Un volto nodoso, come se fosse stravolto da mille sofferenze, cominciò a parlare con un tono cupo e profondo.
Laura si mise eretta ad ascoltarlo, mentre la sua mente tentava di associarlo a qualcosa che aveva visto da bambina in televisione molti anni prima. Aveva circa undici o dodici anni, quando aveva assistito alla proiezione di questo film sul piccolo schermo ma adesso lo ricordava come se fosse ieri. Era una pellicola di fantasia, quasi magica che la turbò invece profondamente. Durante la notte fece un incubo che ancora adesso le era ben presente.
«Avevano sembianze strane, come se fossero alberi dove il tronco aveva occhi e bocca e i rami erano le braccia. Rimasi angosciata, perché nonostante non fossero di indole cattiva avevano messo paura alla mia mente di bambina. Mi sembrò che fossero nella mia stanza a tirarmi qualche scherzetto. Urlai più di una volta svegliando mia madre. Quel film doveva essere adatto ai ragazzi della mia età ma secondo me aveva ottenuto l’effetto opposto».
Adesso era ricomparso davanti a lei uno di quei mostri, mentre non si sentiva così tanto sicura di se stessa. Era in tensione mentre ascoltava quello che le voleva dire. L’inquietudine le avrebbe giocato un brutto scherzo, se fosse stata una bambina e non una donna ma dovette ugualmente controllare le emozioni.
“Hai paura di me?” le chiese una voce cavernosa.
“No” rispose mentendo.
“Eppure mi sembra il contrario”.
“Ma chi sei?”
“Non mi riconosci?” domandò deluso.
Il volto divenne ancora più nodoso per le rughe che increspavano il volto.
“Ho un vuoto nella testa”.
“Ti sei già dimenticata di me?”
“No”.
“Eppure sembra di sì”.
Laura aggrottò la fronte, strinse gli occhi. Quel viso spaventoso le incuteva solo angoscia, perché era associato a quel lontano ricordo. Percepì l’urgenza di recarsi in bagno sotto lo stimolo della paura ma decise di non alzarsi e di resistere.
“Ho una vaga reminiscenza da bambina ma non riesco a rammentare chi sei” gli rispose trasmettendo un senso di panico in maniera percettibile.
“Eppure sono passate poche settimane …”.
“Dimmi come ti chiami”.
“ …e già ti sei scordata di me” ammise con amarezza.
Laura cercò di associarlo a qualcosa di conosciuto senza grossi successi ma dopo le ultime parole l’immagine si dissolse e sparì.
A lei non restava che alzarsi, perché non resisteva più. Mentre si avviava verso il bagno, un lampo squarciò le tenebre nelle quali la sua mente era avvolta.
“Ah! Ora ricordo. Erano i Trolli di corteccia della Storia Infinita!” esclamò come se avesse risolto un enigma misterioso. “No, no! Non possono essere loro! Che senso avrebbe che un Trollo di corteccia sia venuto a farmi questa visita notturna?”
Tornata sotto le coperte, cominciò a riflettere chi avrebbe potuto essere quel viso ignoto.
“Che sciocca!” si disse battendosi con la mano sulla fronte. “Era il volto del Borgo che è venuto a visitarmi. Ma l’ho deluso perché l’ho trattato da sconosciuto e lui se ne è andato senza io avessi potuto ascoltare quello che mi voleva dire”.
Aveva perso una nuova occasione per sentire quello che voleva comunicarle. E subito dopo si svegliò in preda all’angoscia. Quel sogno l’aveva stremata perché l’angoscia l’aveva colta senza preavviso e non era riuscita a collegarsi mentalmente col Borgo.
“Se prima era in collera con me, ora lo è ancora di più” ammise mentre una crisi di pianto si stava avvicinando. “Ma in bagno ci sono andata veramente oppure no?” Si toccò e percepì che era più che umida bagnata, deducendo che aveva sognato anche questa uscita dalle coperte. La paura aveva fatto il suo corso.
La mattina seguente Giacomo scese dal bus nel piazzale della stazione in preda all’ansia con la speranza di rivedere la ragazza della quale ignorava il nome.
“E se non ci fosse?” si domandò con un senso di angoscia malcelata dalla fretta con la quale si avviava al treno.
Stava salendo i gradini che portavano all’atrio, quando sentì squillare il telefono. Guardò l’orologio e il display e trasalì per la sorpresa.
“Cosa sarà successo di tanto urgente e importante per chiamarmi a quest’ora?” rifletté in silenzio.
“Ciao, Laura!” disse con tono meravigliato.
“Ti ho svegliato?” gli chiese trepidante.
“No! Sono in stazione in attesa del regionale per Bologna. E’ successo qualcosa di grave? Qualche novità?”
“Avevo il bisogno di parlare con qualcuno e ho pensato a te …” proseguì come se non avesse ascoltato le parole di Giacomo, che sorrise al pensiero che fosse ancora in cima ai pensieri della ragazza.
Stava per rispondere, quando un bacio gli sfiorò la guancia e vide il viso minuto della misteriosa ragazza del giorno precedente. Con la mano le accennò un saluto, prima di prenderla sottobraccio.
“… Stanotte il Borgo si è presentato come se fosse un Trollo di corteccia e mi sono molto impressionata nel vedere il suo viso …”.
“… Un Trollo di … Che è?” domandò stupito.
“Ora non ho tempo di spiegartelo” replicò spazientita. “E’ arrabbiato con noi, perché dice che ci siamo dimenticato di lui … ma …”.
“Ma cosa ti ha detto con precisione?” chiese scuotendo la testa.
“Mi ha rimproverato perché non l’ho riconosciuto. Ma come potevo? Capisci?”
“Certo che capisco. Ha detto solo questo?” domandò di nuovo come se non avesse compreso la risposta. “Ma perché non hai compreso che era lui? Non ci avevi già parlato qualche notte fa?”
Il ragazzo udì un sospiro che non riuscì ad attribuire se fosse di sollievo e di dispiacere.
“Grazie per le tue parole di comprensione! Avevo veramente la necessità di parlare con te per sfogarmi. Ora sto meglio. Buon viaggio. Ci sentiamo stasera?”
“A stasera. Non crucciarti troppo. Vedrai che riusciremo a chiarire tutti i malintesi col Borgo. Buona giornata” le disse chiudendo la conversazione.
Finalmente poteva dedicare un po’ di attenzione alla ragazza che stava di fianco a lui sul marciapiede.
“Chi era?” gli chiese con cautela, mostrando curiosità e un filo di gelosia.
“Laura. L’amica con la quale condividiamo il progetto del recupero del Borgo”.
“I Trolli di corteccia sono personaggi fantastici di Michel Ende e della sua Storia infinita. Non l’hai mai letto?” gli domandò mentre il viso si illuminava di un bel sorriso.
“Mai letta! Ricordavo i trolls, i mitici personaggi di Tolkien ma quelli di corteccia proprio no!”
Lei cominciò a parlargliene ma lui la stoppò quasi subito. Ci sarebbe stato tempo in treno per approfondire la conoscenza di questi fantastici personaggi, perché adesso aveva urgenza di conoscerla meglio.
“Io ti ho raccontato molto di me ma tu non mi hai detto nemmeno come ti chiami” la interruppe, mentre prendevano posto sul regionale uno accanto all’altra.
“Ma tu mi hai detto il tuo nome?” replicò divertita.
“No ma neppure tu. Giacomo”.
“Elisabetta. Ma tutti mi chiamano Betta”.
Una bella risata suggellò la presentazione.
Laura aveva gli occhi ancora umidi di pianto quando udì bussare con discrezione alla porta.
“Laura, tutto bene?” le chiese la madre facendo capolino dentro nella stanza.
“Si, mamma” rispose con rassegnazione. “Ci manca solo lei per completare il quadro” rifletté con amarezza.
“Ti avevo sentito parlare concitata come se ci fosse qualcuno e poi al telefono …” aggiunse sussurrando appena le parole.
“Ma mamma …”.
“Chi era?” domandò più ardita.
“Uffa, mamma! Sempre a origliare!” replicò indispettita.
“Ma telefonare a qualcuno alle sei del mattino …”.
“E con questo? Non ho svegliato nessuno …”.
“Era per caso Giacomo?”
“Ora basta!” e cacciò la testa sotto il cuscino.
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Bravo! very good reading, it getting scary for Laura and the story is getting very interesting, you are giving us more and more to think about, Well my weekend started to be great with your writing very good indeed.
un saluto e un abbraccio
Thank, Doris. Your words are pleasant music.
Per Laura evidentemente il Borgo è diventato più di un’ossessione, ai limiti della paranoia, anche se invece credo che lei sia del tutto cosciente.
Abbiamo conosciuto Elisabetta: bene!
Buonissimo capitolo, come sempre scritto molto bene.
Un caro abbraccio.
Laura si immedesima troppo nei suoi sogni e a volte rischia di rimanere travolta. Serviva una new entry a ravvivare la storia.
Un caro abbraccio
Mi piace molto questo episodio perchè attraverso i sogni la nostra mente rielabora cose o
persone che per un motivo o l’altro abbiamo accantonato.Questo è ciò che è successo a Laura
Elisabetta e Giacomo, formeranno una nuova coppia?
Intanto che aspetto il seguito ti lascio un abbraccio e una splendida domenica
Grazie, Gian Paolo
Mistral
Elisabetta e Giacomo? Forse, non si sa.
I sogni son particelle di realtà che affiorano nell’inconscio.
Piacere di piacerti!
Felice domenica
Un bacio
Gian Paolo
Bello! Buona giornata Gian Paolo:)
Grazie, Simona.
Buona serata
Gian Paolo
Risolti, almeno così parrebbe, i risvolti tecnici della questione, il Borgo parte deciso a riannodare il filo che unisce Laura a lui.
E’ un po’ inquietante é vero, ma uno scrollone a volte é quel che ci vuole per riprendere una conversazione interrotta.
Altrettanto logico che Laura tenti di affidare le angosce provate alla comprensione se non alla compassione di Giacomo, che si ritrova nella sua vita invece, una Betta.
Dono insperato, oppure folgore di altre tempeste?
Per ora c’é ed é tutta da scoprire.
Non dico nulla per non anticipare qualcosa che è già scritto. I destini si incrociano.
Si dice che tutte le strade portano a Roma. Quelle dei nostri eroi portano al Borgo
E sì. I nostri al Borgo ciu arriveranno. Come? Non lo so ancora…
Ci arriveranno. A certi appuntamenti non si può mancare
Sì. Il problema è come
Troveranno la strada e anche come arrivarci.
Facile o difficile che sia la dovranno percorrere se vorranno realizzare il loro sogno.
Ciascuno ha il suo personale e ce ne uno comune da realizzare, quindi …. sursum corda.
Sì, la strada la troveranno cammin facendo
Step by step.
On the road. Come la mitica Route 1
La 66 … mito per mito preferisco il Mito
😛
Preferisco la Route 1.
A ciascuno la sua route e …. buon viaggio
🙂
Sono già in viaggio sui sentieri incrociati
Allora prima o poi ci si incrocia
Credo di sì
bene