La fanpage del Borgo vide finalmente la luce e con essa anche le prime richieste di chiarimenti. Laura per dieci giorni si immerse pienamente nell’esame di Comunicazione Giornalistica, suscitando interesse con la sua tesina d’esame.
“Ha scritto un bel pezzo di articolo giornalistico” le disse il professore dopo averlo letto. “Dimostra maturità e partecipazione attiva trasformando informazioni in qualcosa di pulsante, esattamente come dovrebbe essere l’impegno del giornalista. Si sente partecipazione nell’illustrare la notizia, in quell’atto di accusa per l’oblio verso questi luoghi una volta pieni di vita ma ora ridotti a scheletri silenziosi”.
Le parole del professore la colpirono moltissimo facendole comprendere che il giornalista va in cerca di notizie ma poi le deve rivestire con le sensazioni che esse danno per rendere partecipe anche il lettore di quello che succede.
Questo penultimo ostacolo sulla strada della laurea venne superato brillantemente, tanto che al termine della prova ebbe i complimenti della commissione e altri dodici crediti scritti sul suo libretto.
Adesso poteva dedicarsi senza assili al progetto, a riprendere il filo del discorso col Borgo, che aveva dovuto accantonare per non essere distratta nella preparazione dell’esame. L’ultimo era tra tre mesi e non aveva particolari difficoltà. In novembre avrebbe preso accordi per la tesi finale. Dunque aveva tempo in abbondanza a disposizione.
Concordò con Eva di vedersi il secondo sabato di ottobre dopo che per diverse volte si era rimandato l’incontro per una causa o per l’altra. Giacomo faceva il pendolare mentre prendeva confidenza col nuovo lavoro. Eva avrebbe iniziato il suo stage di due mesi a Bologna col primo di novembre, mentre Marco continuava a fotografare. Però qualche altro attore si stava proponendo attraverso la fanpage per dare una mano nel recupero del Borgo ma erano ancora vaghe figure sfumate sull’orizzonte.
Emma continuava ad aggirarsi col passo felpato del gatto svelto a gettarsi sulla preda, perché con discrezione ascoltava e valutava le mosse della figlia senza però scoprire nulla di più di quel che conosceva già.
“Quel Giacomo è tenace” rifletteva sorniona e curiosa. Avrebbe voluto che la figlia trovasse un bravo ragazzo come lei aveva ritenuto a suo tempo Ernesto, anche se ultimamente lasciava un po’ a desiderare. Tutto sommato, si diceva, era meglio di tanti altri mariti di sua conoscenza. Aveva visto sbriciolarsi tanti matrimoni negli ultimi anni che pur con qualche difetto evidenziato di recente era pur sempre una persona con la quale stava ancora bene insieme. Arrivata alla soglia dei cinquant’anni e dei venticinque di matrimonio pensava che sarebbe stato difficile trovare una persona migliore di lui. Quindi era sufficiente chiudere un occhio, fingere di non vedere e sopportare. “Quel ragazzo ha del fegato, perché continua a telefonare nonostante Laura sia sempre pronta a sbranarlo e farlo a pezzi, soprattutto con la luna di traverso. Mi piacerebbe tanto conoscerlo, vederlo di persona ma se ci provo …”. Però non tentava mai.
Arrivato il sabato del sospirato incontro a quattro, Laura al termine del pranzo si barricò nella sua stanza, mentre Ernesto si stravaccava sul divano dinnanzi alla Tv per guardare i programmi sportivi di Sky. Emma sospirando in cucina infilava nella lavastoviglie piatti e bicchieri, quando il suo udito fine sentì il telefono di Laura squillare.
“Se abbassasse l’audio del televisore, potrei ascoltare quello che dice” si disse innervosita dalla voce petulante del cronista sportivo. In un momento di calma udì «… allora passi da casa a prendermi …» e basta perché tutto fu coperto nuovamente dal suono della Tv. “Se potessi .. ti sbatterei in testa questo piatto …” disse con un filo di voce irata e innervosita. Non era riuscita a capire quando sarebbe arrivato Giacomo con suo disappunto.
Era ancora in cucina, quando ascoltò un colpo di clacson deciso. “Sta a vedere che è il nostro Giacomo” disse avviandosi verso la finestra che dava sulla strada, quando si fermò stupita. Laura era agghindata con pantaloni e camicetta elegantissima e in mano teneva un cappotto leggero. Emma non ricordava nemmeno che la figlia possedesse quei capi d’abbigliamento.
“Dove sta andando? A qualche festa elegante?…” disse la madre guardandola sbalordita. Quasi non la riconosceva. «Se invece di infagottarsi con jeans sdruciti e maglione, si vestisse come oggi farebbe stragi di cuori maschili. Ma …» rifletteva osservandola come era vestita.
“Uffa! Mamma! Sempre a chiedere … dove vai? come sei elegante … Sto uscendo e basta …” rispose trattenendo il tono della voce con molta fatica.
“Che esci, lo vedo da me … Non penso che stai in casa vestita così …” replicò ironica.
La ragazza fece spallucce e proseguì come se le ultime parole della madre non le avesse pronunciate.
“Non aspettatemi per cena. Resto fuori …”.
“Non fare tardi. Prendi la macchina?” domandò sorniona.
“No!” fu la risposta secca di Laura.
“Ah! Come torni stanotte?”
“E’ un interrogatorio in piena regola questo?” replicò piuttosto irritata.
“No, no! Mi chiedevo ..”
“Fai troppe domande, mamma!”
“Ehi, voi due … avete finito di bisticciare?” disse con tono secco Ernesto.
“Ciao!”
“Fa la brava e non tornare troppo tardi” le disse baciandola sulla guancia con affetto per poi precipitarsi alla finestra.
Vide solo una vecchia punto e Laura infilarsi sul lato del passeggero.
“Sarà per la prossima volta” disse a malincuore.
“Ernesto …”.
“Che c’è ancora?” rispose irato.
“Nulla, nulla. Continua a guardarti il tuo televisore”.
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Speriamo che Laura presenti Giacomo alla madre al più presto! anche lei è piuttosto tenace nel tentare di scoprire il più possibile sul ragazzo, per quanto le sue tecniche investigative non sortiscano che risultati deludenti…
un altro bel capitolo…
un abbraccio
La madre è tenace come tutte le madri. Presentare Giacomo? Non lo so se sia una buona idea…
Grazie per il passaggio
Il rapporto conflittuale di Laura con la madre è molto realistico.
In realtà è un conflitto tra due generazioni
Anche se è un scontro tra generazioni ( come scrivi tu), la madre, come tutte le madri
fa bene a “indagare” sul chi, quando, come, a che ora, etcc…
Certo, non è affatto diplomatica, ma meglio avere una madre che si interessa che il contrario.
Aspetto novità sul Borgo, ma anche di Laura e Giacomo
Bravo, bravo
Un forte abbraccio
Mistral
SoNo d’accordo con te. E’ meglio sapere che ignorare e stupirsi poi.
Presto ci saranno notizie
Un forte abbraccio
Gian Paolo
La madre è degna di Laura: una gran bella coppia!
Mi è piaciuto molto il punto in cui ti soffermi a riflettere sul significato del vero giornalismo.
Bravo come sempre!
Un caro abbraccio.
Beh! in effetti si assomigliano un poco.
Ti ringrazio pe ri complimenti. In effetti ho espresso la mia opinione su come dovrebbe essere il giornalismo.
Un caro abbraccio
Molto interessante il tuo pensiero sul giornalismo:
“il giornalista va in cerca di notizie ma poi le deve rivestire con le sensazioni che esse danno per rendere partecipe anche il lettore di quello che succede…”
Abbraccionotte, amico mio
grazia.
Ti ringrazio per il tuo commento.
Serena notte
Un grande abbraccio
Bello, bello, bello ! Divertente, ritmato, fine psicologia dei personaggi e perché no, parole ben spese a favore di una categoria che ultimamente é stata spernacchiata un po’ da “tutti”.
Anche se poi “tutti” corrono a frotte, tra l’impavido, il cialtrone e l’impaurito, nelle braccia di “mamma giornalismo”.
Tant’é.
Ah, le mamme, sono uguali in tutte le latitudini e non importa di quanti fusi orari ti sposti in un senso o nell’altro.
Piacevolmente impiccione, testarde e romantiche, ma anche spietate analiste di se stesse, che vorrebbero per i figli solo il meglio. Sono mamme, una malattia incurabile.
Le mamme sono incurabili, specialmente con le figlie che vorrebbero accasare al meglio.
Per il resto del tuo commento ti dico grazie. Mi riempe di soddisfazione.
in effetti non si capisce se é meglio o peggio, la malattia della cura.
😛
Hai ragione E la madre della leonessa com’è? Curabile oppure no?
Sotto controllo. Almeno credo visto che in casa ci sto poco e anche mia figlia, con la scusa dell’università é poco a casa. Giusto il fine settimane, nel quale però deve attendere ai suoi impegni … volontariato, Azione Cattolica, amiche bisognose di spalle e adesso che può riprendere l’attività agonistica, ci saranno anche le partite.
Quindi, sì … sotto controllo.
🙂
Perfetto. La leonessa può ruggire indisturbata.
Da sabato, giorno della visita definitiva … sì
In bocca al lupo per sabato. Quasi nove mesi, mi pare.
Circa. Da settembre mese dell’operazione, ai giorni passati sì sono circa nove mesi.
Gestazione regolare, insomma.
L’importante che adesso il ginocchio sia apposto e funga.
Non vedo perché dovrebbe essere il contrario.
🙂
Un passaggio d’affetto per il mio amico G.P. per augurargli la buonanotte.
grazia
Grazie per il saluto notturno. Buon pomeriggio
Gian Paolo
Dolce serata caro Gian Paolo:)
Grazie, Simona
Deliziosa questa mamma ficcanaso (giustamente ficcanaso ha una figlia che è un mistero 😉 ) e non vedo l’ora di sapere del borgo… e dei suoi segreti!
bravo, è proprio bello questo racconto!
Beh! le mamme ficcanso ci sono sempre state e questa non smentisce la categoria.
I segreti del Borgo? Pazienta un poco.
Grazie per i complimenti
Mi domando come mi comporterò io quando i miei figli saranno grandi e vorranno fare tutto da soli. Anzi, a ben pensarci, già hanno cominciato. Sempre più interessante 🙂
I tempi cambiano e molto in fretta. Adeguarsi non sempre è sufficiente, trovare il compromesso di essere partecipi e spettatori della crescita dei nostri figli non è facile. Il mestiere di genitore è sempre più complicato.
Grazie per seguire questo mio racconto un po’ fantastico, un po’ reale.
Scherzi? Grazie a te!
Io ringrazio sempre chi mi legge. Senza loro non ci sarbbe gusto a scrivere. Critiche buone o cattive meritano sempre un grazie
Tutte buone per te! Quando vuoi sapere come va a finire certamente è una cosa ben scritta! Alla prossima puntata
Interessante, ohmarydarling è questo scritto di Elast.
http://d.repubblica.it/dmemory/2013/04/27/attualita/news/153ela838153.html
Interessante lo è davvero. Mi viene in mente una frase di Russell: se non sei socialista a venti anni sei senza cuore, se non sei conservatore a cinquanta sei senza cervello. 😉
Frase per frase. Ricordo quello che diceva mia nonna. Sei uno non ha capire a quindici anni, non ne ha nemmeno a trenta.
Io a quindici anni non capivo un tubo. Sono senza speranza 😀
Nemmeno io! Siamo sulla stessa barca, dunque
No, siamo su WP
Giusta osservazione. Come vedi continuo a non capire nulla!
Hehehe!