Eccomi all’appuntamente settimanale delle Short Stories, scritte a più mani. Qui siamo in tre. Buona lettura.
Ricordo bene quella notte, o meglio le urla, i gemiti, le parole soffocate che disperate si perdevano nel silenzio e nelle orecchie di una donna di ventidue anni.
E’ stata la prima volta che ho visto un omicidio, ne sono seguiti poi molti altri e per nessuno di loro, di tutte quelle vittime non sono riuscita a fare niente, a salvarle.
Sono come sogni a occhi aperti che avvengono ad ogni ora della giornata, ma che sono accaduti prima del momento in cui mi appaiono in questo modo….chi è il colpevole? beh Sono io.
O meglio è la mia parte oscura, quella che sadicamente adora l’odore della morte. E’ il mio alter ego, la mia Hyde a cui Jekyll non può far nulla, perché nonostante tutto è una parte di sé.
Ma ora ho deciso di agire, di fermare l’altra e non permetterle di uccidere ancora.
Si, da stanotte non potrà più fare del male a nessuno perché finalmente la cancellerò dalla faccia della terra.
La stronza ha deciso che devo andarmene.
Lei…crede che stanotte riuscirà a farmi fuori.
Non sa di cosa io sia capace.
Non sa che sarò io ad ucciderla prima dell’alba.
Lei e me. due personalità nello stesso corpo che si fronteggiano come il diavolo e l’acqua santa, e c’è solo un modo per fermare tale scempio, esorcizzarmi.
Se lo sentisse mia madre, fermamente atea, direbbe che è una cosa stupida.
E l’avrei pensato anche io se non mi trovassi nella mia improbabile situazione, in un tumulto di emozioni in cui non riesco a trovare equilibrio.
La voglio fuori da me, voglio pensare alle cose stupide,tipo ai prati in fiore o alle cene a lume di candela e non vedere sangue dappertutto, voglio una vita normale dove sentirmi pulita.
Si, perché potrei affrontare qualsiasi cosa, ma non una coscienza perennemente sporca, un promemoria di quanto sia una persona orribile.
Voglio essere felice, lo pretendo e per questo rifiuto l’oscurità, avrò la mia luce e sarò spietata con chi non me ne lascia nemmeno un po’. (by Jane Austen)
Quell’idiota non capisce, quell’idiota non comprende.
Lei ha bisogno di me, ma io non di lei, e finalmente stanotte sarò libera dalle sue bigotte catene.
Se solo non fosse così cieca da non vedere che è lei stessa il motivo del suo dolore, se solo si unisse a me saremmo… Meravigliose, invece sarò costretta ad eliminarla, e forse è meglio così. Anzi, fremo nell’attesa dell’istante in cui la vedrò sparire nell’oblio. (by Pietro Birtolo)
Non posso continuare portandomi questo fardello appeso alle spalle. Le devo impedire di nuocere ancora. Ha ucciso dieci persone che non conosceva solo per il gusto di farlo, di sentirle urlare «Pietà, aiuto», vederle strisciare ai suoi piedi mentre esalavano gli ultimi respiri. La polizia brancola nel buio, non ci ha capito nulla. Non crede al serial killer, perché secondo i loro profili non ci sono punti di contatto tra i morti né altri elementi che possano in qualche maniera collegarli. Sì, lo ammetto è stata furba. Donne mai viste e incontrate per loro sfortuna nella sera nel quale lei ha deciso di uccidere.
Si avvicina furtiva, senza destare sospetti nella vittima, L’affianca, le sorride con un sorriso dolce come per salutarla e dirle «Siamo in due in questa strada malamente illuminata. Mi sento tranquilla, sapendoti che ci sei anche tu». La vittima risponde con un sorriso di ringraziamento. Poi la lascia sfilare un po’ avanti. A questo punto si guarda intorno. Non c’è nessuno, tra dieci passi le luci dei due lampioni lasciano il posto al buio. Si mette silenziosa alle sue spalle e con un gesto velocissimo passa la lama di un coltello affilato come un rasoio sulla sua gola. Un urlo strozzato della vittima gorgoglia rotolando fuori mentre cade a terra tenendo la mano sulla ferita. La guarda con occhi imploranti chiedendole aiuto ma la lascia lì agonizzante. La ferita è mortale e il sangue scorre a fiotti. Sul viso di lei appare un ghigno feroce. Un’altra vittima va ad arricchire le sue imprese.
Come posso continuare con questo peso sulla coscienza?
Lei crede alle sue idee bigotte, quelle sull’amore e la fratellanza ma in questo mondo non c’è nulla di buono, solo violenza e cattiveria. E io sono buona rispetto agli altri. Lei, la cretina, pensa di esorcizzarmi facendomi benedire! No, non ha capito nulla, la stronza! Tra poco metterò fine alla sua coscienza e ci sarò solo io a comandare questo corpo e questa mente. Voglio vendicarmi. Vendicarmi del mondo che è fasullo, vendicarmi di tutti questi ipocriti che sorridono davanti e tramano alle spalle. Un mondo nero come l’inferno e rosso come il sangue. Mi piace vedere le mie vittime agonizzare con la vita che vola via tra fiotti e gorgoglii. Ora siamo alla fine, al redde rationem!
Il peso di questa psicopatica è troppo insopportabile per essere portato ancora a lungo. Devo ucciderla definitivamente per raggiungere la catarsi. So come fare. Ho già elaborato un piano che non rivelerò se non alla fine.
Cosa sta tramando, la stronza? Ha chiuso la sua mente e non riesco a leggere nulla. E’ pericolosa. Devo agire in fretta. Dove sta andando? Non capisco. Non è questa la strada che ho scelto per il mio rito notturno. Sento il mare mugghiare in lontananza, il vento sferzare i miei pensieri. Fermati, idiota! Non è il posto giusto.
Eccomi. Sono arrivata. E’ la fine per te, assassina! Urlo parole che il vento disperde. Sotto di me il mare che purificherà ogni cosa. Addio, Hyde! E’ arrivata la tua fine!
Fermati Jekyll! Non posso morire! (by orsobianco9)
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Faccio molta fatica a scrivere, perchè ho una spalla che mi fa molto male. Ciò sicuramente è dovuto ai pugni che ho preso.
Il racconto è da top-ten.
Bravi tutti!
Mi spiace che tu risenta ancora i postumi dell’aggressione. Spero che passino in fretta.
Grazie per i complimenti
Buon Weekend G. Paolo! 🙂
Dolce week end anche te, Simona.
Un sorriso
Gian Paolo