“Ciao Laura! Grandi notizie per il Borgo” esclamò Eva al telefono.
“Davvero?” rispose incredula.
“Sì, sì! Gli architetti hanno adottato il Borgo!”
“Oh! E’ magnifico …”.
“Sei libera a mezzogiorno? Si potrebbe mangiare qualcosa mentre ti riferiscono tutti i dettagli” domandò quasi sicura che la risposta sarebbe stata positiva.
“Liberissima! Dove?” rispose contenta, perché si liberava dagli sguardi indagatori dei genitori.
“Dove vuoi. Non sono molto pratica di Bologna”.
Laura rise prima di rispondere.
“Perché io? Con me caschi male. Ne so meno di te!”
“Allora dove?” chiese un po’ spazientita.
“Troviamoci in piazza Maggiore e poi decidiamo. A che ora?”
“Anche subito”.
“Dammi il tempo di infilare jeans e maglione e poi arrivo”.
Laura velocemente si preparò pronta per uscire.
“Ciao, mamma” disse mentre infilava il giaccone.
“Torni?” chiese ben conoscendo la risposta.
“Si. Non so quando”.
“Vedi Giacomo?” domandò a sorpresa Emma.
“Uffa, mamma! Sempre col fiato sul collo!” rispose incollerita mentre usciva.
La donna sospirò. “E’ proprio finita”.
Giacomo durante il viaggio con Mattia verso Sasso Marconi gli raccontò l’incontro con questa ragazza misteriosa.
“Fai stragi di cuori femminili a quanto pare” gli disse in tono scherzoso l’amico.
“Non burlarmi! Farò stragi ma alla fine non rimane nulla!” rimbeccò risentito.
“Ti sei offeso?”
“No! Era una semplice constatazione”.
“Allora ne hai parlato con Laura?” disse cambiando argomento.
“No. Pensavo di contattarla stasera. Sei della partita anche tu?” gli chiese speranzoso.
“Sì, se mi volete. Sono un po’ rompiballe ma l’impresa mi solletica assai. Mi piacerebbe vedere il posto di persona ma mi dicevi che col brutto tempo non è consigliato avventurarsi …”.
“Benissimo! Oltre all’offerta della nostra azienda in materiali, aggiungo il valore della tua presenza” replicò dandogli una pacca sulla spalla. “Le guide sconsigliano di salire fino al Borgo in caso di maltempo. Stiamo andando verso una stagione che non promette nulla di buono”.
Durante la giornata il pensiero di rivedere la ragazza lo disturbò alquanto e lo rese meno attento del solito.
“Giacomo stai ancora pensando a quella ragazza?” gli chiese Mattia, notando lo sguardo assente dell’amico. “Sei alquanto sbadato oggi, mi pare”.
“No. Solo un momento di disattenzione” rispose cercando di dissimulare l’idea fissa che l’ossessionava dalla mattina.
Un sorriso ironico affiorò sulle labbra di Mattia, che riprese le consuete operazioni di verifica a campione dei materiali prodotti.
Giacomo provò a concentrarsi sulla prova di resistenza alla trazione di un pezzo prelevato da una partita arrivata due giorni prima senza grande successo.
Nella mente rivedeva l’immagine di quel viso, mentre tentava un raffronto con Laura. Erano due donne diverse sia come struttura sia come personalità. Gli occhi era differenti. Quelli di Laura erano mobilissimi, sempre attenti a cogliere ogni sfumatura, chiari e luminosi. Quelli della compagna di viaggio non ricordava né se erano grandi, né il colore ma solamente quel velo di malinconia che emanavano.
Si chiese se non fosse il caso di ricucire lo strappo, perché alla fine si era offeso su un dettaglio per nulla importante. Il carattere ombroso lo faceva virare di umore nell’arco di pochi minuti dall’allegro al risentito.
“Ma anche lei non scherza! Non si sa mai come prenderla. Deve decidere tutto e non ammette contrasti con le sue idee. Per andare d’accordo serve pazienza e rinunce. Per contro non è contemplata la parola umiltà” rifletté con amarezza.
“Fa attenzione! Rischi un infortunio” gli disse Mattia, toccandogli una spalla. “Vieni che ci prendiamo un caffè”.
Lo prese sottobraccio e lo condusse alla macchinetta.
“Ti ha destabilizzato quella ragazza” disse mentre guardavano fuori un pallido sole che stentava a uscire dal grigio delle nuvole. “In queste tre settimane non ti ho mai visto così distratto”.
“Sì” ammise Giacomo, incapace di negare l’evidenza. “Non mi era mai capitato prima …”.
“Un colpo di fulmine? E Laura?”
“No, niente di tutto questo. Non mi sarei mai aspettato che cominciasse a parlare con me e in particolare che fissasse un appuntamento per stasera”.
“Ha visto un figo e l’ha abbordato” replicò ridendo.
“Non prendermi in giro …” disse Giacomo contrariato.
“La donne sono diventate intraprendenti e se vedono una preda interessante, si gettano a capofitto senza paura. Il sesso forte sono ormai loro. Noi ci facciamo rimorchiare, perché non siamo più capaci di corteggiarle” aggiunse con tono serio Mattia.
“Già!” ammise mentre tornavano alle loro postazioni. La giornata proseguì stancamente in attesa del ritorno. Pareva non finisse mai.
La corriera arrivò stranamente puntuale all’autostazione di Bologna. Giacomo, come di consueto, non doveva correre per prendere al volo il treno, perché aveva tutto il tempo necessario per percorrere con calma il tragitto. Sembrava che tutto complottasse per il meglio quella sera ma questa sensazione non mitigava il senso di ansia che lo pervadeva.
“Domani mi racconti l’incontro a luci rosse di stasera” lo sfotté l’amico prima di salutarsi con una pacca sulla spalla.
Col cuore in gola e con un po’ di nervosismo Giacomo si avviò di buon passo verso la stazione, rimuginando sugli avvenimenti della giornata.
“Chissà se veramente mi sta aspettando” rifletté titubante mentre varcava l’ingresso che conduceva al binario per Ferrara.
Era seduta su una panchina avvolta in un piumino nero che guardava nella sua direzione. Gli parve di cogliere un sorriso su quel viso che aveva visto sempre triste, mentre si alzava per andargli incontro.
“Puntuale” disse la ragazza, infilando la mano sotto il braccio di Giacomo. “Il regionale è già sul binario”.
“E’ molto che aspetti?” le chiese, mentre si avviavano verso le porte spalancate del treno.
“Di solito prendo quello delle 17 e 20. Solo raramente quello delle 18 e 20 se devo finire qualche lavoro che non può aspettare il giorno dopo. Comincio presto alla mattina e salto la pausa pranzo. Così riesco ad arrivare a casa a un orario decente per permettermi se ne ho voglia una passeggiata sul listone”.
“Quindi sono due ore che sei in stazione?” le domandò sorpreso, pensando che si fosse gelata durante l’attesa.
“No. Ho fatto un giro in centro a vedere qualche negozio. E’ un anno che lavoro a Bologna e non lo ho mai fatto. Era l’occasione giusta. Queste due ore sono filate via in fretta” le disse mentre si sistemavano su due posti vicino.
Poi cominciarono a parlare fittamente tra un sobbalzo e una fermata come se si conoscessero da sempre.
Usciti sul piazzale della stazione di Ferrara, la ragazza disse: “Vado a prendere la bicicletta” mentre indicava sulla sinistra uno slargo ingombro di due ruote.
“Non hai paura con questo buio?” le domandò premuroso Giacomo.
“No, no! In cinque minuti sono a casa. A domani” e lo salutò con un bacio sulla bocca.
Il ragazzo rimase sorpreso mentre l’osservava andare velocemente verso un ammasso di biciclette. Stava per dirle «Come ti chiami?», quando la perse di vista. “Glielo chiederò domani mattina” e salì sul bus che l’avrebbe portato a destinazione.
“Stasera devo contattare Laura”.
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Avvincente.Quando entro qui e vedo il post abbastanza lungo, mi dico che non ce la farò mai a leggerlo tutto. E invece resto incollata fino all’ultima riga e aspetto..aspetto….mannaggia alle puntate! 🙂 Buon fine settimana New 🙂
Grazie. Mi fa piacere che nonostante la lunghezza riuesca a tenere alta l’attenzioine del lettore.
Felice fine settimana CK
Un altro capitolo bello, fra indecisioni e propositi. Sai analizzare assai bene l’animo umano.
Un caro abbraccio.
Cerco di farlo nel migliore dei modi.
Un caro abbraccio
I needed this today, another good chapter in this great story, feels like I am there with them, talking and feeling the emotions very good. The ending in this chapter maybe is telling us something is about to happen.
You’re always very kind to me. Thanks
sei un buono scrittore un saluto!
Troppo generosa con me.
Un abbraccio
I dialoghi, i dialoghi e ancora i dialoghi continuano ad essere il tuo forte..
Un abbraccio per la notte.
g
E pensare che qualcuno pensa il contrario…
Ti ringrazio
Un grande abbraccio notturno
Gian Paolo
Questa volta ritorno al solito 2 in 1.
Cambio di scena, secondo me opportuno e assolutamente godibile. Leggere di Giacomo alle prese con una ragazza misteriosa é emozionante.
Un duello fatto di sguardi, di sfioramenti, di inviti sottintesi a cui é difficile dare risposte. D’altronde non poteva essere diverso. Si tratta sempre dell’ombroso Giacomo. Ombroso perché non ama mettersi sotto i riflettori, piuttosto osservare, tentare di capire e poi … un pizzico di diffidenza lo tiene sempre sotto mano.
Questa volta invece … sembrerebbe covare una cotta improvvisa, però urgono chiarimenti.
Intanto la compagnia del Borgo si allarga e la cosa prende corpo. Non é più un idea folle, bensì una fattibile possibilità di riscatto un po’ per tutti i partecipanti.
Il Borgo ha parlato e ha chiesto che ciascuno si misuri con se stesso.
ps: concordo con quanti sono rimasti affascinati dai dialoghi. Ottimi.
Giacomo è ombroso e dall’umore volubile. La new entry? Spero vivacizzi la storia. Vedremo nelle prossime puntate.
Vi ringrazio per gli apprezzamenti sui dialoghi.
Sono una parte notevole del racconto, perché negarlo
Questo mi conforta.
Abbraccio notturno
g
Ricambio nel pomeriggio
GP
🙂
Ricambio il sorriso
Non so come andrà l’incontro tra Giacomo e Laura, ma il mio desiderio è vedere Giacomo “alle
prese” con la ragazza sconosciuta
Mi piacciono le persone che hanno nello sguardo un velo di malinconia.
Ti seguo e ti apprezzo tanto
Abbraccione
Mistral
Non anticipo nulla ma presto si conosceranno i dettagli.
Grazie per l’attenzione
Un abbraccio
Gian Paolo
Intrigante.. ciao G. Paolo sempre più bravo! 1 abbraccio:)
Grazie Simona. Cerco di renderlo interessante.
Un abbraccio
Gian Paolo
E che succede?! Ohibò, manco il nome le ha chiesto, dopo che lo ha atteso due ore?
La misteriosa ragazza sembra aver stregato Giacomo, per fortuna Mattia sa riportarlo con i piedi per terra, almeno il tempo di un caffè.
Teneri, questi due ragazzi, ma c’è da contattare Laura, adesso…
E’ vero. Questi due ragazzi mettono tenerezza. Il nome? E’ un optional, perché quando ci si vede tutti i giorni è come se ci si conoscesse da una vita.
E’ capitato anche a me.