa veloce al contenuto.
“Vedo delle firme importanti …” esclamò, inarcando le sopracciglia.
“Sto collaborando col loro …” disse la ragazza, diventando rossa.
“Già architetto? Mi sembra giovanissima!”
“No. Manca solo la tesi che sto svolgendo nel loro studio. Sono stati molto cortesi, revisionando e firmando tutte le carte del progetto”.
“Mi pare un promettente inizio. Mi sono noti per aver presentato alcuni progetti di recupero di edifici storici comunali. Sono una bella garanzia di serietà. Partite col piede giusto. Passerò le carte all’ufficio urbanistica per il loro esame. A chi si deve rivolgere l’ufficio per qualsiasi motivo? Allo studio oppure a lei, signorina?”
“C’è il numero del mio cellulare come recapito. Poi mi attiverò per risolvere eventuali problematiche o fornire chiarimenti” rispose con prontezza Eva.
Il sindaco fissò Lorenzo come se quel nome gli suonasse familiare.
“Anche lei è di Bologna?” gli chiese, fissandolo negli occhi.
“No. Sono di Firenze” rispose asciutto.
“Mi era sembrata una parlata familiare” continuò il Sindaco. “Anche lei architetto?”
“No. Ingegnere edile. Lavoro con mio padre, che ha un’impresa di costruzione” replicò un po’ infastidito per quel interrogatorio.
“Ah!”
Nella stanza era calato il silenzio, mentre il Sindaco riaprì la cartella.
“Vedo che manca l’impresa costruttrice” disse, osservando il rigo vuoto.
“Ha ragione” disse Eva. “Non avevamo ancora deciso a chi affidare i lavori. Oggi Lorenzo ci ha proposto la sua. Quindi ci riserviamo di inoltrare all’ufficio quanto prima tutte le informazioni necessarie”.
“Dunque lei opera in regione” disse tornando a rivolgersi al ragazzo.
“Sì” rispose laconico, perché non riusciva a comprendere dove volesse arrivare con tutte quelle domande, come se volesse fargli un terzo grado.
“Ecco, perché il suo nome mi era familiare” aggiunse sorridente e sornione.
“Non pensavo che fossimo così conosciuti. Questo mi rallegra” disse con un tono leggermente ironico.
“Pensate di operare nel territorio comunale?”
“Abbiamo un paio di progetti ma sfortunatamente sono incagliati”.
Un lieve sorriso comparve sul volto del Sindaco, che continuava a fissare il ragazzo.
“Non pensi che vogliamo usare questo progetto di recupero di Castiglioncello come grimaldello per far avanzare le pratiche in sospeso” disse Lorenzo giocando d’anticipo. “E’ stata una mia iniziativa personale aderire. Non mi occupo di scartoffie burocratiche ma svolgo altri compiti”.
“Non era mia intenzione pensare male” precisò con un sorriso ambiguo. “Le dò atto che se non gli avessi chiesto nulla, lei sarebbe rimasto in silenzio”.
Il Sindaco osservò l’orologio sulla scrivania.
“Il tempo a vostra disposizione è finito, anche se rimarrei a chiacchierare volentieri con voi …Parlare con giovani simpatici e determinati fa sempre piacere”.
“Le rubo un solo secondo, signor Sindaco” disse Laura, intervenendo mentre si stavano alzando.
“Dica”.
“Ci sarebbe da ripristinare il ponte che attraversa il Santerno, danneggiato da questo lungo inverno”.
Lui rimase in attesa che la ragazza proseguisse.
“Solo che non riusciamo a trovare gli interlocutori giusti”.
“Forse sono io?” domandò, corrugando la fronte.
“Mi hanno detto che di competenza toscana. Senza di quella non possiamo iniziare nessun lavoro, quando ci rilascerete le autorizzazioni” completò Laura.
“Telefoni al signor Strombelli, l’assessore all’urbanistica, sollevando il problema. Ma ora devo decisamente lasciarvi”.
“Grazie per averci ricevuto, signor Sindaco” dissero quasi in coro i ragazzi, mentre uscivano dallo studio.
Arrivati in piazza Agnolo, Lorenzo sbottò con «Ve l’avevo detto che era un vero stronzo», mentre li salutava.
Eva, Laura e Marco non erano molto soddisfatti della gita a Fiorenzuola.
//
Quando tutto sembra andare per il meglio, ecco che sopraggiunge un ostacolo… come succede esattamente nella realtà…
anche se è piuttosto antipatico il sindaco non sembra insensibile al fascino femminile, sono sicura che ci saranno sviluppi in tal senso, visto che l’ostilità verso Lorenzo sembra insanabile…
un abbraccio
Il sindaco è una meteora.I ragazzi restano.
Un abbraccio
E’ un artificio letterario molto stuzzicante quello di saper creare ostacoli che tengano viva la curiosità del lettore. Questa tecnica ti è congeniale, Gian Paolo. Un abbraccio per la notte. Grazia
Grazia, sei veramente buona con me. Se tutto filasse liscio non ci sarebbe interesse a proseguire la lettura.
Un abbraccio notturno
Gian Paolo
Un bacio a Maria da Grazia
un bacio e un forte abbraccio a te!
Ti lascio un caro saluto G. Paolo HUGS!
Grazie Simona! Un abbraccio
Le persone che ricoprono delle cariche, la maggior parte delle volte sono piene di sé, ostentando
potere e antipatia
Il sindaco mi sembra uno che vuole apparire più di come si è veramente
Comunque, soprattutto con la nostra burocrazia non si può pretendere tutto e subito
Vedremo come evolverà il seguito
Grazie ancora, carissimo Gian Paolo
Ti seguo sempre con piacere e simpatia
Ti abbraccio
Mistral
Concordo con te, Mistral, sulla burocrazia e sui personaggi pubblici.
Però per i ragazzi, abituati ad altri ritmi, sembrano aspetti ridicoli.
Grazie per seguirmi con costanza,
Un bacio
Gian Paolo
Come volevasi dimostrare, è Laura che prende in mano la situazione.
Un caro abbraccio.
Aspettiamo gli eventi.
Un caro abbraccio
Mi sto affezionando a questo borgo, sempre ricco di emozioni e soprese. Una curiosità, che centra poco il testo. Potresti spiegarmi l’iniziativa del “Caffè letterario ?”, dato che ho più volte sentito parlare del progetto ma non ho mai capito la sua funzionalità. Grazie in anticipo, aspetto nuovi capitoli.
Grazie per esserti affezionato al Borgo.
Come funziona Caffè Letterario? Molto semplicemente gli amministratori mandano un invito a chi, secondo loro, può produrre dei post interessanti (ovviamente prima c’è sempre uno scambio di idee tra loro). Se l’autore accetta l’invito, ha accesso al blog come autore, ovvero scrivere in maniera autonoma i propri post.
Nessuna censura preventiva, nel senso che l’autore ha piena autonomia di gestione del blog, escluse le funzionalità pecuriali di amministratore.
Fin qui la parte generale.
Per evitare sovrapposizioni o vuoti, si è deciso di pubblicare con due giorni fissi: mercoledì e domenica, cha ha la doppia funzione di essere un appuntamento fisso e di lasciare un margine di visibilità all’autore.
Mese per mese viene stilato un calendario: data e autore.
La data è concordata e nessun obbligo di accettarla. Si può saltare un turno, ovvero un mese o anche di più. Nel periodo estivo ci sono molte defezioni e mettere in piedi un calendario può essere arduo.
Dimenticavo gli argomenti sono liberi come i generi. Quindi se uno vuol scrivere una poesia, piuttosto che appunti personali oiuttosto che una recensione, piuttosto che … libero di farlo.
Fin qui le regole.
Vediamo alla funzione. Non nasce con funzionalità specifiche ma come punto d’incontro tra persone che si stimano e che amano scrivere. D’altra parte se vado al caffè e faccio leggere agli amici qualcosa di mio, questi possono esprimere il loro parere. Più o meno quello che avviene in Caffè Letterario.
Spero di avere soddisfatto la tua curiosità.
Se c’è qualcosa di poco chiaro, chiedilo e vedrò di chiarire.
Tutto chiarissimo, spero di farne parte un giorno allora.
Ne discuteremo tra noi e poi ti faremo sapere qualcosa.
Non c’è fretta. Ma grazie per l’interessamento e per le gentili spiegazioni.
D’accordo
Dimenticavo: la sorella della Signora Burocrazia é quella perfida della Signora Politica. Messe insieme fanno più danni di Attila e dei sui Unni.
A questo punto occorrerà che i Ragazzi si muovano più come Rommel, piuttosto che come Patton e di certo a Laura e Soci verranno le idee giusto.
Comunque questa pagina di colloquio: Ragazzi Vs Potere(?) ha delle caratteristiche molto interessanti. La freschezza ingenua ma splendente dei primi e la ruffiana sottigliezza dell’altro.
S’inizia una delle tante battaglie di questa guerra di salvamento di un’latra bellezza quasi perduta del nostro Paese.
Accoppiata terribile Signara Burocrazia con il Signor Politico. C’è il rischio di rimanbere stecchiti.
Peggio del Sarin e dell’Iprite
Non fa prigionieri ma solo marti
O eroi. A seconda ci chi ne parla
Più o meno cos’
Giusto
Defizione corretta.