E’ il 14 febbraio 2011, la festa degli innamorati. Però è anche la prima candelina di Amanda. Sembra una bambina sveglia e vivace, perennemente in movimento.
Pietro si è chiesto più volte se è troppo precoce, visto che a nove mesi voleva già cominciare a camminare. Lui in questo campo non ha nessuna esperienza, né certamente può permettersi di chiedere informazioni al riguardo. Si ricorda che sua madre diceva sempre che non voleva camminare e ha cominciato a parlare quando aveva più di un anno.
“Beh! camminare è una parola grossa. Diciamo a caracollare incerta sulle sue gambe! Che fatica convincerla a rimanere sul passeggino, che voleva governarlo lei! E poi quei goffi tentativi di dire qualche parola! Forse è meglio dire pronunciare dei suoni articolati che assomigliano a parole”.
Quando alla mattina parte per Longarone, sente un peso dentro di lui, perché la sta abbandonando. Anche Amanda appare triste quando passa a salutarla con un bacio. A volte non riesce a concentrarsi sul lavoro, perché la pensa, ma tutto diventa semplice quando ritorna a casa.
Incontra la tata, che l’ha curata durante la sua assenza e le chiede invariabilmente come è andata nella giornata.
“Buona sera, Maria. Amanda è stata brava, oggi? Nessun problema?”
Le risposte sono sempre in fotocopia.
“Buonasera, Pietro. Amanda è stata bravissima. Ha mangiato tutto quello che le ho preparato senza fare storie. Fossero tutti così i bambini! Sarebbe fantastico. Il mio Nicola mi ha fatto dannare! Non voleva mai mangiare niente, regolarmente! Era sempre svagato e irrequieto. Insomma un disastro per me! Amanda mangia e dorme con la regolarità di un orologio svizzero e mi lascia molto spazio durante il giorno. E’ un vero piacere curarla. Quando è sveglia è bellissimo ascoltare i suoi «U, o, a» che sembrano dei gorgheggi”.
Pietro non ricorda che mai la Maria si è lamentata di Amanda. Si ritiene fortunato averla trovata, perché è consapevole che la cura come se fosse sua figlia. E poi ha un’altra virtù: non fa domande indiscrete che possano metterlo in imbarazzo.
Nella giornata odierna ha preparato una torta leggera con su una grossa candelina rosa per festeggiare il primo compleanno. In realtà l’ha ordinata alla Caffetteria Belluno, perché non si è mai cimentato in cucina, né mai l’ha sfiorato il pensiero di farlo.
Saranno solo loro due senza altri invitati, perché Maria ha declinato l’invito.
“La capisco. Trascorre l’intera giornata con Amanda e ha una famiglia da seguire. Due figli, un maschio e una femmina, e un marito emigrato in Germania. Se non la pagassi più del minimo, credo che non avrebbe accettato. I miei soldi sono per lei una vera manna. Le permettono di vivere con dignità e mantenere agli studi i figli. Quanti anni abbia, non lo so con precisione ma penso sui quaranta. Nicola frequenta le superiori e Anna le medie. Quindi.. Lei parla poco di se stessa come faccio d’altra parte anch’io. Certi discorsi personali è meglio nemmeno sfiorarli. D’altronde ci incrociamo velocemente. Alla mattina sono io che ho fretta, alla sera è lei. Qualche frase di circostanza, qualche raccomandazione e nulla più. Meglio così”.
Mette Amanda sul seggiolone accanto al tavolo dove campeggia la torta. E’ allegra e vivace, sente che è la sua festa. Batte le mani festosamente e come al solito cerca di dire qualcosa.
“Ho capito. Vuoi spegnere la candelina. Non puoi aspettare che finisca di cantarti «Happy birthday to you»?”
Un pensiero di tristezza gli attraversa la mente. I suoi genitori sono all’oscuro che sono diventati nonni e la sorella zia. Però cosa poteva dire loro. Poco e niente. La madre, Elisa, è scomparsa e difficilmente potrà conoscere i componenti della famiglia.
“E poi non ci siamo sposati e ha vissuti poche settimane con me. Troppo complicato da spiegare loro cosa è successo. Non capirebbero mai”.
Accende con una piccola trepidazione la candela e scatta qualche fotografia.
Quando rivedrà tra qualche anno queste foto, sarà assalito da un fiorro di ricordi piacevoli appena offuscati dall’assenza di Elisa.
“Ma sarà vero? Eppure percepisco che nell’aria c’è qualcosa. Cosa non lo so. Solo sensazioni e nulla più!”
Adesso si concentra su Amanda e distoglie i pensieri da quelli tristi.
“Buon compleanno, Amanda!” urla allegro spegnendo la candela, mentre lei applaude felice.
Un capitolo molto bello e dolce. Mi sembra di vederlo, Pietro, un uomo che si sta dedicando con impegno e amore a un compito non certo facile. Ma ci riesce grazie alla dedizione con cui si occupa della bambina.
Un caro abbraccio 🙂
Mi fa piacere che ti sia piaciuto.
Un grande abbraccio
Grande tata.. fossero tutte così!.. E dolcissimo capitolo!.. Aspettiamo di saperne di più su questa misteriosa mamma scomparsa nel nulla!.. Baci Baci
Misia, serviva una tata così!
Un grande abbraccio
ah, caro orso, che piacere ritrovare la tua scrittura "piena" e nuove storie da "vivere"…
un abbraccio
Carissima Dalloways, che piacere sentire di nuovo la tua voce leggendo i tuoi commenti sempre attenti e puntuali
Un grande abbraccio
Una nuova storia, una nuova avventura d'interesse… ottimo.
Grazie Univers per la gradita visita e i sinceri complimenti.
Un saluto
Un saluto veloce.
Aspetto con pazienza 🙂
Mi libero da alcuni impegni e poi riprendo la scrittura… In questo momento mi manca il clima.
Quando vuoi.
Un caro abbraccio.
buon compleanno Amanda :)…
Amanda ringrazia.