Cosa fare?

Micaela aveva smarrita tutta l’euforia delle gita a Cortina, che era evaporata come le gocce di pioggia nel Sahara. Un misterioso pozzo sembrava aver inghiottito lei e tutti i suoi pensieri, mentre la desuetudine a guidare reclamava il prezzo della vendetta. Tutti i muscoli erano indolenziti, la testa era svuotata come una zucca di Halloween, le gambe malferme e esauste non volevano ubbidire per trascinare il corpo, così stancamente seguiva a malapena Silvia più arrancando che camminando.
L’amica parlava a mitraglia con uno strepito incessante per il messaggio di Gianni, per la promozione, per essere a Cortina in Corso Italia in mezzo a gente che odorava di euro.
Micaela si fermò e disse decisa: “Non ce la faccio più. Tu continua senza di me. Io mi fermo qui dentro questo caffè aspettando che tu concluda la tua passeggiata”. Poi con passo insolitamente risoluto si avvio verso l’esercizio pubblico dall’altra parte della strada.
Si fermò un attimo indecisa se entrare o rimanere all’esterno della Pasticceria Lovat, poi optò per un tavolo vicino alla grande vetrina, da dove poteva osservare il passeggio di Corso Italia e sbirciare il banco ripieno di paste, dolci ed altre prelibatezze.
Silvia rimase in silenzio sull’altro lato del corso perché la sorpresa era tale da lasciarla interdetta. Non riusciva a comprendere l’atteggiamento dell’amica, che senza segnali premonitori aveva deciso di staccare, di fermarsi, di lasciarla sola senza nessuna spiegazione plausibile.
Si chiese cosa aveva sbagliato nei confronti di Micaela, perché non c’erano stati screzi o nubi temporalesche cariche di elettricità nei loro cieli. Però, come un lampo rischiara il cielo nero carico di pioggia, ora comprendeva che la causa non era lei, ma quel dannato messaggio che aveva ricevuto un paio di ore fa.
“Mi devo fermare con lei! Non posso lasciarla lì a rimuginare i suoi pensieri, a macerarsi nel dubbio e nell’incertezza.” disse sottovoce mentre attraversava il corso “Dobbiamo parlarne”.
Micaela guardò l’amica che si sedeva di fronte a lei: “Non voglio essere d’impiccio e rovinarti la passeggiata lungo il corso. Non mi offendo se tu prosegui tranquilla. Mi sento svuotata, priva di energia e di stimoli visivi. Stare qui mi permette di recuperare le forze spese durante il viaggio” le disse con un filo di voce mentendo a se stessa.
“Non mi lascio ingannare tanto facilmente” rispose proseguendo “Ti senti confusa per via del messaggio di Matteo”.
Micaela capì di avere perso prima con se stessa e poi con l’amica. Era inutile difendere il fortino quando le mura erano state abbattute, quindi tanto valeva parlarne apertamente senza cortine di fumo o giri di parole inutili.
“Si, hai ragione” disse “Quel messaggio mi sta mettendo angoscia. Non avrei voluto riceverlo”.
Mentre un cameriere si era avvicinato per raccogliere le ordinazioni, cominciarono a parlare del rapporto tra lei e Matteo, del suo carattere possessivo ed irruento, dei suoi dubbi e delle sue speranze, della sua vita presente e del futuro.
Sembrava un fiume in piena che limaccioso scorreva lambendo gli argini pronto ad aprirsi un varco per uscire dall’alveo.
“Cosa fare” era il pensiero ricorrente al quale non riusciva a dare un contorno definito e razionale, perché, da qualunque parte lo attaccava, trovava dei punti deboli, delle contraddizioni insanabili alle quali non riusciva a dare risposte ragionevoli.
Il suo istinto le consigliava di sbarrare tutte le porte, perché quel rapporto era viziato da un peccato capitale: le loro visioni della vita erano distanti e viaggiavano su piani paralleli. Percepiva nettamente che non ci sarebbe stato scampo per i sentimenti, perché sarebbero stati travolti da incomprensioni e litigi. Non riusciva a dare un volto a queste sensazioni, ma l’intuito e la ragione parlavano così.
Però la parte istintiva e razionale della sua personalità era incrinata dall’irrazionalità che si chiamava “amore".
Però si domandava se era amore, innamoramento o un surrogato di entrambi quel sentimento che la spingeva a riannodare il filo interrotto qualche settimana fa. Anche questa era una bella domanda che rimaneva senza risposta, mentre la confusione regnava sovrana dentro di lei.
Silvia si adoperava con tutte le sue forze a dare delle risposte convincenti ai dubbi di Micaela, ma finiva per creare con nuove domande incertezze reiterate e rinvigorite da altri dubbi.
Lei aveva percepito un brivido quando la prima volta Matteo le aveva sfiorato la mano e proprio per questo motivo era stata spinta a chiedergli un nuovo incontro fornendogli il suo numero di telefono.
Aveva capito subito di aver commesso un errore, ma la parte razionale dell’Io era stata sovrastata dal quel senso di imprevedibile trasporto amoroso che la sensualità e il fascino di lui aveva trasmesso con tanta chiarezza.
Adesso più di prima percepiva che sarebbe stato un errore riannodare il filo del dialogo interrotto bruscamente in Piazza delle Erbe, ma non riusciva a trasformare questa premonizione in volontà ferma e decisa da usare come scudo protettivo.
Silvia più possibilista disse con voce calma: “Concedigli ancora una prova come farò anch’io con Gianni. Così non avrai dubbi se Matteo è veramente l’uomo della tua vita”.
Micaela a malincuore scuotendo la testa rispose che avrebbe seguito il suo consiglio, ma non subito, perché fra due settimane doveva sostenere il secondo esame programmato.
Le due amiche tenendosi per mano dopo avere pagato il conto si alzarono per riprendere la loro passeggiata.
(Capitolo 9)

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16 risposte a “Cosa fare?”

  1. mi è piaciuta molto la descrizione dello stato d’animo di Micaela, hai saputo davvero descrivere bene i suoi sentimenti e ragionamenti con un’attenta analisi psicologica.
    attendo con ansia il seguito, come al solito =)
    ciao

  2. Molto intensa questa puntata. Si entra davvero nella situazione psicologica delle due amiche, si sviscerano davvero gli stati d’animo. in una cornice ampezzana che descrivi alla grande:odore di euro. Bravissimo Orso.
    Eri molto carico quando hai scritto:si avverte sai?

  3. Jul, subito un grazie! Le tue parole mi fanno molto piacere.
    In effetti è stato un capitolo sofferto, perché non avevo la minima idea di cosa e come scrivere.
    Quindi l’ho cominciato, l’ho interrotto dopo poche righe e così per una decina di giorni, poi una sera mezzanotte mi sono sbloccato prendendo forma e sostanza. Così sono riuscito a finirlo.

  4. Caro Orso sei stato molto bravo a descrivere la caratteristica principale dell’animo femminile che è quello di sviscerare ogni pensiero, sezionarlo e cercare di capire sempre tutto, anche quando sarebbe meglio abbandonarsi all’istinto irrazionale…
    un bacione

  5. ho letto l’ultimo post ma poi sono dovuta tornare indietro per leggere dall’inizio!!! mi hai colpita sei molto bravo…complimenti!!!attendo con ansia il proseguio…
    ciao,
    Vicky

  6. Ciao!
    Sono tornata e ho scoperto questo tuo capitolo. Complimenti per il modo di narrare. Le parole scorrono piacevolmente. Che belle poi le metafore che usi! E la tua capacità di descrivere gli stati d’animo.
    Complimenti!

    Aurora

  7. Ciao, mi ha fatto tanto piacere aver ricevuto il tuo commento sul mio blog.
    Non avevo mai visto il tuo blog e devo dire che è davvero molto interessante 🙂
    A presto,
    Skipp

  8. Molto vivace questa lotta fra razionalità e sentimento!
    Un rapporto viziato da un peccato capitale forse potrebbe essere superato dall’amore, non dall’innamoramento… uno scudo protettivo, sicuramente più efficace, proteggerebbe troppo!
    Questo capitolo mi è piaciuto molto!
    Un abbraccio,
    Rosalba

  9. Grazie Rosalba, i tuoi commenti sono sempre pertinenti. In effetti ho cercato di riprodurre il dilemma spesso presente in noi tra sentimenti e ragione che vedono la realtà con focali diverse e spesso divergenti.
    E’ stato sofferto (è stato scritto con poche frasi per volta), ma l’ho ritoccato pochissimo, solo piccole limature.

  10. E’ bella questa amicizia fra Silvia e Micaela, il potersi confidare sulle questione di cuore per ricevere consigli e comprensione. Sono curiosa di sapere cosa accadrà con Matteo. E’ la prima volta che ti leggo però questo tuo racconto mi ha colpita positivamente!

  11. Sono un po’ in stallo in questo momento.
    Vado a scatti e il capilo dieci ne soffre.
    Diversi pensieri mi assillano e non trovo la serenità per completarlo.
    Grazie e spero di pubblicarlo presto.

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