Pietro trascorse diversi giorni tra sogni e sensazioni strane con l’assistenza invisibile di Arianna. Era come sospeso in un mondo virtuale che fluttuava senza sosta tra l’irreale e la concretezza senza che lui riuscisse a porre una barriera tra questi.
Lentamente uscì da questo limbo indefinito nel quale era sprofondato, riacquisendo la capacità di discernere quello che era concreto da quanto era immaginario.
La mano andava migliorando, le forze ritornavano. Pasti leggeri ma sostanziosi erano sempre pronti accanto al letto. Sembrava che fossero sfornati al momento perché non erano mai freddi ma caldi al punto giusto. La barba bianca cresceva spontanea sulle guance. Solamente il tempo sembrava essere impazzito senza che lui percepisse se era giorno o notte. Era tutto un continuo divenire senza una vera distinzione temporale.
L’ennesimo sogno ancora più strampalato di quelli precedenti aveva popolato il suo ultimo sonno. Era talmente contorto e improbabile che lo aveva già cancellato dalla mente quando un raggio di sole gli ferì gli occhi e lo fece girare verso la parete per ripararli.
“Qualcuno ha aperto la finestra” esclamò stordito dalla troppa luce. “E fuori il sole di settembre è alto nel cielo. Forse è già mezzogiorno” e si mise ritto senza l’aiuto di nessuno.
Si sentiva sufficientemente in forze e provò a mettere i piedi per terra.
“Dovrò pure cominciare a saggiare il livello delle mie energie!” disse ad alta voce come per scacciare dei cattivi pensieri.
Con cautela poggiò prima la palma del piede poi l’intero peso del corpo. Traballò come una pila di libri sistemati in bilico sulla libreria pronti a rotolare rovinosamente sul pavimento. Sembrava che dovesse cadere a ogni istante, mentre ondeggiava paurosamente in equilibrio precario. Però riuscì a rimanere eretto. Mosse cautamente un passo, poi un altro e un altro ancora. Adesso camminava più spedito verso la finestra pur avendo ancora dei movimenti ondulatori.
“Sì, riesco ancora a camminare senza cadere. E’ meglio così perché non saprei cosa sarebbe successo” disse a voce alta per ascoltare dei suoni articolati e rinfrancare lo spirito.
Si affacciò e guardò in basso il prato. L’erba non sembrava crescere mai. Rimaneva sempre bassa come se qualcuno la tenesse curata tutti i giorni. Osservò il vecchio abete che maestoso non mostrava il peso degli anni. Ai suoi piedi era cresciuto il maniera spontanea e caotica un folto roveto tra i cui rami occhieggiavano frutti maturi. E il pensiero tornava indietro nel tempo.
“Mi sono sognato oppure è vero che Elisa è ancora in vita?”. E spezzoni di ricordi si accavallarono nella mente.
“Non so il perché ma il profumo del pane appena cotto mi è rimasto impresso nelle narici. Era veramente abile nel prepararlo! Dopo quella stagione effimera ma felice il forno è rimasto spento. Mai più nessuno l’ha riacceso. Sarebbe stato come se profanassi un luogo sacro”.
E guardò verso la costruzione bassa che stava alla sua destra. Ebbe un sussulto. Un filo di fumo usciva dal camino. Qualcuno l’aveva riacceso, mentre il profumo del pane a dorare invadeva la stanza.
“Sto ancora sognando o qualcuno sta effettivamente cuocendo il pane?”
Si domandò chi potesse essere. Lui era solo a parte la compagnia mentale di Arianna, che appariva alle prime luci dell’alba e svaniva nel crepuscolo della sera. Angelica gli era apparsa una volta sola in occasione della rovinosa caduta. Amanda, sua figlia, era lontana. L’altra Amanda, che aveva conosciuto molti anni fa, era un fantasma senza corpo.
“Chi sta preparando il pane? Con quali ingredienti?” si domandava stupito.
“Eppure il profumo è inconfondibile e il fumo è reale”.
Si concentrò nella speranza di conoscere il volto di chi stava nel forno. Però un disturbo gli impediva di materializzarne le forme. Qualcosa di anomalo aleggiava nell’aria. Una sensazione di un pericolo incombente ostacolava, interferiva la visione.
“Cos’è?” si chiese confuso.
Ricordava vagamente di aver ascoltato delle parole che lo mettevano in guardia per la presenza di forze oscure e pericolose che lui non era più in grado di dominare e scacciare.
“Chi è stato a dirlo? I sogni si sono susseguiti senza interruzione e la realtà si è mescolata alla fantasia. Non ricordo nulla, ma solo questa avvertenza”.
Come il sole faticava a perforare la cortina di nubi, così Pietro si sforzava di scacciare queste sensazioni negative.
Chiuse la finestra allontanandosi per scendere al piano terra. Con passo malfermo e incerto si apprestava ad affrontare le scale tenendosi allo corrimano.
Adesso la mente era più lucida mentre lentamente si formava l’immagine. Quello che gli apparve lo lasciò sbalordito. Una nuova figura femminile era apparsa del tutto diversa da quelle precedenti.
“Chi sei?” domandò curioso.
“Come ti chiami?”
Però lei sembrava muta e impermeabile alle sue domande.
“Eppure la figura era nitida e chiara senza ombre o sbavature. L’aspetto era minuto come se fosse un’adolescente. Gli occhi erano blu come quelli di Amanda, il fantasma, Elisa, Arianna. Una vera stranezza che lo lasciava perplesso. Solo sua figlia, l’altra Amanda, aveva gli occhi di un colore diverso, che variava con la stagione e il tempo. Dalla madre aveva ereditato quella chioma rossa e quel viso chiaro chiazzato di minuscole efelidi. Dell’altra Amanda aveva notato come assomigliasse a Elisa. Sembravano due gemelle. L’unica figura femminile della quale non conosceva il volto era Angelica. Aveva intravvisto solo il corpo e neppure per intero. Però la nuova immagine gli diceva che non era lei.
“Chi è dunque questa donna o ragazza della quale intravedo solo il corpo e il colore dei capelli?” diceva dentro di sé mentre cautamente scendeva i gradini.
E passo dopo passo raggiunse il forno e si fermò incredulo.
La figura era una donna reale e non immaginaria.
“Chi sei?” le chiese con dolcezza.
Lei si voltò e disse sorridendo “Sono ..”
Sono…..
…e qui la curiostà è tanta! in questo misto di fantasia, sogno e realtà Pietro finalmete sembra stare meglio…
Attenderò il seguito, un abbracio
Il seguito arriverà. Sorprese? Non si sa.
Grazie, Cate, per la presenza attiva e un abbraccio
E' una storia, questa, che suscita continuamente nuovi interrogativi, tanto che vorresti sapere subito la fine!
Ritengo che sia una prerogativa dei romanzi migliori, e ancora una volta mi complimento con te.
Un caro abbraccio*
I tuoi complimenti, Anneheche, mi stimolano a dare il 110%. Sono lieto che la storia tenga desta la tua attenzione.
Ricambio l'abbraccio
Opperbacco, non è giusto!… Dopo aver letto questa bellissima puntata con impazienza e interesse, immedesimandomi con gli interrogativi inquietanti di Pietro, arrivati aul più bello, interrompi la narrazione… Devo assolutamente chiederti quando posteria la prossima puntata? Presto, spero, anzi prestissimo, vero? 🙂
La sto scrivendo. Sono a metà. Quando sarà in linea? Prima una puntata con Amanda, già pronta, poi questa. Diciamo meno di una settimana. Va bene?
Un abbraccio
D'accordo, va bene… Aspetterò, del resto ci sarà anche un'altra puntata da leggere, e sono sicura che sarà interessante anche quella incentrata su Amanda.
Stuzzichi sempre più la curiosità.
Sei modernissimo per plot narrativo e scrittura.
Abbraccio
g
Ti ringrazio per l'apprezzamente sul plot.
Ricambio l'abbraccio
sono rimasta col fiato sospeso… davvero non posso fermarmi. che dire? quando leggere ti fa provare vere emozioni, non c’è molto da aggiungere! davvero bravo
Quanti complimenti!