Formavano un piccolo cerchio sotto l’ombra incerta di un arbusto del quale ignoravano il nome. Qualche farfalla colorata volava sui fiori spontanei della radura, muovendo le ali con timida frequenza.
Giacomo osservò questo spettacolo affascinato, perché gli pareva essere ritornato bambino quando viveva ai margini della città dove si estendevano ancora i campi di erba medica dai colori violetti intensi e dal profumo penetrante. Adesso al loro posto c’erano scatoloni di cemento e tante villette in pietra a vista pretenziose, mentre le farfalle erano sparite. Si era estraniato dalle discussioni che Laura e gli altri due facevano. Era come se avesse calato intorno a sé una sfera di cristallo per relegare all’esterno le voci umane e ascoltare solo il canto della natura.
Era perso nel suo zigzagare della mente, inseguendo il volo delle farfalle e il ronzio di insetti, dei quali non percepiva visivamente nulla, quando fu riscosso dalla voce di Eva.
“Non hai nulla da dire?” chiese la ragazza scuotendolo con un leggero tocco della mano. Aveva avuto l’impressione che pur con gli occhi aperti stesse dormendo e quindi lo sfiorò delicatamente per destarlo dolcemente.
“Ehm! Ma .. veramente ..” cominciò a farfugliare come se fosse stato risvegliato nel bel mezzo di un sogno molto stimolante.
Laura rise in silenzio e pensò che era veramente buffo quel ragazzo. Avrebbe voluto carpirgli qualche pensiero, perché era sicura che sarebbe stato interessante per lei. Le piaceva, il perché non lo sapeva con certezza ma qualcosa le suggeriva che sarebbe stato un bel compagno se le avesse fatto qualche mossa, che lei giudicava ardita, per avvicinarsi a lei. Non amava andare in avanscoperta ma preferiva che il primo passo lo facesse lui. «Sarà vero?».
“Mi sono distratto un attimo” farfugliò incerto, sapendo di mentire. “Osservavo quella farfalla e sono ..”.
“Abbiamo capito” disse rassegnata e sorridente Eva. “Non hai seguito i nostri discorsi”.
“Sì, ho perso qualche frase ma se ..” continuò arrossendo visibilmente nel tentativo mal riuscito di recuperare un po’ di credito. Era tutto inutile, perché più tentava di giustificarsi più si impappinava con le parole che sembravano arrotolarsi su se stesse.
Tutti risero, mentre Giacomo non comprendeva il motivo di quelle risate. «Mi stanno prendendo per i fondelli?” si chiese un po’ innervosito.
“Ti faccio un piccolo riassunto di quello che ci siamo detti” disse conciliante Laura per stemperare il nervosismo del ragazzo.
“Bene. Ti ascolto” rispose più calmo.
La ragazza cominciò con illustrargli la sua idea.
“Mi affascina l’idea di ricostruire la rocca, qualche casa e recuperare la chiesetta. Il campanile sembra l’unica costruzione ancora in piedi. Un progetto ambizioso il mio ma Eva mi ha fatto notare tutte le difficoltà dell’operazione. In primo luogo le necessarie autorizzazioni. Nessuno di noi conosce o ha un’idea di cosa serva e a chi chiederla. Poi per aprire il cantiere serve un progettista, un direttore dei lavori e non so quante altre figure”.
Laura fece una piccola pausa per bere da una bottiglietta posta tra le sue gambe, mentre Giacomo metabolizzava le informazioni.
Eva si accostò a Marco per sussurrargli qualcosa.
“Si è accorta che Giacomo è un bel ragazzo e gli sta ammannendo un bel zuccherino per addolcirlo un po’. Certo che non sarà facile per lui convivere con Laura, perché è un bel peperino, che non accetta sconfitte. O vince oppure vince. Il vocabolo «perdere» è stato cancellato dal suo dizionario”.
Marco sorrise annuendo la sua approvazione.
“Mi pare di stare in una gabbia di matti” rifletteva mentre ascoltava le parole che cercavano di riassumere tutte le loro chiacchiere. “E’ un progetto o, forse è più corretto dire, un sogno pazzesco che potrebbe trasformarsi in un incubo senza fine. Chi ci mette i soldi per comprare i materiali? Chi paga gli operai, progettisti e tutti gli altri? E poi chi di noi ha mai preso in mano una cazzuola? Tirato a piombo un muro? No, no. E’ matta da legare”.
Giacomo cominciava a immagazzinare le informazioni e subito il pensiero corse al fiume di denaro che sarebbe servito.
“Cosa ne pensi?” chiese con tono gentile Laura.
Il ragazzo attese un momento prima di rispondere. Non era sua intenzione affossare il progetto perché Laura, a parte il caratterino, gli piaceva. Però nello stesso tempo lo giudicava irrealizzabile. Un bello scontro tra assecondare la ragazza e tagliare l’erba sotto i piedi al piano di recupero.
“Un progetto ambizioso ma ..”.
“Solo ambizioso?” lo incalzò la ragazza.
“Veramente è come scalare il Monte Bianco a mani nude” replicò deciso. “E come pensi di realizzarlo?”
“Speravo nel vostro aiuto e di qualche altro volenteroso ..”.
Giacomo deglutì vistosamente al pensiero di imbarcarsi in questa spedizione in partenza verso l’ignoto, affrontando il mare in tempesta su una fragile zattera. Questi pensieri gli mettevano angoscia.
“Beh! Io ho un po’ di tempo libero ora mentre cerco qualcosa ma poi ..”
“Non ho mica chiesto un impegno a tempo pieno. Tutti noi abbiamo qualcosa da fare. Io preparare gli ultimi esami e la tesi. Eva pure. Marco non lo so ma suppongo che abbia un lavoro ..”.
“Si, in effetti lavoro ..” intervenne per confermare quanto detto da Laura.
“Poi ho intenzione di creare una fanpage dell’impresa e trovare altri sodali ..”.
Un silenzio rotto solo dal ronzare degli insetti calò sulla radura come se tutti avessero perso la voce.
“Ma ho ascoltato solo difficoltà e nessun accenno se è fattibile” riprese la ragazza osservando a uno a uno gli altri compagni di avventura.
“Veramente ..” cominciò Giacomo un po’ titubante. “L’impresa mi sembra complicata da molti fattori. Poi che sia fattibile nessuno lo mette in dubbio ma dipende da quante energie fisiche ed economiche ci mettiamo, in quanto tempo lo vogliamo realizzare e come pensiamo di arrivare in fondo”.
Il pensiero quadrato e razionale dell’ingegnere affiorava come un fiume riemerge dal sottosuolo.
“Ho capito” disse innervosita Laura. “Non avete intenzione di darmi una mano”.
“Non è questo il punto” intervenne Eva che era rimasta in silenzio ascoltando le voci degli altri, “Il guaio è che, viste le condizioni dei ruderi, rischiamo un bel flop in tutti i sensi ..”.
“Beh! Almeno ci abbiamo provato” replicò piccata.
“Ma accetteresti la sconfitta?” domandò Marco, che fino a quel momento era stato in religioso silenzio per non innescare polemiche tumultuose.
“No di certo!”
“Dunque se il progetto non riesce a decollare e a raggiungere l’obiettivo, tu non l’abbandoneresti!”
“Assolutamente sì! Lotterei finché il borgo non torni a vivere”.
“Quindi hai dichiarato il falso dicendo che almeno ci abbiamo provato, perché in realtà lotteresti a oltranza”.
Laura lo guardò con aria feroce, perché per lei ogni impresa iniziata doveva essere portata a termine senza se senza ma.
“Ma nessuno di noi ha esperienze in questo campo né ha possibilità economiche per portarlo a termine” incalzò Marco.
“Nessuno nasce maestro. Si impara tutto e siamo tutti allievi. In conclusione basta volere, che si raggiungono tutti i traguardi” replicò decisa.
“Okay, okay. Abbiamo capito tutto” continuò il ragazzo. “Chi ci sta a lavorare al progetto «Recupero del Borgo»?” chiese guardandosi in giro con un sorriso beffardo.
Nessuno rispose all’appello, tutti a occhi chini fingendo di guardarsi intorno.
“E io che ci avevo creduto sulla vostra lealtà ma mi devo ricredere” concluse una Laura delusa e irata. Si alzò decisa e cominciò a passeggiare nervosamente.
Marco scrutò gli altri compagni prima di levarsi in piedi e affermare con decisione. “Laura, io ci sto. Non so che aiuto posso darti, perché il lavoro manuale non fa per me. Qualsiasi oggetto, che non sia una macchina fotografica, è un’arma impropria nelle mie mani . Riesco solo a combinare guai”.
La ragazza si fermò e lo osservò con attenzione. Non si aspettava un’uscita del genere. L’aveva sorpreso con la sua adesione, mentre conveniva che l’aveva giudicato male.
“Anch’io”. “Anch’io”. Furono le altre due voci che si unirono a Marco.
A Laura tornò il sorriso, come se le nubi temporalesche fossero state spazzate via dal vento.
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Allora si comincia… sono proprio curiosa di vedere quali sorprese hai in serbo per noi sotto tutti quei ruderi!
un capitolo che scorre velocissimo lasciando il desiderio di andare avanti…
un abbraccio
E sì l’avventura comincia .. Sarebbe stat una sorpresa che il progetto fosse morto prima di iniziare.
Un abbraccio
Stiamo entrando nel vero milieu della narrazione.
Il dialogo è stringente.
Il plot narrativo emozionante.
Abbraccio incuriosito.
grazia
Dette da te mi danno un piacere doppio perché significa che sono riuscito a cogliere l’essenza della storia.
Un abbraccio
Gian Paolo
Laura è veramente un grande personaggio, secondo me fra i tuoi migliori in assoluto.
E la storia scorre che è una meraviglia, con i riflettori puntati ora su uno ora sull’altra. Concordo con Grazia a riguardo dei dialoghi, veramente ottimi.
Un caro abbraccio.
Laura mi piace. Mi danno soddisfazione le vostre parole.
Spero di ricambuiarle con una storia stimolante.
Un abbraccio
Laura mi piace. Mi danno soddisfazione le vostre parole.
Spero di ricambuiarle con una storia stimolante.
Un abbraccio
Splendida Domenica Gian Paolo BACI!
Ricambio la splendida domenica, Simona. Baci
Il personaggio di Laura anche se è bello e forte, inizia un po’ ad essere antipatico (per me, ovviamente).
Possedere un carattere forte o quasi, non vuol dire avere sempre l’ ultima parola.
Per il resto, tutto scorre, come le acque di un piccolo ma incantevole torrente in mezzo alla natura
Bravo
Un abbraccio
Mistral
Laura può diventare antipatica col suo modo scontroso e da prima donna ma non sempre tutti i personaggi possono apparire simpatici.
Grazie per l’attenta lettura e spero che quello che seguirà ti possa piacere.
Un abbraccio
Gian Paolo
Laura può diventare antipatica col suo modo scontroso e da prima donna ma non sempre tutti i personaggi possono apparire simpatici.
Grazie per l’attenta lettura e spero che quello che seguirà ti possa piacere.
Un abbraccio
Gian Paolo
✿.✿¯`•.CIAO¸ ¸.•´¯✿✿¯`•.BUON¸ ¸.•´¯✿.✿
✿.✿¯`•.¸LUNEDI ¸.•´¯✿✿¯`•.NANCY¸ ¸.•´¯✿.✿
Grazie, Nancy. E la settimana sia bella e felice.
Gian Paolo
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Grazie!
Ti leggo sempre e apprezzo anche se non commento! Un abbraccio
Grazie, Elena. Passo poi dal tuo blog.
Non so perchè, ma il paragone corre con il tutolo di un brano di Ligabue: Tra palco e realtà.
La realtà delle piccole e grandi burocrazie, il bisogno di finanziamenti, perché senz’acqua la papera non galleggia.
Di contro la fantasia, il sogno, l’utopia di rimettere le cose al loro posto, nelle giuste dimensioni, recuperando anche valori e sentimenti.
Perché non c’é solo da rimettere ordine tra le pietre, ma anche negli animi dei vari personaggi.
Sarà un’opera di restauro da seguire con molta attenzione.
Bravo al nostro mastro comacino
🙂
Questo oscillare tra la realtà, dura e impietosa, e la fantasia, libera di rincorrere l’utopia, rappresenta uno dei motivi che mi stanno ispirando, sia pure con qualche fatica.
Il mastro comacino chi sarebbe?
La fatica aiuta, perché le cose migliori implicano pazienza, accuratezza. Quello che leggo nei capitoli.
Ma come chi é il mastro comacino?
Mi perplimo.
🙂
Mi perplimo?
Forma utilizzata o forse stra usata in ambito splinderiano.
Mi é balzata alla memoria improvvisamente.
Comunque c’é una dotta citazione, a proposito , dell’Accademia della Crusca
Come sono ignorante .. Però grazie a te ho colmato una lacuna.
Ma valà. La prima volta che l’ho letto anch’io mi sono stupito, poi per caso ricercando altro sul sito dell’Accademia ho trovato anche quello.
Mi sono detto: se lo dice la Crusca … chi sono io per non utilizzarlo?
🙂
Adesso lo posso usare anch’io..
Certo !!!
Benissimo
Questo oscillare tra la realtà, dura e impietosa, e la fantasia, libera di rincorrere l’utopia, rappresenta uno dei motivi che mi stanno ispirando, sia pure con qualche fatica.
Il mastro comacino chi sarebbe?
Laura sembra un ciclone, non riesco a farmela piacere, come persona, ma certo sa trascinare gli altri. Sai cosa mi ha sorpreso, leggendo? che anticipavi in ogni battuta le mie reazioni, nel senso che avrei ribattuto esattamente come i ragazzi.
Però le dicono di sì. Anche se è come gettarsi a capofitto da una rupe… aspetto il seguito! 🙂
Il sapere che le battute dei ragazzi erano anche le tue reazioni mi fa piacere. Per me hanno un significato preciso: sono riuscito a pensare come avrebbero reagito nella normalità dei ragazzi di quell’età.
Laura? Può apparire antipatica col suo modo di fare ma spero che col proseguo possa piacere.
L’impresa? E’ delirante ma chissà in che modo riusciranno a portarla a termine.