Capitolo 20

L’orto era un ampio spazio di terreno ricavato tra i vecchi argini del Po di Ferrara e l’attuale alveo fluviale. Il terreno era ricco di humus favorendo la crescita delle piante. In un angolo c’era diverse piante da frutto in fiore che d’estate mitigavano la calura con la loro ombra. Uno stradello erboso correva lungo l’argine e consentiva di accedere all’abitazione di Francesco anche dal retro.

Laura era all’ombra dell’albicocco, carico di piccoli frutti e pieno di foglie nuove, mentre rifletteva sulla sua situazione. Non era felice non perché fosse triste ma perché il tempo passava e le carrozze non si fermavano davanti alla porta di casa. Passavano e sparivano alla vista, mentre le poche erano carretti malandati o carrozze di malaffare.

Teneva le braccia a proteggere il corpo, quando udì la voce della madre che la cercava.

“Sono qui, madre” disse con un tono alto per farsi sentire. “Sono sotto l’albicocco a riposare”.

“Laura” disse quasi urlando Paola. “Laura, il segretario del Duca vi manda questa missiva e domani al tocco passerà a prendervi. La destinazione è la delizia di Belfiore! Prendete” e le allungò un foglio piegato in quattro e sigillato con la ceralacca.

La ragazza prese dalle mani della madre il messaggio e appariva indecisa se aprirlo o conservarlo chiuso come un ricordo prezioso da non sciupare. Paola rimaneva ferma e decisa di conoscerne il contenuto. Un osservatore l’avrebbe paragonata al falco che artiglia il braccio di cuoio del falconiere pronto a spiccare il volo e ghermire la colomba.

“Che c’è ancora, madre?” chiese con un filo di voce la ragazza, vedendola lì impalata e muta.

“Non l’aprite? Non la leggete?” replicò senza rispondere alla domanda.

“Certamente ma volevo rifiatare. L’emozione mi ha obliato i pensieri”.

Poi con lentezza rotto il sigillo e dispiegato il foglio cominciò a leggere con una leggera fatica, perché ci metteva tempo a focalizzare il senso delle parole. Aveva imparato a far di conto, leggere e scrivere sotto l’occhio attento di suor Lucia, la madre badessa del monastero di Sant’Agostino. La religiosa aveva sperato che Laura prendesse il velo di novizia ma le sue aspettative andarono deluse.

“Madre Lucia, voi sperate che io prenda i voti di novizia ma la vita del monastero non si addice alla mia indole. Amo gli spazi aperti e sopporto a stento le imposizioni dall’alto. Sono uno spirito libero che vuole vivere la sua vita nel rispetto dei precetti della Santa Madre Chiesa. Vado a Messa tutte le domeniche e le feste comandate. Mi comunico ogni settimana e ascolto le prediche di padre Francesco. Alla sera prima di coricarmi dico tre Ave Maria, due Pater Noster e un Confiteor per ringraziare Dio della giornata che mi ha concesso e per rimettere i peccati commessi. Però qui si ferma la mia devozione”. Fu questo il discorso che Laura a quindici anni fece alla badessa per sottrarsi al pressing non troppo velato affinché entrasse nel monastero. La sorella Lucrezia, invece non seppe resistere e abbracciò la vita conventuale.

“Vi prego, non tenetemi sulle spine. Cosa dice il messaggio?” continuò Paola, perché la figlia tardava a rivelare l’argomento della missiva.

“Nulla, madre. E’ un semplice invito a trascorrere il pomeriggio di domani nella delizia di Belfiore in compagnia della corte ducale. Il Duca offrirà un banchetto per onorare il Santo Patrono. Niente di speciale, dunque. Un banale invito” disse arrossendo alquanto per nascondere l’imbarazzo di recarsi a corte, sia pure nella delizia.

La madre, raggiante, non stava più nella pelle e sbottò.

“Come niente di speciale? Un invito a corte e voi lo classificate come se fosse una bagattella. Ma quale colpa devo espiare, per aver partorito una figlia come voi?”

“Madre, è un semplice invito a trascorrere un pomeriggio nella delizia e nulla più. Anzi sono imbarazzata e mi sento inadeguata, perché non ho vesti da indossare adatte all’occasione”.

“Potresti indossare quell’abito con la scolatura a U bianco e blu con quelle scarpine di panno rosso.”

“Ma madre, non mi sembra adeguata all’occasione e alla giornata. E’ leggero per la stagione e poi mostra il petto. Farebbe una pessima figura come se ..”

“Cosa come se ..? Dovete colpire l’immaginazione del nostro Duca e quella veste di lino e mussola fa proprio il caso vostro” replicò decisa Paola.

“Ma è sconveniente! Mostra le braccia nude e poi è troppo scollato. Non sai i commenti degli altri?”

“I commenti malevoli, pettegoli e invidiosi degli altri non importano. Quello che conta è l’opinione del Duca. Questa deve essere la migliore possibile. Dunque veste e scarpe saranno quelle. Ora salgo e la metto ad arieggiare. Domani dovete essere bellissima. Chiamerò la Jolanda per acconciarvi i capelli, raccogliendoli a treccia sul capo”.

“Madre, se lo dite a Jolanda, lo saprà tutta la contrada in un battere di ciglia” disse spaventata Laura.

“E’ quello che voglio. Tutta la contrada di San Paolo deve sapere che Laura, la figlia di Francesco, è invitata a corte per festeggiare San Giorgio” e girati tacchi, rientrò in casa.

La ragazza rifletté a lungo, rileggendo la missiva. Non aveva confessato che l’incontro alla delizia di Belfiore era solo col Duca senza la corte. Di banchetto e festeggiamenti di San Giorgio non se ne parlava minimamente. Però quello che la preoccupava era il tono che non lasciava molto spazio al vero obiettivo: era la sua persona e questo la spaventava molto.

“Se mi chiede di andare a letto con lui cosa devo rispondere? Se è sì, come andrà a finire? Se fosse no, tanto varrebbe rifiutare fin da subito. Non credo di avere molte scelte o frecce nel mio arco ma devo vendere cara la pelle dell’orso. Come? Non lo so. Ora prepariamoci mentalmente all’incontro. Avrò bisogno dell’aiuto di Dio per superare questa prova”.

E si alzò per salire nella sua stanza. Doveva scaldare un po’ d’acqua per un bagno purificatore.

“Domani sarà una giornata difficile”.

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18 risposte a “Capitolo 20”

  1. ciao come sempre dovrei legger le puntate precedenti….
    ti ringrazio cmq per i tuoi commenti sia per okanimali che per casalinga, per la linea adsl pare vada solo che nn si connetteva lo stesso devono controllare non so bene cosa, va a singhiozzo, poche ore fa ad es nn andava e ora si…..cmq hai ragione continuero’ a rompere finche la cosa nn si stabilizzi !! ciao

  2. Mi piacciono moltissimo le tue descrizioni della natura. Lo stile di scrittura, poi, migliora sempre più – anche se non affatto scordato i tuoi precedenti lavori. Adesso aspetto di scoprire ciò che succederà nel prossimo capitolo.
    Un caro abbraccio.

  3. …mi immedesimo nel personaggio…anch’io non saprei cosa fare! Sono curiosa di vedere come Laura risolverà la situazione. Mi piacciomo molto le tue descrizioni paesaggistiche.

  4. Buon mattino Paolo, seppur lusingata dalla corte del duca, proprio non vorrei trovarmi nei panni della
    giovinetta e bella Laura. Ma che fare… spero che qulacosa o qualcuno possa aitarla nel
    prendere la decisione giusta.
    Ti leggo, ti seguo, t’ammiro e t’abbraccio
    Mistral

    1. Consigli per Laura? E’ lei che deve trovare da sola la via maestra.
      Grazie per il ti leggo
      Grazie per il ti seguo
      Grazie per il ti ammiro (forse mi sopravvaluti)
      Però l’abbraccio (virtuale) è sincero

  5. Oltre che nel giardino di Laura, ci hai portato nel campo delle scelte; da brava guida qual sei, non poteva essere diversamente.
    Perché qui le scelte sono obbligate.
    Negarsi al Duca e di conseguenza negarsi e negare ai congiunti una vita tranquilla per il futuro?
    Cedere nella sottile speranza che il domani sia migliore dell’incertezza dell’oggi?
    Soprattutto si é forti abbastanza per convivere nel proprio futuro, sia nell’uno che nell’altro caso?
    Sarà interessante scoprire i motivi della scelta risolutiva.

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