Pietro sembrava assopito mentre in realtà cercava di fare mente locale su quello che le tre ragazze gli avevano detto.
«Un colpo di fortuna è alle porte». Ecco cosa gli aveva trasmesso Alice.
Questa frase risuonava incerta ma lucida nella mente, perché aveva aggiunto una frase sibillina che diceva «La strada la devi scoprire tu ..».
“Ma quale strada?” si domandò ancora una volta.
Era un vero rompicapo dal quale non riusciva a venirne a capo. Percepiva che erano ancora lì pur senza vederle. Ne udiva il fruscio dell’aria, il respiro sereno, il profumo della pelle e immediatamente si chiedeva chi erano, perché erano lì.
Angelica aveva parlato di forze oscure che minacciavano il bosco degli elfi.
“Ma chi sono queste forze minacciose? Ho avuto solo degli avvertimenti. Ma secondo lei stanno avanzando”.
Quindi dovrebbe temere nei prossimo giorni, settimane e anni che queste si farebbero vive.
“Come fronteggiarle?” si chiese cupo. Non aveva risposte a questo né aveva chiaro come affrontarle. Il consiglio era di cercare aiuto perché le sue forze diventavano sempre più insufficienti.
“Arianna ha affermato di essere la sorella di Elisa e la zia di Amanda. Sarà vero?”.
Si interrogava perché avrebbe dovuto mettere in dubbio questa affermazione. Elisa era un elfo e tutto in lei lasciava supporre che lo fosse. Troppe magie e troppi atteggiamenti inspiegabili erano un viatico che non sbagliava.
“Ma Elisa dov’è? Perché è sparita senza lasciare traccia? E’ ancora in vita oppure?”. Nuovamente un dolore lo colse nel petto. Quella lontana sparizione aveva lasciato il segno nella carne e la ferita non si era mai rimarginata.
Però il vero enigma era Alice che gli aveva posto quell’indovinello sul colpo di fortuna e sulla strada che dovrebbe riconoscere per arrivarci.
Dunque poche certezze e molti dubbi affollavano la testa di Pietro che si abbandonò esausto per il troppo pensare.
La sera stava calando rapidamente come velocemente le ombre riempivano la stanza. Era ancora in cucina seduto accanto al tavolo. Adesso la casa era più silenziosa ma la tranquillità non era ancora scesa.
Le tre donne se ne erano andate. Lo sapeva, lo percepiva senza l’aiuto di nessuno. L’aria era immota e i rumori erano solo quelli del bosco. Si alzò sconfortato senza sapere in quale direzione muoversi.
Quelle due frasi di Alice continuavano a risuonare nella testa senza che lui riuscisse a dare una risposta soddisfacente oppure avere un’idea di come muoversi.
“E se il colpo di fortuna fosse solo virtuale? A volte mi pare essere in una casa dove le pareti sono degli specchi ora reali ora deformanti. La realtà mi appare distorta, osservo qualcosa che non è osservabile. E’ normale questo?” si domandava mentre si aggirava inquieto per la stanza.
Aprì i contenitori del rusco e li trovò come erano sempre stati: piccoli e adeguati alle sue esigenze. Si avvicinò alla credenza, spalancandone un’anta. Dentro solo un servizio per dodici persone, sicuramente sovrabbondante per le sue esigenze, ma esattamente quello che usava tutti i giorni con tutti i segni lasciati durante il loro utilizzo. Una calla gialla decorava un bordo ed erano rotondi. Tutto appariva in questo momento esattamente come l’aveva sempre ricordato. Pareva che la presenza delle tre donne producessero delle visioni immaginarie che poi sparivano con la loro assenza. In questi giorni era successo sempre così.
Si chiese nuovamente perché aveva osservato un mondo fatto di immagini non reali.
“Qual è lo scopo di tutto questo?” e si sistemò sulla solita poltrona che rappresentava un comodo rifugio.
“Dunque devo cercare la strada verso la fortuna. E se la fortuna fosse la buona sorte? No, no. Non è la strada giusta. E se provassi a leggere la parola nel senso etimologico? Potrebbe essere una buona idea. Ma come faccio?”.
Adesso il buio avvolgeva oggi cosa a parte un lieve chiarore che filtrava dalle finestre. Si alzò per accendere un lume. Preferiva la luce tremolante a quella fissa delle lampadine, perché riusciva a raccogliere meglio i suoi pensieri.
“Forse è meglio accendere il fuoco e riscaldare la stanza, Sento brividi di freddo. Devo fare attenzione. Non c’è Angelica con le sue pozioni magiche” pensò.
“Cercavi me?” sentì risuonare una voce conosciuta nella mente.
Un sorriso largo e una risata fresca illuminò il viso di Pietro.
“Basta pensare a una di voi ed eccola spuntare come per magia” replicò con fare scanzonato.
“Dunque se penso a Alice, lei arriva in un baleno?”
“Prova!” rispose ironica la donna.
“Ci sto provando, ma non succede nulla” rispose abbacchiato. Dunque non è sufficiente chiamare un nome per vederla comparire.
“Anche qui devo trovare la strada”.
“Sì. Devi trovare la strada, il giusto mezzo per richiamare le persone che desideri” gli disse Angelica.
Pietro rifletté ma alla fine scosse il capo.
“Come ho fatto per richiamarla? Ho pensato a lei ma con Alice non ha funzionato. Qual è la strada da percorrere?” si domandò sperando in un aiuto da parte di Angelica.
Si alzò, sistemò un’altra poltrona accanto alla sua sperando che Angelica diventasse visibile.
Però non accadde nulla anche se percepiva che era lì vicino a lui.
“Devo trovare la strada ..” e si sedette di nuovo.
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Le riflessioni di Pietro fanno la parte del leone in questo nuovo avvincente episodio. Credo proprio che questa sia la tua storia più mistery e di certo fra le più riuscite.
Ogni nuovo capitolo è una chicca da gustare.
Un caro abbraccio!
Lo schema in testa c'è. L'importante è riuscirlo a tradurre in parole per suscitare la curiosità di chi legge.
Ti ringrazio per i complimenti e ricambio l'abbraccio
Il tuo stile è da ammirare. Un saluto.
Grazie, Univers.
Contraccambio il saluto
Devi trovare la strada, il giusto mezzo per richiamare le persone che desideri…
Mi piace! Bisognerebbe provarci! evocare non è difficile
Se fosse semplice non ci sarebbe gusto.