“Mia madre muore dalla voglia di conoscerti” gli disse dandogli un bacio, mentre Giacomo avviava l’auto per partire.
“Beh! A dire il vero … io no!” rispose ridendo.
“Non ti mangia! E’ un po’ invadente ma tutto sommato innocua! E’ semplicemente curiosa” replicò, agganciando la cintura. Non poteva confessargli che Emma voleva vederlo, perché con lei i ragazzi duravano un battito di ciglia prima di sparire per sempre. Rifletté che era inutile girarci intorno: il suo carattere poco malleabile li faceva desistere dopo pochi incontri.
“Mi basta la mia … La tua te la lascio volentieri” aggiunse col viso serio. «Ci mancherebbe altro di conoscere i genitori di Laura. Siamo alle schermaglie iniziali e non so nemmeno se mi piace veramente» concluse silenziosamente.
“Dove andiamo?” gli chiese, cambiando l’argomento del discorso, perché rischiava di lasciarsi sfuggire qualche parola di troppo. Giacomo le piaceva senza mezzi termini e non voleva dar sfogo al lato ruvido della sua personalità. Quindi era opportuno dirottare la conversazione su altri campi meno scivolosi e infidi.
“Pensavo … Veramente non mi viene in mente nulla di particolare”. Il ragazzo fece una pausa prolungata nel tentativo vano di inventarsi qualcosa di interessante. Tutto fu inutile, perché aveva un buco nero nella testa. Alla fine uscì con una proposta non troppo originale: “Tu cosa dici se facciamo quattro passi in centro e poi andiamo a prenderci una bella cioccolata calda al Giardino delle Camelie …”
“E dov’è?” chiese stupita la ragazza.
“Non lo conosci?”.
“Mai sentito prima di questo momento” replicò divertita. In effetti frequentava ben poco i locali di Bologna. «E con chi li dovrei frequentare? Amiche ne ho pochine. I ragazzi scappano …» pensò sospirando.
“Dietro alla torre degli Asinelli … Elegantissima come sei dopo che ti ho fatto fare passerella in centro non posso portarti in un locale qualunque …” rispose serio Giacomo.
“Mi stai prendendo in giro?” disse Laura fingendo contrarietà ma lusingata da quelle parole che ascoltava assai raramente.
“Mai stato più serio di così! Perché dovrei prenderti in giro …”.
“Chissà che aspetto hai, quando non lo sei!” replicò mandandogli un bacio con la mano mentre interrompeva il discorso del ragazzo. Immaginava cosa avrebbe aggiunto ma preferiva lasciar sfumare il discorso nell’indeterminatezza.
Passeggiarono come due innamorati mano nella mano per le vie centrali di Bologna, guardando negozi e frequentando librerie. Erano appena giunti alla sala da tè, quando Eva chiamò Laura.
“Ciao. Dove siete?” le chiese tutta allegra.
“Siamo appena arrivati a Bologna e stiamo andando verso il centro …”
“Se vi sbrigate, potete gustare un’ottima cioccolata in tazza”.
“Dove?”
“In San Vitale, duecento metri dietro la torre degli Asinelli. Il Giardino delle Camelie. Sono qui con Giacomo”.
“ A dopo” rispose Eva.
Non passò molto tempo dalla telefonata, quando i due ragazzi comparvero nel locale. Subito l’atmosfera divenne cordiale e gioiosa con scambi di battute e tante risate.
“Hai più ascoltato la voce del Borgo?” chiese Marco visibilmente curioso con un sottofondo di ironia.
“E sì!” Fu la pronta replica di Laura, mentre Giacomo la osservava tra lo stupito e l’interessato.
“Mi appare in sogno quasi tutte le notti. E mi chiede …”.
“Non mi hai mai detto nulla” disse un po’ amareggiato il ragazzo. “Pensavo che dopo quella domenica …”
“Pensi male” lo interruppe acidamente. “Non te ne ho parlato perché eri incredulo quel giorno …”.
“… Non potevo mentirti. Ero sincero nell’affermare che non avevo udito nessuna voce a parte il sibilo del vento …”.
“Calma, ragazzi!” Intervenne Eva da paciere, notando come l’atmosfera da gaia e allegra si stava trasformando in una rissa senza esclusione di colpi. “Non possiamo incolpare Giacomo di qualcosa che non ha fatto. Ammette con sincerità di non aver udito nulla. Ci scommetto che la prossima volta avvertirà pure lui il richiamo del Borgo”.
La ragazza era irritata col suo compagno che aveva riaperto una vecchia discussione più con l’intento di ironizzare che discutere sulla sensibilità delle persone.
Marco provò a mettere un ramoscello di ulivo tra Giacomo e Laura.
“Non era mia intenzione di scatenare una baruffa tra voi sul Borgo. La mia era semplice curiosità, poiché Laura ne aveva accennato. Sono sicuro che parlerà pure a noi, quando saprà che siamo sulla stessa barca pronti a dargli una mano per ritornare a vivere”.
Giacomo rimase col viso imbronciato, perché non si aspettava che Laura ne avesse fatto cenno con Marco di sentire durante il sonno la voce del Borgo, mentre l’aveva ignorato completamente. Non riusciva a dare una spiegazione a questo comportamento.
Eva lo strinse forte tra le braccia per consolarlo.
“Dai, fa un bel sorriso!” gli disse. “Laura non intendeva nasconderti nulla. Ha ritenuto non opportuno parlartene in questo momento ma l’avrebbe fatto alla prima occasione. Tutto qui!” Poi dopo una breve pausa, nella quale tutti erano rimasti in silenzio riprese a parlare. “Il Borgo ci ha adottati. Sa che potrà contare sul nostro entusiasmo e volontà di riuscire nell’impresa di farlo rinascere. Credo che avrà molte storie da raccontarci, quando l’andremo a trovare la prossima volta”.
Laura rimaneva silenziosa ed era irritata con se stessa, perché si era ripromessa di non mostrarsi scontrosa ma non c’era riuscita. «Devo contare fino a dieci prima di replicare» si ripropose, perché non era stato in grado di controllare le parole e la voce poco prima. Però quello che le dava maggiormente fastidio era il tono sarcastico di Giacomo che metteva in dubbio le sue affermazioni.
Per contro il ragazzo aveva cambiato umore e si era chiuso su stesso. «Quando si comporta così acidamente e sferzante, non riesco a sopportarla. Mi alzerei e me ne andrei per non vederla» disse a se stesso, cercando di dominare il nervosismo che lievitava lentamente. Sapeva che in queste condizioni era come una pentola a pressione con la valvola inceppata. Poteva esplodere in un qualsiasi momento. Si alzò cercando di dissimulare la collera dentro di sé.
“Vado un attimo in bagno” disse con tono piatto e si avviò seguito da Marco.
“Aspettami. Vengo con te”. Lo raggiunse e gli mise una mano sulla spalla.
A Laura veniva da piangere perché stava rovinando tutto quello che con pazienza aveva costruito fino a quel momento.
“Vedi” cominciò Eva osservando l’occhio umido dell’amica. “Gli uomini non sono sensibili come noi. Non riescono a percepire quelli voci, quei sussurri che la nostra sensibilità avverte. Loro sono pratici e ruvidi e non ci capiscono a volte …”.
“No. Giacomo non è così. E’ colpa mia che non riesco a tenere a freno la lingua …”.
“Non è successo nulla” tentò di consolarla Eva. “Quando tornano sarà tutto passato. Non sai quante volte ho bisticciato con Marco. Poi un bacio e via! Amici come prima”.
“Sarà ma non ci credo” replicò contrita Laura.
“Stanno tornando. Un bel sorriso e un bacio prima che si sieda. Questo è un toccasana” le disse sorridente.
La ragazza si alzò per andare incontro a Giacomo.
“Scusa per prima” e gli diede un bacio sulle labbra.
//
Ahi, mi sa che Giacomo dovrà fare un corso accelerato di comprensione femminile, sembra che abbia delle lacune piuttosto vistose…
caro Gian Paolo mi piace molto come stai delineando il carattere dei vari personaggi…
un abbraccio
Capire la mentalità femminile non è una questione semplice, specialmente se sei ingegnere … Faremo un corso accelerato per Giacomo.
Mi diverto nello sfogliare i petali delle personalità dei vari personaggi.
Grazie e un abbraccio
Buon sabato Gian Paolo ABBRACCI!
Grazie, Simona. Ricambio un dolcissimo sabato e l’abbraccio
Gian Paolo
Laura forse è troppo sopra a lui.
Magari mi sbaglio, per carità.
Un altro bel capitolo, ricco di spunti psicologici.
Un caro abbraccio.
Non lo so se Laura è sopra di lui. Diciamo hanno caretteri differenti e non complementari.
Un caro abbraccio
Hai conosciuto qualche Laura così nella realtà?
Troppo vera per essere solo letteraria.
Un abbraccio domenicale molto affettuoso
g
Una Laura così nella realtà? Direi di no. L’ho immaginata con la fantasia.
Sereno pomeriggio
Un abbraccio
Gian Paolo
Schermaglie d’amore descritte in modo realistico e sensibile…bello come sempre leggerti…un caro saluto
Grazie Harielle per le parole.
Felice pomeriggio
Un caro saluto
Il carattere di Laura certamente non aiuta i rapporti amorosi, tant’è,per sua stessa ammissione,
le sue vecchie “conoscenze” duravano il tempo di un lampo
Non penso che questa quasi coppia andrà lontano
Il carattere di una persona spesso è un intralcio al sentimento
Ti seguo sempre con piacevole interesse
Alla prossima
Ti abbraccio
Mistral
Non faccio anticipazioni, anche se sono avanti nella scrittura dei capitoli.
La tua deduzione è molto ragionata e logica ma come si sa, nell’amore la razionalità spesso non compare.
Un abbracco
Gian Paolo
you characters are so real, all the characters have so much detail, but Laura specially very different, very good can not wait for the next one! Have a great day Paolo!
Grazie, Doris! I tuoi apprezzamenti mi fanno piacere
Thank you, Doris! Your appreciation makes me glad
Piccoli amori crescono e nel farlo si uniscono e si disgregano. Come i nostri figli, che oggi sembrano giganti e domani goffi ed impacciati.
Quando Giacomo diventerà un poco architetto, edulcorando il lato ingegnerestico del suo carattere, chissà che non riesca a sentire anche lui … la voce del Borgo. Il suo sussurro e la conseguente richiesta d’aiuto. Quando avverrà sono sicuro che l’ingegnere che é in lui farà un balzo da leone.
Meno male che ci sono gli amici, che s’impegnano a metterci una pezza.
Forza ragazzi che il tempo passa e le crepe si allargano.
🙂
Per le crepe hai ragione ma d’inverno, e in montagna, è dura pensare di cominciare qualcosa. La primavera porterà una ventata di freschezza.
Diagnosi impeccabile la tua su Giacomo ma i nostri giovani, noché figli, non sempre seguono le vie maestre e si avventurano per sentieri ignoti o poco conosciuti.
Vediamo cosa succederà.
Se non si avventurassero, come potrebbero crescere?
Noi vorremmo per loro una via piana e tranquilla, ma invece … seguono le nostre orme.
Quando mai, da giovani, non siamo stati attratti dai tornanti?
🙂
E’ vero ma memori delle nostre incertezze abbiamo l’ardire di credere che loro saranno diversi. Siamo proprio illusi
Sono illusioni che però ci fanno bene
Se fossero certezze, sarebbe meglio
Incontentabile… 🙂
Sono come quello della pubblicità. Dalmonte, mi pare di ricordare.
Forse … no. L’uomo Delmone diceva … sì
Come quello di Valsoia, che dice no al colesterolo
l’incontentabile, pubblicizzava un’altro prodotto che adesso non ricordo.
Erano gli anni fine ’80, inizio ’90.
Un millennio fa, insomma.
🙂
Uh! come la metti dura! Un millennio? Qualche anno fa, si dice…
Vuoi mettere … millennio !
Da l’impressione che si arrivi da lontano. Di avere vissuto più che un epoca. Da un senso quasi di eternità… quando c’era … noi c’eravamo.
😀
E sì, c’eravamo… ma non depone a nostro favore … siamo vecchi
Vecchi ?!?!? Con una grande maturità.
Stile … grande vino da meditazione
🙂
Come il buon vino che migliora invecchiando …
Certamente!
Finalmente posso commentare, è da tempo che wordpress fa i capricci, assieme alla connessione, oltre ai milioni di cose che ho da fare. Non è una giustificazione per l’assenza, anche perché io ti leggo sempre, tramite telefono, ma non riesco a lasciare il mio commento. Ne approfitto stamattina…
Questo capitolo tratta perfettamente le incomprensioni normalissime tra le coppie, quante volte sembra necessario muoversi in punta di piedi, quante volte una piccola frase cambia il corso di un incontro, uomini e donne hanno sensibilità diverse (e non sempre gli insensibili sono i maschietti eh) e a volte i punti d’incontro sembrano lontanissimi tra di loro.
Capisco Giacomo: da innamorato pretende l’esclusiva che Laura non gli concede… è una situazione tutt’altro che insolita!
A volte capita di non poter commentare. Se poi anche WP ci mette lo zampino la frittata è fatta.
Ho cercato di riprodurre una situazione che a volte rende incomprensibile il perché due persone litigano per futili motivi e non riescono a fare pace. anzi …