Il Borgo – Capitolo 4

Era il 5 settembre del 2009, quando Laura scese in strada per aspettare i compagni di questo viaggio visionario e fantastico. Era eccitata, come la prima volta che aveva affrontato da sola un tour in Germania, e nel contempo intimorita e impaurita per la complessità del progetto che desiderava avviare.

La giornata prometteva bene. Un bel sole caldo riscaldava l’aria, appeso in un cielo terso e limpido privo di nuvole. Aveva trepidato leggendo le previsioni meteorologiche di Arpa dell’Emilia Romagna nei giorni precedenti. «Oggi annunciano sole pieno e tempo sereno con temperature intorno ai 20°» diceva dentro di sé per esorcizzare il timore che avessero sbagliato le stime. «Non sarebbe la prima volta e neppure l’ultima» rifletteva mentre si lisciava i capelli per il nervosismo.

Era raccolta in queste riflessioni, quando osservò una vecchia Punto che accostava timidamente al marciapiede qualche metro dopo di lei. Non aveva mai visto i loro visi come loro non avevano avuto la possibilità di vedere una sua fotografia. Quindi era un incontro al buio e tutte le cautele erano d’obbligo per non incappare in malintesi antipatici.

“Forse è Giacomo” pensò rimanendo immobile dov’era.

Dall’auto scese un ragazzo non molto alto coi capelli scuri tagliati corti ma non troppo. Una leggera peluria biondo rossiccia incorniciava il viso ma era lo sguardo franco e accattivante che la colpì. Si mossero quasi all’unisono andandosi incontro.

“Laura?” chiese un po’ incerto.

“Giacomo?” rispose la ragazza, allungando la mano.

“Felice di conoscerti” replicò, stringendola con vigoria senza stritolarla.

Una risata ruppe l’incantesimo del momento, sciogliendo quel leggero velo di incertezza che li aveva colti.

“Manca solo Eva”. Tacque una frazione di secondo prima di riprendere a parlare. “Hai qualcosa da caricare sulla mia Panda 4X4?”

“Si” disse, aprendo il baule della Punto per estrarre uno zaino della Invicta gonfio e pesante.

Erano intenti nel trasbordo, quando videro una Polo grigia che avanzava verso di loro con lentezza come se stesse cercando qualcuno. Laura notò che era una coppia di ragazzi, un uomo e una donna, e non li associò a Eva. «Dovrebbe arrivare una ragazza e non una coppia. Forse stanno cercando qualcun altro che non sono io» rifletté, osservando l’auto con la coda dell’occhio, mentre manovrava per accostare al marciapiede. Parcheggiò dinnanzi alla macchina di Giacomo, perfettamente allineata al cordolo.

“Forse hanno necessità di informazioni” si disse controllando le mosse degli occupanti.

Un ragazzo e una ragazza si mossero verso di loro. La giovane non era molto alta e aveva un bel sorriso luminoso. A Laura piacque immediatamente. Il giovane era alto e biondo dal viso serio e leggermente annoiato. Però si faceva notare per il modo franco di camminare. Sicuro di sé e per nulla altezzoso.

“Ciao. Sono Eva” esordì la ragazza. “Laura?”

“Ciao” rispose. “Benvenuta in questa compagnia di visionari amanti della natura”.

Osservò il ragazzo con attenzione domandandosi se era un semplice accompagnatore oppure era un aggregato inatteso e dell’ultima ora.

“Questo è ..” disse Eva girandosi verso il compagno che stava alle sue spalle. “Questo è Marco, il mio ragazzo. Se non è d’impiccio, ci farà compagnia in questa escursione”.

“Ciao” rispose Laura, che quasi si stava dimenticando di Giacomo. “Certamente è il benvenuto tra noi”. Poi come colta da un’improvvisa folgorazione aggiunse ridendo per coprire l’imbarazzo. “Non vi ho presentato Giacomo, l’altro componente della spedizione”.

Una serie di «Ciao» e un intreccio di mani misero fine alle presentazioni.

“Ho strappato Marco dal suo antro, la camera oscura. Lui ama la fotografia ed è un valente fotografo. Credo che le sue magie ci possano essere utili oggi ma anche domani se il progetto prende forma” disse Eva per giustificare la presenza del compagno.

“Meraviglioso” esclamò Laura battendo le mani come una bambina felice di aver ricevuto un regalo inatteso.

“Calma, calma. Eva mi spaccia per un Frank Capa in miniatura ma sono molto meno abile. Un modesto dilettante al quale piace inquadrare degli oggetti e delle persone” replicò senza troppi trionfalismi.

“Non dategli ascolto. Marco è bravissimo. Vedrete e toccherete con mano la sua abilità con gli obiettivi”.

“Bene. Che ne dite di avviarci?” chiese Laura. “Avete qualcosa da scaricare, prima di metterci in viaggio?”

Marco si avviò col suo passo deciso e svelto verso il baule della Polo, da dove tolse uno zaino, una sacca e delle borse tipiche del fotografo.

Il viaggio stava iniziando sotto i migliori auspici. Lasciata Bologna avevano deciso di percorrere la via Emilia per godersi un viaggio meno monotono rispetto all’autostrada.

“Facciamo una sosta da Dino” disse Laura, dirigendosi verso Castelguelfo.

“Chi sarebbe?” chiese Eva.

“Un bar pasticceria dove possiamo fare un’ottima colazione e portare con noi un bel dolce della casa”.

“Ma lo conosci?” chiese curioso Giacomo.

“No. Cercando sul web qualche notizia ho trovato sul sito Itinerari di Bologna che andando verso Castiglioncello c’è questa ottima pasticceria”.

“Ma allora ci usi come cavie?” proseguì per nulla convinto Giacomo. A questa battuta tutti risero, perché era stata detta con un tono talmente serio e compunto che non era possibile resistere.

“Ma no! Ne ho sentito parlare. Un tempo era famosa. Cosa costa fermarci?” disse cercando di togliere i dubbi.

“Ma perché parli al passato?” continuò imperterrito l’ingegnere. Ormai il dialogo pareva surreale: da una parte Laura che tentava di fugare le perplessità senza riuscirci, dall’altro Giacomo che incalzava con nuove domande senza essere persuaso dalle spiegazioni.

“Ma sei sempre così diffidente?” chiese Eva.

“No, non sono diffidente” si difese il ragazzo. “Mi piace capire quello che si fa e ..”

“Spaccare il capello in quattro” sbottò Marco.

“No, no!” disse Laura. “Sei un ingegnere tosto e quadrato. Fai benissimo a chiedere”. Non voleva dare l’impressione che tutti remassero contro di lui.

“Beh! Insomma .. Manca molto per arrivare da Dino. Almeno il caffè lo fa?” replicò arrossendo un po’.

“Credo di sì. La pubblicità parlava di pasticceria bar. Non siamo molto distanti. Ancora qualche minuto di strada”.

“Sembri pratica delle strade ..” notò Giacomo.

“Eh! Beh! Sì” farfugliò Laura. “Non hai mai sentito parlare del outlet di Castelguelfo?”

“No. Mai” esclamò divertito il ragazzo. “E roba da donne ..” aggiunse calando di nuovo la maschera della persona seria.

“Ci passiamo di fianco. E’ ancora presto ma tra poco le strade saranno intasate di macchine”.

L’atmosfera nell’abitacolo s’era riscaldata con battute e frecciate ma si respirava un bel clima.

Fatta la sosta da Dino, ripresero la via Emilia fino a Imola, dove presero la provinciale la Montanara che avrebbe condotto verso la meta del viaggio.

Era passato da poco più di un’ora dalla partenza, quando raggiunsero Castel del Rio, prima di affrontare l’ultimo tratto del viaggio verso il borgo fantasma. Si fermarono in paese per una rapida visita, perché avevano letto che meritava una piccola sosta, prima di proseguire per Moraduccio, quattro case immerse nel verde dei primi contrafforti dell’Appenino tosco-emiliano al confine con la Toscana.

Marco estrasse una reflex per scattare diverse istantanee degli angoli più caratteristici del paese. L’occasione permise a Laura di osservare meglio la coppia, che le pareva ben assortita e affiatata. Lui di sicuro non aveva il sorriso contagioso, perché era sempre serio ma mai col broncio. Dalla battuta pronta e incisiva non perdeva l’occasione per far sentire la sua voce. Alla ragazza fece un’ottima impressione e avvertì una certa invidia nei confronti di Eva, solare e sorridente. Se il ragazzo appariva introverso, lei era di certo estroversa. L’impressione era che fossero complementari e mai antagonisti. Mentre osservava il ragazzo, concentrato nello scegliere l’inquadratura più vicina ai suoi gusti di fotografo, la ragazza chiacchierava fittamente con Giacomo, come se fosse disinteressata a Marco.

Laura rifletté che era solo apparenza, perché con discrezione seguiva l’armeggiare del compagno, pronta a portargli la borsa, qualora se ne presentasse la necessità.

“Si” convenne dopo queste osservazioni. “Sicuramente è una coppia ben affiatata. Nessuno dei due sta col fiato sul collo dell’altro”.

Mentre faceva queste considerazioni, la sua attenzione cadde su Giacomo, che era rimasto defilato dopo il duetto per la sosta da Dino.

“L’ho trascurato” pensò la ragazza. “Dopo il primo contatto ho scambiato con lui solo quattro battute per lo più banali e scontate”.

Non era riuscita ancora a inquadrarlo perfettamente. Le sembrava tetragono agli entusiasmi suoi e di Eva ma forse era solo una sensazione passeggera.

Mentre Laura era impegnata a valutare e riflettere sui compagni di viaggio, Giacomo analizzava Laura, Eva e Marco.

Gli era sembrato che Laura prestasse troppo interesse a Marco, che per contro pareva poco interessato a lei. Però era simpatica e piena di idee. «Un piccolo vulcano in perenne eruzione» era il concetto che si era fatto. Senza dubbio aveva un certo fascino che colpiva la sua immaginazione. “Alta nella media. E’ leggermente più bassa di me. Se mettesse i tacchi mi sovrasterebbe” rifletteva, osservandola con rapidità mentre chiacchierava con Eva. “Però sono quegli occhi mobili e luminosi il punto di forza del suo aspetto. Quel grigio per nulla slavato, appena venato di un azzurro pallido mi hanno colpito fino dal primo istante”.

Un altro aspetto aveva accesso il suo interesse: la capacità di parlare con proprietà su argomenti diversi tra loro.

Fino quel momento non era pentito di aver accettato questa avventura quasi irrealizzabile. “Sono tutti veramente simpatici. Ascoltarli è un vero spasso”.

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23 risposte a “Il Borgo – Capitolo 4”

  1. Cominciano a delinearsi le personalità dei vari protagonisti, in base alle impressioni che gli stessi hanno gli uni degli altri… un ottimo metodo per rendere ancora più reale la lettura
    nell’attesa… un abbraccio

  2. Ha ragione Maria d’Ambra. Il tuo è un ottimo metodo (vagamente mi ricorda Ken Follett) per far conoscere bene i personaggi. Quattro personalità distinte che per il momento mi piacciono tutte.
    Promette bene!
    Un caro abbraccio.

  3. Buon mattino Gian Paolo
    Analisi perfetta e piacevole dei quattro ragazzi, con descrizione precisa e interessante dei luoghi
    nominati
    Aspetto incuriosita il seguito
    Abbraccio + baci
    Mistral

  4. Sono sempre impressionata dal coraggio di chi utilizza i dialoghi diretti. A me fanno troppa paura. Forse quando sarà grande… 🙂

    1. Allora cresci in fretta .. Anch’io all’inizio ero terrorizzato dai dialoghi, perché avevo sempre l’ossessione di scrivere delle scemate. Poi col tempo ..sono cresciuto

  5. la diffidenza e l’entusiasmo, i pensieri che analizzano ogni particolare… sembra di vederli catalogare le prime impressioni e sentirsi partecipi di un’avventura!
    Realistici e ben descritti… io li seguirei! 😀

  6. credo di aver passato la maggiorparte della mia giornata in tua compagnia 🙂 piacevole compagnia. Tornero’ appena possibile per sapere come prosegue l’avventura dell’intraprendente Laura!
    Ti auguro una splendida notte!

    1. Mi fa piacere sapere che hai trascorso una giornata piacevole, leggendo qualcosa di mio.
      Per quanto riguarda Laura mancano solo sette capitoli per metterti in pari. Non molti ma nemmeno pochi.
      Ricambio l’augurio che la notte sia felice e intrigante.

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