Angie e Dan

Ellie continua ad osservare quel relitto che ha dato la stura ai ricordi, come il tappo, uscito violentemente dalla bottiglia, consente allo spumante di gorgogliare in un tripudio di schiuma e di bollicine.
Rammenta perfettamente quello che la bisnonna ha scritto, perché l’ha letto tante di quelle volte che le parole le sono rimaste impresse nella mente. Potrebbe recitarle a memoria senza sbagliare una parola o una virgola.
Si domanda perché questo posto, ormai inospitale da molti anni e tenuto in vita dall’abnegazione di alcune persone, l’ha sempre affascinato e ha costituito una meta del pellegrinaggio annuale a osservarlo.
Da molti anni non appartiene più alla sua famiglia, perché è stato svenduto per pochi centesimi ad acro. Tutti era stati contenti di essersi liberati della quella casa ad esclusione del nonno Pat, che avrebbe voluto tenersela. Per lui quell’abitazione era diventata un’ossessione, quasi quanto la sua volontà di non morire.
Questo tormento si è trasferito dentro di lei, come un tarlo nel legno. Ha assistito impotente alla lenta agonia, ha seguito le vicende della lotta del reverendo White contro la natura e agli appelli per salvare l’isola e l’ultimo retaggio rimasto su quel lembo di terra.
Adesso il suo sguardo si posa per l’ultima volta sui quei ruderi che le tempeste invernali provvederanno a demolire completamente.
Mentre lo skipjack riprende la navigazione verso Deal Island, continua a vedere la bisnonna durante la festa di Mabon.
 
Dan porgeva il suo braccio a Angie, sia per sostenerla, sia per rassicurarla con la sua presenza.
Non capiva il motivo per il quale, dopo averla salvata dalle mani di quel uomo violento e ubriaco, aveva deciso di portarla a casa, di aspettare che si riprendesse e adesso di andare alla festa di Mabon, che odiava.
Era una ricorrenza pagana, importata dall’Inghilterra da alcuni coloni circa un secolo prima, quando era stata fondata Princess Anne. Col tempo era diventata un giorno di baldoria e grandi ubriacature, un modo per dare sfogo agli istinti più bassi. Stupri, violenze, risse erano il filo conduttore dell’intera giornata.
Lui, di origini francesi con qualche traccia di sangue dei nativi potawatomi, si era sempre sentito estraneo a questa cultura, che non apparteneva alla nazione americana. E per questo si autoconfinava in casa. Però stasera aveva deciso ugualmente di uscire con un amico e aveva trovato lei.
Questa donna dall’apparenza fragile si era dimostrata molto più forte di quanto pensasse ed emanava un qualcosa che l’aveva colpito.
“Quale stimolo ha suscitato dentro di me? Di donne ne ho quante ne voglio. Basta uno schiocco e ne ho una fila. Eppure osservandola semi svenuta ai piedi della staccionata ha fatto scattare una molla che non conoscevo. Mi sono sentito in obbligo di assisterla fino a quando non si è ripresa totalmente. Non si può dire che sia una bellezza che colpisce, ma diffonde un non so che di selvatico che profuma l’aria. Lei sembra indifferente alla mia presenza come se l’accettasse solo per ricambiare le mie gentilezze. Nulla di più. Semplice deferenza”.
Dan continuava a riflettere sui motivi del suo coinvolgimento fino a frequentare una festa che odiava.
Angie dal canto suo rimuginava quanto era accaduto prima allo sbarco, poi nel villaggio.
“Senza dubbio è un uomo educato. Un vero signore, che mai ho incontrato nella mia vita. Gli altri che sono transitati erano rozzi e dai modi grossolani. Per loro ero e sono ancora oggi un semplice oggetto da portare a letto per sfogare le pulsioni erotiche, per soddisfare il proprio io. Al massimo una vacca idonea a procreare altre vite. Una situazione deprimente. Sono arrivata a trentasei anni e sono ancora zitella. Le altre donne della mia età hanno figliato come conigli e sono delle grasse casalinghe senza prospettive future. Non è mia intenzione finire così. Piuttosto muoio zitella e vergine. Si, perché sono ancora orgogliosamente vergine! Quest’uomo gentile non sta suscitando nulla che possa darmi delle sensazioni positive. Non ho ancora capito perché abbia preso a cuore la mia persona. Mi ricorda i cavalieri descritti da Scott nel romanzo Ivanhoe, che ho letto più volte. Ma è solo un’impressione oppure sono manovre per farmi abbassare la guardia concedendogli la mia fiducia? Durante la festa di Mabon succedono cose strane, ma non troppo a osservarle con attenzione. Gli uomini paiono più gentili del solito, più inclini a galanterie, ma il loro scopo è sempre quello: andare a letto con una donna. Ho visto più di una volta amiche che inebriate dalla festa e dalle gentilezze sono tornate sull’isola gravide con grande vergogna loro e delle loro famiglie. E’ vero che cerco un uomo, ma la mia ricerca non è finalizzata al primo che capita, ma verso un marito che mi rispetti e sappia amarmi per quello che sono. Dunque accettiamo la presenza di quest’uomo. Mi potrebbe tornare utile, quando devo fare ritorno alla pensione”.
Continuavano a camminare in silenzio rotto qua e là da qualche parola più di circostanza che per avviare un autentico discorso.
“Mi domando, se non sono indiscreto, i motivi della sua venuta a Deal Island, affrontando i disagi della traversata della baia. Si, lo so che mi ha detto che è per la festa di Mabon. Però mi sembra una giustificazione blanda se non proprio debole. E’ vero che una festa è un momento di svago, di divertimento. Però lei non mi da l’impressione di una donna che cerchi distrazioni in una celebrazione pagana e carnale com’è il Mabon!” disse interrompendo il silenzio che durava da qualche minuto.
Angie era stata colta alla sprovvista da questo ragionamento che analizzava con cura le motivazioni della presenza nel villaggio.
Avrebbe voluto rispondere con sincerità, ma sicuramente avrebbe accolto male le sue parole e preferì girare al largo per dire senza dire nulla.
“Sembrerà strano, ma sono circa dieci anni che vengo qui. Però non ho mai avuto il privilegio di incontrarla. Siamo un gruppo di amiche che partecipano alla festa per rompere la monotonia delle giornate sull’isola. Lì i giorni sono tutti uguali”.
Dan percepì immediatamente che difficilmente sarebbe riuscito a scalfire l’ostrica che era in quella donna e si rassegnò a parlare di sciocchezze, sospirando.
“Non mi ha mai visto solamente perché è la prima volta che frequento Mabon”.
Angie lo guardò perplessa e scosse la testa.

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26 risposte a “Angie e Dan”

  1. Tutto funziona alla perfezione. Il racconto è ampio, ben strutturato: una lunga storia che sicuramente affascinerà i lettori. Hai saputo creare un "clima" molto bello, e – come sempre – i personaggi sono analizzati assai bene attraverso i loro pensieri.
    Un abbraccio domenicale 🙂

  2. Beh, mi lasci così? Insomma l'ostrica si aprirà oppure no? 🙂
    Ho capito, devo passare la prossima volta… ma ci sarà scritto?
    Caro New, come al solito mi fai leggere sempre tutto il tuo racconto, ogniqualvolta lo inizio… come mai? Non fare come la donna di 36 anni zitella e vergine, cioè il muto!!! Rispondi: come mai?

  3. Continuo a dire che mi piace molto questo racconto… sì sì.. non vedo l'ora di saperne di più di questo Dan .. chi è? da dove arriva? come mai è così serioso?.. e soprattutto, lui e l'ostrica zitella faranno scintille??.. Attendo con ansia la prossima puntata! Bravo Orso, vai alla grande! Baci Baci

  4. Caro New, intanto ti rassicuro… se leggi il commento di mia moglie (Sorgentediluce), leggerai che non sono Pazzo (forse!), 🙂 Secondo non ho figli! Quindi è di pura invenzione… Poi adoro mia suocera: grande donna.
    Devo imparare a mangiare meno la notte… 🙂 Che ne dici?
    Grazie New, lo sai che apprezzo i tuoi commenti perché so essere veritieri… Come quando scrissi la stele di Aker e mi facesti notare gli errori storici… GRAZIE.
    Nel ebook che creeremo, ci saranno pure poesie, fotografie, quadri, ecc…
    Ognuno metterà un pezzo suo all'interno. 🙂
    P.S. hai visto che è uscito 365 storie cattive? Il libro che ti dicevo che sarebbe servito per raccogliere fondi? Entra su http://www.ilmiolibro.it e cercalo. Ci sono molti autori di qui di splinder, oltre ad autori famosi come Buticchi e Roversi.

  5. Passeggio, il mio commento e semplicemente ironico nella prima parte, quella relativa a suocera, moglie e figli, compreso il post scriptum, anche perché follie come quelle descritte nel sogno qualche volata si leggono sui giornali.
    Comunque quello che ho scritto dopo rappresenta il mio pensiero.
    Un caro saluto

  6. grz del commento spero non hai fatto il bugiardino!hihihihihi ( ho fatto ridere?…mi sono ispirata al tuo profilo).
    Complimenti per i tuoi scritti,s e fossi brava a scrivere avrei tante idee per scrivere racconti per bambini ma purtroppo la mia base grammaticale è scarsa e voglia di rimettermi sui libri non ne ho…pigrizia forse?
    Un saluto di 

  7. strano come a volte ci si incaponisca su qualcosa che pure sappiamo essere transitorio e soggetto al detrimento… così tante persone spendono un'esistenza nel proteggere le cose dimenticandosi della propria interiorità… così come la festa di Mabon, col suo trionfo della sensualità e un divertimento dedito agli eccessi, ci suggerisce ulteriormente quanto sia inutile puntare tutto sulla materia…
    bello e importante questo capitolo…
    un bacio

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