Prove di Amanda

Era salito alla baita a maggio, quando l’estate pareva iniziare, come faceva regolarmente da quando era andato in pensione. Lì sarebbe rimasto finché le prime nevi non rendevano difficoltoso lo scendere in paese. Non aveva più la capacità di adattamento di molti anni prima e qualsiasi attività fisica diventava sempre più faticosa.
Il bosco degli elfi lo accoglieva felice. Percepiva il loro benvenuto non appena imboccava lo sterrato. Lui mutamente ricambiava il saluto, abbracciando idealmente tutti gli abeti e i larici.
Si sentiva a casa come nel lontano 2009, quando era salito per la prima volta con Marco e Elisa.
Pietro fissava il fuoco che scoppiettava nel camino e tornava indietro con la memoria a quel giorno quando aveva trovato Amanda. Un fiume di ricordi si addensavano nella testa in maniera caotica scomparendo o riaffiorando come un corso d’acqua carsico.
Erano passati molti anni da quel momento, mentre lei cresceva forte e robusta col carattere di Elisa, che ricordava bene. Pietro era stato un padre pieno di premure senza mai eccedere. Nessuna donna le aveva fatto da madre e questo aveva avuto il suo peso. Lui non si era mai sposato. Però non ne avevano mai parlato mentre lei non aveva mai domandato chi era la sua e perché non era mai stata con loro. Nonostante questo erano molto legati, non c’erano segreti ad eccezione degli affari di cuore di Amanda.
Lei un giorno l’aveva salutato: “Vado via. Non so se tornerò” e sparì dalla sua vita.
Era rimasto basito, senza parole, ma si aspettava che prima o poi avrebbe ascoltato quella frase, anche se in cuor suo sperava di non udirla mai. Ormai era una donna matura e affascinante. Aveva già venticinque anni e sicuramente qualcuno o qualcuna l’avrebbe attratta, sottraendola al suo affetto. Sapeva che non aveva armi per tenerla vicina. Era consapevole che avrebbe preso il volo per affrontare da sola quel mare ignoto, dal quale lui aveva cercato di tenerla lontana.
Non rispose nient’altro che «Questa è la tua casa. Quando vuoi la porta è sempre aperta. Buona fortuna». E si volse per non vederla andare via. Così rimase solo nella casa di Belluno, invecchiando solitario.
Non seppe più nulla. Si era volatilizzata come Elisa. Però era certo che madre e figlia si erano sempre parlate in silenzio e si erano tenute in contatto. Da quale indizio nasceva la sua certezza non lo sapeva nemmeno lui, ma in cuor suo era consapevole che corrispondeva a verità. Era sicuro che anche adesso che Amanda era lontana loro continuavano a  scambiarsi silenziosamente sensazioni e confidenze. Lui ne era sempre stato escluso. Il motivo non l’aveva mai capito.
“Però è inutile pensarci. Forse un giorno lo scoprirò. O forse saranno loro a spiegarmelo”.
Erano questi i pensieri che attraversavano la mente di Pietro, che osservava l’ultimo ciocco che sfrigolava mentre si spezzava in brace ardenti.
Con un bastone rimescolava il fuoco. La punta prendeva fuoco per spegnersi subito dopo, mentre si anneriva sempre di più. Tra non molto anche questo sarebbe finito tra le fiamme sostituito da un altro che avrebbe svolto il medesimo compito.
Fuori il tempo era mutevole come può esserlo in settembre. Sole e nuvole, pioggia e calore si mescolavano e si alternavano senza soste. Era una specie di caleidoscopio della natura che si muoveva in vorticoso ruotare nel tempo.
Cercava di comprendere perché tornavano a galla questi pensieri, ormai vecchi e lontani nel tempo. Forse lo sapeva ma non lo voleva ammettere: aveva sempre sperato che un giorno avrebbe rivisto entrare dalla porta la figura di Elisa e sentirne la voce. Almeno questo era la speranza, l’ultimo dono prima di morire.
Amanda aveva i capelli rossi, di un rosso meno acceso della madre, il viso pieno di efelidi che spiccavano sulla carnagione bianca. Gli occhi erano diversi, perché variavano come il cielo di settembre: sfumature dal grigio azzurro a grigio verde. Però erano sempre belli a vedersi.
Ripensando al viso della figlia una lacrima scivolò silenziosa sulla guancia. Gli mancava e aveva lasciato un vuoto dentro di lui. Ormai era vecchio e al pensiero di andarsene senza il conforto di nessuno gli metteva tristezza e malinconia.
Si domandò dove aveva sbagliato con la figlia. Eppure non gli pareva di avere commesso degli errori.
Ancora una volta riaffiorò il ricordo di quel lontano 14 luglio e di tutto quello che aveva fatto quel giorno.

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