Il risveglio

Il dolce dondolio dell skipjack concilia il sonno a Ellie, che chiude gli occhi appoggiando la testa all’oblò.
E’ un sogno senza tempo, senza luogo, rigorosamente in bianco e nero. Si sente trasportare all’osservazione di qualcosa che non riesce a inquadrare nella giusta dimensione. Si sforza, socchiude gli occhi, li spalanca in un movimento frenetico senza senso. Sembra un gioco, ma non lo è. Però è affascinata da quello che la sua mente vorrebbe osservare, ma non può.
Si domanda il motivo per il quale le immagini sono sfocate tra il grigio cupo e quello chiaro. Nessun colore dipinge la sua tavolozza: solo il bianco che vira al nero attraverso sfumature intermedie. Il tutto avvolto nella nebbia dell’indeterminazione.
Eppure le sembra di riconoscere l’ambientazione, le persone, i luoghi. Qualcosa di familiare attraversa come un lampo la sua vista senza rimanere impressa nella mente.
“Ecco ci sono. Quella è Angie, quello è Dan. Ma il luogo non è quello che penso. Dove sono?”
Osserva la scena, ma è chiaro che l’ha già vissuta attraverso le pagine del diario della bisnonna, solo che questa volta le vede in bianco e nero.
 
Angie borbottò qualcosa, si girò nel letto facendo scivolare a terra la coperta. Affondava la testa tra cuscini morbidi quasi soffocanti. Il materasso di soffice piuma d’oca l’accoglieva come una madre amorosa. Un senso di piacere la cullava, ma sentiva di non essere nel suo elemento.
Si muoveva inquieta, perché avvertiva qualcosa che la disturbava, ma non riusciva a percepire cosa: un qualcosa che generava ansia e benessere allo stesso tempo.
Aveva sognato durante la notte. Una visione che sarebbe stata impossibile da dimenticare. Quell’uomo, Dan, aveva acceso la sua voglia di vivere, di averlo accanto a sé. Nulla di trascendentale, ma qualcosa di concreto.
Sentiva simpatia, parlare di amore alla sua età era come bestemmiare in chiesa. Però il feeling, quello c’era tutto.
Come per incanto la sensazione di sentirsi vecchia era sparita, lasciando il posto a qualcosa che non aveva avvertito prima. Una ventata di freschezza, un ritornare indietro con gli anni, un.. Sì, insomma si era accorta di essere ringiovanita.
“E’ solo illusione oppure è realtà?”.
Nel sogno si era domandata se lui avrebbe ricambiato quella sensazione di piacevole interesse che lei avvertiva.
“Ma certo che Dan è rimasto attratto da me! Perché mai mi avrebbe invitato a pernottare da lui? Eppure stanotte..” e un lungo sospiro percorse la sua mente.
Non comprendeva se, quello che rammentava, era solo un sogno oppure rivedeva le scene della sera.
Stavano tornando verso la casa di Dan dopo la mezzanotte. Mentre camminavano, Angie percepiva un vago senso di euforia mista al timore di passare la notte con un uomo che aveva conosciuto da poche ore. Un perfetto sconosciuto, sapeva solo che si chiamava Da.
Però quella sensazione di sfidare la sorte, di rischiare chissà quali assalti era stata più forte della paura. Così aggrappato al suo braccio l’aveva seguito con lo stesso stato d’animo di una collegiale in libera uscita col primo ragazzo della sua vita.
Non ricordava più che al Devil’s Cove era depositata la sua borsa con quanto era necessario per la notte. Il suo pensiero era concentrato solamente su lui, su quello che trasmetteva, sul fatto che aveva conosciuto finalmente un uomo molto diverso da quelli frequentati fino a quel momento.
Dan l’aveva fatta accomodare nel salottino verde e si era appartato per qualche minuto, lasciandola sola.
“Non ti preoccupare per la tua borsa” le aveva detto quando era ricomparso “Tra pochi minuti sarà nella tua stanza. Pazienta un po’, perché Mamie la sta preparando”.
Lei aveva annuito senza chiedere nulla. Immaginava Mamie come una grassa negra, come spesso se ne trovavano nelle case dei ricchi benestanti.
Si erano seduti sul divano verde uno accanto all’altro, mentre lei cercava di dissimulare l’ansia che premeva con maggior vigore rispetto a prima. Quel contatto fisico l’eccitava ma nello stesso tempo l’allarmava. La mente era una miscela di pensieri che si accavallavano caoticamente senza che lei potesse mettere ordine.
“Come mai vivi a Holland Island?” le domandò curioso.
“Ci abito da una vita e la trovo bellissima. Quando apro le imposte alla mattina osservo le placide acque del Chesapeake Bay scorrere dinnanzi a me e il volo elegante dei gabbiani alla ricerca del cibo. Non riuscirei mai ad immaginarmi in un posto diverso. La casa è grande, troppo per me che vivo sola, ma ..”.
Dan le prese le mani riscaldandole con le sue, interrompendo quel flusso di parole.
“Dunque non abbandoneresti mai quell’isola?” riprese con voce calda e suadente.
“No, mai. Fa parte di me. Non riuscirei a distaccarmene”.
Angie lo osservò tra il curioso e il dubbioso perché non comprendeva dove volesse parare con quei discorsi. Poneva domande dirette e precise, aveva un obiettivo nella testa che lei non riusciva a individuare. Questo le metteva agitazione che faticava sempre più a dominare.
“Perché mi fa tutte queste domande?” si interrogava sperando di trovare le giuste risposte.
Erano solo alcuni degli interrogativi che l’assillavano senza scorgere le corrette soluzioni.
“Chi è quest’uomo che dapprima  mi ha salvata, poi  mi ha accompagnata ad una festa che odia, infine mi ha accolta nella sua casa come un ospite di riguardo? Quali intenzioni nutre per la notte nei mie confronti? Sono in grado di resistere a un eventuale invito a dormire nel suo stesso letto?”
Un brivido percorse la schiena della donna, perché a trentasei anni era ancora vergine e non conosceva come comportarsi nell’occasione. Aveva sentito solo delle descrizioni sommarie tra l’apocalittico e l’entusiasmante sul quel momento dalle sue amiche, ma nessuno le aveva avuto la pazienza di spiegarle né come giacere con un uomo né come affrontare quella situazione.
“Forse sono stata incauta ad accettare questo invito. Dovevo declinarlo. Ma ormai ci sono e devo ballare” commentò in silenzio amaramente mentre continuava a chiacchierare con Dan.
“Ma tu che fai? Vivi da solo in questa grande casa?” gli chiese per rompere l’accerchiamento delle domande dell’uomo.
Lui sorrise e prese nuovamente tempo prima di risponderle.
“Si. Questa è la casa che mi hanno lasciato i genitori. Anch’io abito qui da una vita con Mamie, la governante, e Tom, l’uomo tutto fare”.
Continuarono a parlare a bassa voce per un tempo che a lei sembrò infinito.
Poi lentamente le palpebre divennero pesanti e i ricordi svanirono nel nulla.
“Ho sognato oppure sono i flashback che sono tornati a galla?” si domandava nel dormiveglia, mentre lottava per riaprire gli occhi.
Allungò una mano a destra, poi a sinistra, ma sentì solo il fruscio delle lenzuola di lino.
“Con chi ho dormito stanotte?”
Un raggio di sole penetrava nella stanza, mostrando il pulviscolo in sospensione.
“Come ho fatto a raggiungere questo letto? Chi mi ha spogliata e vestita per la notte? Mamie o Dan?”
Adesso aveva nuove percezioni mentre usciva dal limbo del dormiveglia.
Una porta si aprì con dolcezza, mentre una figura imponente si avvicinava al letto.
“Buon giorno, Angie! Dormito bene?”
Lei si girò sulla schiena prima di sollevare la testa. Dunque non era stato un sogno, ma una semplice realtà. Quell’uomo dimostrava interesse verso di lei.
“Buon giorno, Dan! Non ho mai riposato così bene come stanotte”.
E porse una mano per scendere dal letto.
Una nuova giornata si annunciava col sole e chissà cosa avrebbe riservato di bello.

Se vuoi ricevere gli aggiornamenti sottoscrivi il form.

0

9 risposte a “Il risveglio”

  1. Ancora un capitolo diviso in due parti: nella prima ho riscontrato un'eccezionale padronanza di linguaggio; la seconda prosegue la vicenda di Angie e Dan, che intriga il lettore e suscita vari interrogativi. Sicuramente troveremo un prima svolta nel prossimo episodio.
    Un carissimo abbraccio!

  2. L'ho letto estrapolato dal contesto, ma questo capitolo ha un suo senso compiuto nella descrizione dei vari stati d'animo che agitano la protagonista. E il suo risveglio… Sogno realizzato o realtà sognata?
    Aspetto con impazienza di conoscere il seguito.

  3. Uhm.. se fosse successo qualcosa penso che se ne ricorderebbe, no?!.. Quando chiacchieravano non mi sembrava poi così ubriaca!.. Però che lui entri così nella camera di una signora dà un po' da pensare!.. Curiosa di sapere il seguito, Orso! Non tenermi troppo sulle spine! Il mio blog x ora è chiuso per ferie, ma il tuo continuo a seguirlo!.. Baci Baci

  4. Misia, certo che hai ragione! Ma lei sta sognando e quindi..
    Blog chiuso per ferie?  E' dove va in ferie il tuo blog? Mare o monti?.
    Un abbraccio
    Spero che presto riapra. Mi manca.
    Baci

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *