Sofia chiamò Matteo, che impaziente era in attesa, corrucciato ed irritato perché lo stava trattando come un vecchio straccio da buttare nel rusco.
“Ciao” esordì con naturalezza senza avvertire la necessità di giustificare il ritardo e proseguì secca e brusca che l’appuntamento era tra quindici minuti sotto casa, senza dar modo a Matteo di dire una qualsiasi parola.
Matteo, già in fibrillazione per l’attesa prolungata e senza giustificazioni, si innervosì per il comportamento sfacciato e dispotico di Sofia al punto di decidere di mandare all’aria l’incontro. Il pensiero di far saltare il banco lo sfiorò come una meteora impazzita, perché avrebbe anche potuto accettare la telefonata molto oltre l’orario concordato, ma non aveva gradito per nulla l’assenza di una giustificazione di facciata ed il tono sbrigativo e arrogante tenuto durante l’effimera conversazione.
“Se crede che io sia il suo tappetino, si sbaglia in maniera grossolana. Se non fosse stato per Paolo, a quest’ora sarei già nel mio letto a dormire” stava borbottando irato e furibondo.
Era visibilmente seccato perché ultimamente Sofia era diversa da quella conosciuta inizialmente, come se avesse mille grilli che danzavano furiosamente nella testa. Era giunto il momento di chiarirsi perché la relazione stava prendendo una piega per nulla buona.
Sofia intravide tra luci fugaci e precarie ed ombre in chiaroscuro il viso di Matteo irritato ed incavolato mentre stava parcheggiando nelle vicinanze.
Con tono di comando l’obbligò a salire in macchina al termine del parcheggio per andare su direttamente dal box.
Matteo continuava a ribollire come il mosto nel tino dopo la vendemmia, mentre Sofia rifletteva sulla serata appena trascorsa quasi dimentica della sua presenza.
“Non so che cosa mi ha preso stasera. Prima quel bacio appassionato e caldo con Marco, poi quello con Laura”.
Ripensandoci a freddo c’era mancato pochissimo per spogliarsi e fare all’amore con lui. E ridendo, pensò che non c’era molto da togliere, perché sarebbe stata sufficiente alzare la mini e tutti i giochi sarebbero stati fatti.
L’aspetto più inquietante e del tutto inaspettato era stato il bacio con Laura e le relative carezze intime. Era la prima volta che le capitava, ma la sensazione provata era stata fortissima: una vampata di calore aveva avvolto il corpo mentre la mente aveva comandato alla lingua e alle mani di ricambiare le attenzioni.
Il flusso dei pensieri furono interrotti dall’insistente ed impaziente picchiettare di Matteo, che si sentiva sempre più stizzito con lei.
“Pazienza”; esclamò, perché adesso doveva concentrarsi sul compagno per accoglierlo con calore e farsi perdonare il comportamento tenuto fino a quel momento.
Sofia si identificava fortemente con le sue idee e le sue opinioni in questo periodo della sua esistenza ed era facile alla lite; aveva l’impressione che un parere contrario al suo fosse un affronto personale. E questo era venuto a galla più volte nel corso della serata appena conclusa e per riflesso l’aveva riverberato su Matteo senza accorgersene.
Sapeva che non sarebbe stato facile rabbonirlo, perché era stata fino al questo momento prepotente, sfrontata e pochissima disponibile al dialogo. Percepiva di essere stata indisponente oltre misura come se l’altro lato della sua personalità avesse sopraffatto quello che la vedeva innamorata ed affettuosa con lui.
L’aspetto peggiore era la sensazione di turbamento interno, ma anche di eccitamento che la prendeva all’improvviso in modo travolgente ed incontrollato.
Doveva dunque mantenere sotto controllo le emozioni, non in modo repressivo, ma in maniera che le permettesse di avere uno sguardo più equilibrato e realistico sulla vita di relazione.
Lui si sistemò sul sedile mentre l’umore stava peggiorando come una tempesta tropicale in arrivo dal mare, non essendo per nulla disponibile ad ulteriori sgarbi.
I due amanti erano finalmente vicini e la notte prometteva scintille come una barra di ferro che veniva fresata.
Beh, se riuscissimo a tenere a bada le emozioni, avremmo la chiave del successo…
complimenti caro Bear… e un abbraccio
Anche tu in questo bel racconto, ricerchi gli intrecci psicologici fra i personaggi, calati in mezzo agli eventi, per farli emergere e identificarli al lettore.
Buona serata a te
La musica… anni di studio riemersi all’improvviso dal mare dei ricordi…
E’ che quando ho cercato le parole per raccontare non en ho trovate. Tutto quello che ho dentro sono emozioni a intensità tale da far vibrare l’anima. Da lì il paragone con la musica, non c’è nient’altro al mondo che sia così vicino all’amore in quanto a modalità di descrizione. La musica o la sai Sentire… o è solo rumore di fondo. L’amore è uguale. O lo sai Sentire o è solo un fastidioso contrattempo che ti scombussola l’anima per po’.
Entrambi non li puoi fermare, smettono di esistere nell’attimo stesso in cui cerchi di afferrarli. Ma puoi imparare la chiave di lettura.
La musica è come l’amore, decisamente. Almeno per me 🙂
Un dolce abbraccio
.:)(:.
Hai ragione Dalloways sulle emozioni, che fatichiamo a contenere. In ugual misura i due protagonisti lentamente vengono travolti dalle loro stesse emozioni e …
Grazie e un forte abbraccio.
Princess06, leggere nell’anima dei protagonisti mentre scorre il film degli eventi è un modo per coinvolgere emotivamente il lettore.
La difficoltà risiede nel dare vivacità al racconto.
Grazie per il commento.
Siael, la musica stimola e tranquillizza allo stesso tempo.
Un grande abbraccio
E’ una lotta impari quella tra l’istinto e la ragione: reprimere il desiderio fisico per avere il controllo sulla situazione. Mi pare tu abbia messo ai raggi x, l’aspetto che è padre di tutte le infinite sfaccettature dei rapporti. Sentimenti compresi.
Procedo:-)
Hai ragione Jul, l’intero racconto (molto lungo) è basato sulla dicotomia tra istinto e ragione, tra irrazionale e razionale.
Mi fa piacere che tu abbia coito in questo pezzo questo contrasto, perché per me significa avere centrato l’obiettivo.