Il Borgo – Capitolo 31

Emma stava cucendo dei bottoni di una camicia in sala sul divano accanto a Ernesto, che come di consueto era profondamente immerso nella lettura del quotidiano sportivo.

Chissà com’è Mattia” esordì all’improvviso, rompendo il silenzio della sera.

Chi?” disse alzando gli occhi al di sopra del giornale.

Mattia. Il nuovo amico del cuore di Laura” affermò dolcemente la donna.

Ma non si chiamava Giovanni?” replicò l’uomo, riabbassando gli occhi sull’articolo che stava leggendo.

No, Ernesto. Si chiamava Giacomo”.

Volevo ben dire Giacomo. Perché non è più il fidanzato della Laura?” domandò leggermente stupito e un po’ innervosito dalle continue interruzioni di Emma.

Non era il fidanzato, Ernesto. Solo un amico” rispose paziente la donna. “Poi ora non è più come ai nostri tempi. Ti ricordi quando sei venuto per la prima volta a casa mia per conoscere i miei genitori?”

Qualche grugnito superò la barriera del giornale prima che l’uomo chiudesse il foglio e lo deponesse sul tavolino di fronte.

Ma questo … Ma … Mi … insomma questo benedetto ragazzo chi è?” domandò sorpreso. “Ma quanti ne cambia? Io ti ho preso senza tante storie. Ci siamo fidanzati ufficialmente e poi sposati. Certo che ricordo quel giorno. Se non fossi venuto …”. Fece una sospensione nel discorso, perché stava aggiungendo «magari non fossi venuto! Sarebbe stato meglio!» ma poi continuò senza esternare il pensiero. “Se non fossi venuto, i tuoi genitori, anzi tua madre, che è sempre stata un’impicciona …”.

Ma no! La mamma voleva solo conoscerti e chiederti se avevi intenzioni serie!”

Ma che dici, Emma! Tua madre è come tutte le suocere. Voleva ficcare il naso dappertutto! Non andava bene niente. Come vestivo, come parlavo! E se non l’avessi cacciata da questa casa, avrebbe imperversato anche qui! Altro che curiosa!”

La moglie capì che si stava innervosendo parlando della madre ed era più prudente tornare al discorso iniziale molto più neutro e senza punti pericolosi.

Mi piacerebbe conoscere Mattia. Ma Laura difficilmente ce lo presenterà. Tu non sei curioso?”

Ernesto si grattò in testa, passò la mano sul viso e poi rispose.

Conoscere Mario …”.

Si chiama Mattia” lo corresse la moglie con pazienza.

Uffa Marco o Mario, che differenza fa! E’ pur sempre il fidanzato della Laura” rispose visibilmente inquieto. “No, no! Non ci tengo a conoscerlo! Tanto ne cambia uno al giorno come se fossero dei vestiti! Alla fine conoscerei tutti i ragazzi della città! E poi ricordo come stavo male quel giorno! Seduto sul sofà che pareva foderato di carboni ardenti. Non vedevo l’ora di scappare … invece ero lì, inchiodato sul letto del fachiro, a rispondere all’interrogatorio di tua madre, quel cerbero vestito da angioletto. Ma il tuo povero papà come faceva a sopportarla? Io l’avrei mandata a quel paese trenta secondi .. anzi non l’avrei nemmeno sposata!”

In primo luogo Mattia non è il fidanzato. Adesso il ragazzo si chiama amico …”

Allora Giuseppe è l’altro fidanzato?” la interruppe Ernesto che ricordava quanto detto pochi istanti prima dalla moglie.

Ma no! Giacomo era solo un amico …”.

Mi hai appena detto che non si chiama più fidanzato ma amico. Ma quanti fidanzati ha la Laura?” sbottò innervosito perché pareva che si divertisse a confonderlo.

Emma si allungò baciandolo.

Sei sempre il solito, Ernesto! Per questo ti ho sposato e non ti cambierei con nessun altro” esclamò la donna prima di aggiungere qualcosa che ebbe l’effetto di un sasso nello stagno. “Però non vorrei conoscerlo solo il giorno prima del matrimonio …”.

Perché la Laura si sposa senza dire nulla?” domandò sospettoso.

Ma cosa hai capito?” gli domandò sorpresa.

Quello che hai appena detto che Marcello lo conoscerai solo fra qualche giorno alla vigilia del matrimonio …” replicò con tono stizzoso.

Ma no. Non si sposa nostra figlia, ammesso che usi ancora sposarsi. Adesso si convive. Torna pure a leggere Stadio. Non ti disturbo più con le mie chiacchiere” concluse Emma con un sospiro, perché aveva notato che la conversazione stava prendendo un piega che non le piaceva.

Rifletteva che con Ernesto non si poteva fare un discorso serio, perché lui, sempre immerso nella lettura del quotidiano sportivo, si confondeva, non ricordava i nomi, storpiandoli. Convenne che non era il caso di chiedere il suo parere su Mattia, perché non avrebbe compreso che si trattava di chiacchiere in libertà. Sospirò e riprese ad attaccare i bottoni.

Allora non capisco quello che dici …” concluse, riprendendo il giornale piegato sul tavolino.

Borbottò qualcosa e pensò che con Emma non si poteva parlare di nulla, perché era sempre vaga e timorosa nell’esprimere i pensieri. Gli sembravano messaggi confusi e criptici quelli che faceva sull’unica figlia. «Meno male che ne abbiamo solo una» rifletté rilassato, prima di tornare a leggere le ultime notizie del Bologna.

Mentre i genitori discutevano su di lei, Laura stava andando all’appuntamento con Mattia in centro.

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22 risposte a “Il Borgo – Capitolo 31”

  1. Tipica conversazione tra uomo e donna: una madre un po’ sognante e certamente attenta alle sfumature e un padre concreto e un po’ distratto. Buona giornata, Gian Paolo 🙂

  2. Con questa temperatura infuocata, ci voleva proprio questo simpatico siparietto tra moglie e marito
    E’ vero che Emma è una “dannata” curiosona, ma Ernesto è davvero imbambolato, sempre immerso nel suo amato giornale.
    Buon weekend, caro Gian Paolo
    Un abbraccione rinfrescante
    Mistral

  3. Questa conversazione mi ricorda qualcosa! Ahahah
    Ma soprattutto averti ritrovato mi ricorda un amico di un po’ di tempo fa
    a tempo di Cate….
    Ti abbraccio

  4. Rilassante e veramente godibile questo tuo incrociar di pensieri tra moglie e marito.Un duello infinito senza vincitori né vinti. Ciascuno perso dietro la propria natura di curiosità e di distrazione. Come se a ciascuno importasse troppo o troppo poco.
    Eppure sento che al momento più opportuno sapranno essere due tigri pronte a difendere la prole.
    Per ora parole e pensieri si sfiorano, si evitano, si confondono in questi torridi giorni e seguirli mi vien da essere una mosca, che vola pigra, quasi senza scopo, tra parole in libertà

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