Laura dopo la fallita spedizione di metà marzo fremeva dalla voglia di ripartire ma le notizie da Moraduccio non erano confortanti. La passerella non era stata ripristina, l’area di parcheggio era un lago di fango. Anche se il tempo pareva virare decisamente verso un bello stabile, l’accesso era praticamente vietato.
Si ritrovò a discutere con Mattia e Giacomo della situazione alla sera dell’ultimo lunedì di marzo in una pizzeria di Bologna.
“Mi spiace, Laura. Ma se non sistemano il passaggio dobbiamo per forza di cose restare qui intorno al tavolo o al massimo osservare da lontano il Borgo”.
“Non si è messo più in contatto con nessuno?” chiese Mattia.
“No!” rispose la ragazza, guardando ora l’uno ora l’altro.
“A proposito di attività. Di Eva e Marco non si sa nulla?” domandò Giacomo.
“No! Non ho più notizie da inizio marzo. Mi aveva detto che avrebbero fatto un tour per l’Italia a caccia di buone immagini ma poi più nulla” rispose Laura contrariata.
“Se la svegliassimo con un sms?” chiese Mattia.
“Buon’idea!”.
Mentre stavano discutendo su cosa scrivere, dal telefono di Laura arrivò l’annuncio di un messaggio.
“A parlare male del diavolo, eccolo che arriva!” disse trionfante. “E’ di Eva. Vediamo cosa ci dice”.
«Ciao. Siamo tornati a Modena e ho trovato una mail dello studio H3 con allegata tutta la documentazione per iniziare i lavori di recupero. Ti telefono. Eva»
“Eureka!” esplose la ragazza. “Ora nessuno ci può mettere i bastoni fra le ruote”.
“Calma, calma Laura. Dimentichi che il posto è inagibile. Dobbiamo pazientare”.
“Domani parto per Castel del Rio per sollecitare …” esclamò decisa e grintosa la ragazza.
“Il parcheggio, forse ma la passerella …”.
“Cosa vuoi dire?”
“Non ho capito a chi compete la passerella. Collega due regioni. Mi sa che giocheranno allo scaricabarile”.
“Visti i tempi di magra … nessuno vorrà stanziare un euro per rimettere in sesto un ponte per poche persone … Non è una località turistica di grande richiamo!” disse con tono amareggiato Giacomo.
“Beh! Se non lo fanno loro, lo faremo noi” replicò battagliera ed euforica la ragazza.
“Con quali mezzi?” domandò ironico Mattia.
“Con le nostre mani!”
“Dubito alquanto che saremo in grado di farlo. Su quel ponticello devono passare attrezzi e materiali. Quindi deve essere costruito ad arte” aggiunse Giacomo.
Laura lo guardò male come tre settimane prima quando l’aveva sconsigliata a partire per il Borgo.
“Ora che abbiamo tutte le autorizzazioni, possiamo tentare la carte Fiorenzuola per il ponte. Trasportare i materiali dalla Toscana è praticamente impossibile, salvo costruire una strada ex novo, soluzione assai più costosa rispetto al ripristino del ponte” disse tutto d’un fiato Mattia.
“Potrebbe essere un’idea! Partiamo domani” esclamò felice Laura.
“Veramente …” provò a dire Giacomo.
“Sei un disfattista!” esplose quasi urlando la ragazza.
“Veramente cerco di tenere i piedi per terra. Anch’io vorrei partire domani per Fiorenzuola ma per me è un giorno lavorativo e poi …” rispose con calma il ragazzo.
“E poi? Quale altri inghippo ti stai inventando per non venire domani” domandò Laura con tono alterato dal nervosismo.
“Cara Lau …” provò a intervenire Mattia.
“Anche tu remi contro?”
“No. Volevo dire …”.
“Sentiamo che volevi dire” ringhiò la ragazza.
“Anch’io lavoro domani. In più la documentazione è in possesso di Eva” replicò serafico.
“Appunto. Era quello che sto cercando di dire da qualche minuto ma …”
Laura sbuffò, mettendo il broncio come una bambina messa in castigo ingiustamente.
Mattia le prese la mano dolcemente nel tentativo di rabbonirla senza grande successo. Rimaneva con un muso lungo e gli occhi ridotti a fessure. Nessuno fiatò, finché Giacomo non riprese a parlare.
“Eva ha detto di telefonarle? Allora facciamolo. Può darsi che la situazioni si sblocchi da questo stallo”.
“Ottimo! Che numero ha Eva?” chiese Mattia estraendo il telefono dalla tasca.
“Eccolo” rispose bruscamente la ragazza.
Il ragazzo finse di non aver udito il tono sgarbato e cominciò a digitare i numeri.
“Pronto, Eva! Sono Mattia”
“Ciao”.
“Come state? E’ stato interessante il giro?”
“Moltissimo. Ci siamo divertiti un sacco. Se vieni un fine settimana, ti mostriamo tutte le immagini catturate”.
“Okay! Lo faremo senz’altro. Sono qui con Laura e Giacomo a ragionare sull’inizio dei lavori … Ti metto in viva voce. Così possono ascoltare anche loro”.
“Ciao Laura! Ho voglia di vederti! Vieni con Mattia… Anche una delle prossime sere!”
“Ciao Eva! Sicuramente vengo volentieri se questo lavativo mi accompagna” urlò ridendo la ragazza.
“Ciao Giacomo. Tutto bene con Betta? Ovviamente anche voi siete i benvenuti, quando decidete di venirci a trovare”.
“Ciao. Sì, tutto bene …” rispose il ragazzo facendo una breve pausa. “Ci mettiamo d’accordo per una sera …”.
“Bene!” disse Mattia. “Finiti i saluti e gli inviti, veniamo al motivo della telefonata. Il Borgo è isolato perché …”.
“Non lo sapevo” lo interruppe Eva.
“… il ponte è inagibile. E nessuno sa quando sarà ripristinata. Tu hai tutta la documentazione per chiedere l’inizio dei lavori …”.
“Sì. E’ arrivata ieri sera”.
“Ci chiedevamo se tu e Marco siete liberi domani … Laura vorrebbe portare i documenti a Fiorenzuola. Io e Giacomo lavoriamo e non siamo in grado di accompagnarla”.
La ragazza non rispose subito come se dovesse riflettere.
“Se non potete, …” aggiunse Mattia un po’ deluso.
“No, no” si affrettò a rispondere la ragazza. “Io sono libera ma non so se Marco … Posso richiamarvi tra un po’?”
“Certamente. Ciao e a presto”
“Ciao, ragazzi!”
Mattia ripose in tasca il telefono e la guardò con determinazione senza dire nulla.
Laura abbassò gli occhi ma non ebbe il coraggio di chiedere scusa per la scenata di poco prima. Era imbarazzata ma l’orgoglio le impediva quest’atto di umiltà.
Giacomo, rimasto in silenzio durante la telefonata, cominciò a parlare.
“Se riusciamo a trovare un buon numero di volontari sabato e domenica prossimi possiamo tentare di ripulire il parcheggio dal fango”.
La ragazza strinse le labbra. Si alzò e baciò prima Mattia, poi Giacomo senza dire una sola parola.
“Ottima idea, Giacomo! Un po’ di moto ci farà bene”.
Poi rivolgendosi a Laura, le domandò: “Chiedi aiuto tramite la pagina di Facebook?”
“Sì” fu l’unico monosillabo che riuscì a dire, mentre squillava il telefono del ragazzo.
“Dimmi, Eva” rispose.
“D’accordo! Marco è libero ed è felice di fare un giro a Fiorenzuola. Mi passi Laura per i dettagli di domani?”
“Certamente. Grazie ancora! Mettetevi d’accordo con Laura per la sera di questa settimana. Anch’io ho voglia di vedervi” e passò il telefono alla ragazza.
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Certo che è un tipetto questa Laura… nemmeno la notte brava del capitolo precedente l’ha ammorbidita… e tu sei bravissimo nel delineare caratterialmente i personaggi del romanzo che diventano sempre di più delle presenze “reali” nella mente dei lettori.
un abbraccio
Non è facile ammorbidire Laura. Il personaggio lo pensato così e credo che cosaì rimanga fino alla fine.
Ti ringrazio per il bravissimo ma forse, anzi sicuramente, non lo sono. Cerco sempre di delineare il più possibile i caratteri delle persone.
Un abbraccio
Ti lascio un saluto per una bella serata G. Paolo UN ABBRACCIO!
Grazie, Simona. Un abbraccio anche a te
No, decisamente Laura è così, ci vorrebbe una magia per cambiarla
Ma la vicinanza di Mattia potrebbe farla stare più serena, lo spero tanto
Anche se il suo carattere è troppo esageratamente capriccioso
Sei bravo, davvero
Aspettiamo e nel mentre un forte abbraccio a te
Mistral
Come dicevo è difficile modificare radicalmente il carattere di una persona. Laura non fa l’eccezione ma la regola.
Appare volubile e capriccioso, in realtà è caparbia al limete della testardaggine.
Un grande abbraccio
Gian Paolo
Che Laura fosse una guerriera é cosa nota, ma accipicchia sembra Emanuele Filiberto detto testa di Ferro, Conte di Savoia (giusto per fare un salto nel XVI° secolo).
Celie a parte, altro capitolo di schermaglie che possiamo incrociare in ogni gruppo d’amici o di lavoro.
C’é che vorrebbe andare, non importa come, ma subito e invece chi gradirebbe rimandare a tempi migliori.
C’é chi pianifica o lo vorrebbe fare, accertandosi di non avere ostacoli e chi, lancia in resta, parte o vorrebbe farlo e non é spaventato dai medesimi.
La trama diventa sempre più corposa, aumentando la godibilità della lettura.
Il paragone mi pare azzeccato, come la situazione che si verifica all’interno del gruppo.
La storia si allarga come si allarga il gruppo.
Ed ha un bel respiro
Un bel sospirone..
Sicuro
Bene
NWB = 🙂
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