Pietro era veramente sorpreso vedendo accanto a lui Arianna e Alice che gli fecero segno di sedersi.
“Provvediamo noi” gli comunicarono. “Tu resta lì a guardarci!”
In un baleno una raccolse tutti resti del banchetto facendoli sparire nei diversi contenitori che parevano incapaci di contenerli. L’altra impilò le stoviglie, che Angelica lavava e asciugava a velocità incredibile, per poi riporle nella credenza.
Lui chiese dove pensavano di mettere tutti quei piatti.
“Non c’è spazio a sufficienza” continuò basito.
“Non è vero. Alla fine tutto sarà riposto in ordine e rimarrà anche dello spazio. Non molto ma sufficiente per altri piatti” rimbeccò Arianna sicura.
Pietro incredulo si avvicinò per osservare meglio e doveva convenire che in effetti era rimasto dello spazio per una altra mezza dozzina.
“Ma come ci siete riuscite?” domandò a entrambe vista la montagna di rifiuti e la pila di stoviglie che avevano manovrato.
“La credenza non mi è mai sembrata enorme e i contenitori dei rifiuti piuttosto piccoli” continuò perplesso. Poteva comprendere che quelli organici finivano nel compostaggio e di conseguenza venivano trasformati subito. Però gli altri rimanevano lì, finché li scaricava in paese ogni due o tre giorni. E lui non ne aveva mai prodotto in quella misura. Non trovava spiegazioni su come tante bottiglie avessero potuto trovare posto in quel angusto spazio. Scosse la testa incredulo.
Però era la credenza che l’aveva sorpreso maggiormente. Osservando il vano aperto, vedeva tutte le stoviglie che prima erano da lavare, collocate all’interno in perfetto ordine. Quello che non riusciva a venirne a capo, era il fatto che non appena spostava la visuale di osservazione sull’esterno, questa tornava nelle proporzioni che era solito vedere.
“Arianna” iniziò con voce bassa per richiamare l’attenzione. “Arianna, non ho mai posseduto tutte queste stoviglie. E poi ho notato che ..”.
“Notato cosa?” chiese la ragazza, che stava riponendo i tegami lavati da Angelica senza distogliere l’attenzione da quello che stava facendo.
“Ho notato che hanno un decoro diverso da quello che abitualmente sono solito vedere”.
Arianna allungò una mano all’interno della credenza, estraendo un piatto e glielo mostrò.
“Quale disegno strano? Una calla gialla vicino al bordo ..” e lo posò sul tavolo.
Pietro era sbigottito. Quello che osservava era il medesimo piatto usato nei giorni precedenti da anni a questa parte.
“Eppure ricordo ..” e le parole si smorzarono nella bocca. Cominciò a pensare che la demenza senile stesse avanzando a grandi passi. Il suo tavolo quadruplicava, quintuplicava in lunghezza per tornare come per magia alle dimensioni originarie. L’interno della credenza pareva appartenere a un altro mobile, tanto era capiente ma l’esterno rimaneva come l’aveva sempre visto. Piatti e tegami crescevano a vista d’occhio per poi tornare ai numeri che conosceva da una vita. Quasi come se entrasse e uscisse da un mondo fatato.
“Che sia quello di Alice?” e rifletté sulla coincidenza del nome. Scosse la testa perché il rompicapo diventava sempre più ingarbugliato.
La ragazza sorrise trattenendo a stento una risata di scherno perché ne osservava le perplessità e lo sbigottimento di fronte a qualcosa di non spiegabile razionalmente.
“Cosa ricordi?” gli chiese modulando la voce nella testa con toni meno irriverenti.
“Cosa? Dei piatti di foggia diversa. Non rotondi ma squadrati con gli angoli smussati, tutti bianchi con un simbolo sconosciuto nel centro. Nero e non colorato. E poi non ne possiedo più di una dozzina. Tu ne hai messi via almeno il triplo!” e come sfinito tacque.
Una leggera risata lo raggiunse mettendolo di cattivo umore.
“Si fanno beffe di me” aggiunse acido.
Arianna corrugò la fronte e cominciò a parlare.
“Perché dici questo? Siamo in un bosco fatato, abitato da ..” ma venne interrotta dalle parole di Pietro.
“Certo che lo so ma finora la realtà non era deformata. Solo tanti piccoli prodigi e alberi parlanti. Ora in questa baita accadono eventi al limite del paranormale.. anzi oltre ogni immaginazione. Incontro ..”
Angelica le prese la mano e gli sfiorò una guancia con le labbra.
“Non sei uscito di senno. Sei lucido e vedi quello che gli altri non vedono” gli disse per calmargli l’agitazione interna.
Lui rimase senza parole. Dunque ragionava che queste tre ragazze sembravano come gli specchi della mitica Alice di Carrol che deformavano la realtà.
“ Osservo quello che loro vogliono che veda. Un esercito di ragazze dai capelli rossi e dai nomi inizianti con A. Un tavolo che cresce a dismisura .. E poi .. e poi cosa? Quale percorso devo iniziare?”
Arianna si avvicinò e gli prese l’altra mano e gli sussurrò nella mente.
“La strada la devi scoprire tu ..” e gli diede un bacio sulle labbra.
Pietro guardò Alice che gli stava di fronte.
“E tu cosa dici?” e rimase muto in attesa delle parole.
Un largo sorriso illuminò il viso della ragazza e disse in maniera enigmatica che un colpo di fortuna è alle porte.
Lui era ancora più stranito perché la storia di Alice di Carrol la ricordava in maniera incerta.
“E dunque lì la chiave per aprire i segreti che da diversi giorni aleggiavano sulla sua testa.
“Quale colpo di fortuna?” e chiuse gli occhi come per pensare.
Alice, davvero!
Non è un racconto che mi richiama altre tue tue storie, non del tutto almeno.
Qui trovo molta magia, incanto e sortilegi.
Leggo sempre con estremo piacere. Prima di commentare mi faccio un bel caffè – a causa della nuova ora, non più legale – ho già cenato.
E poi mi immergo con grande piacere.
Un carissimo abbraccio 🙂
Hai ragione. Una storia diversa dalle solite. Un specie di esperimento che non so se riuscirà bene.
Stavolta non ho rimorsi se la pasta è diventata collosa. Hai letto bevendo il classico caffè.
Ti ringrazio per le sempre belle parole che hai nei miei confronti.
un grandissimo abbraccio
Che splendida puntata! L'ho letta senza riuscire a schiodare nemmeno per un secondo gli occhi dal monitor, completamente affascinata dalla situazione in cui si trova Pietro, confuso, smarrito, forse anche spaventato da quello che lo circonda, un mondo in cui la realtà perde ogni senso per lasciare posto a un'incantata magia!
Il tuo splendido commento mi ha fatto un immenso piacere. Non è facile scrivere qualcosa di sensato e al tempo stesso che possa stimolare il lettore.
Grazie e un grande abbraccio
Ehi! ma qui ci sono anch'io!!!!
Signor Conigliooooooo non corra così, si fermiiiii qui si parla del nostro mondo!!!!
A parte gli scherzi, scusa non ho resisitito…..la storia si fa sempre più interessante e particolare….
Un abbraccio
Quando l'ho scritto ho pensato a te! Il signor coniglio si è fermato ma presto ricomincia a correre.
Un abbraccio
prosegui, lo trovo interessante
Sì, in effetti non deve essere facile scrivere un romanzo che mescoli realtà e fantasia e che riesca a tenere desta l'attenzione dei lettori però, a quanto pare, tu ci stai riuscendo benissimo!
Decisamente non facile ma che ci riesca è tutto da vedere.
Grazie, Happysummer
L’inizio di un viaggio… adoro le partenze verso l’ignoto.
partire senza sapere dove si arriva .. non fa per me