Vista dall'oblò

Il Poeta rimase un po’ di tempo sottocoperta, anche dopo la partenza delle tre Muse. Aveva necessità di raccogliere le idee sparse tra la nave che andava seguendo il filo dei pensieri e l’etereo web, che virtualmente lo immaginava come un orso bianco di aspetto e candido di pelo.
Si domandava incerto e dubbioso se la sua vita virtuale doveva cessare con l’eutanasia del suo blog oppure no. L’eutanasia – letteralmente buona morte (dal greco ευθανασία, composta da ευ-, bene e θανατος, morte) – era la pratica che consisteva nel procurare la morte nel modo più indolore, rapido e incruento possibile a un essere umano ipotetico, che desiderava sparire dal web e dal mondo non reale del blog.
“Perché?” si domandava Lui “Perché devo rimanere blog? E se rimango, quale gioia ne trarrò?”
Domande e risposte, che evocavano altre domande, frullavano nella testa del Poeta, che per oltre un anno aveva allevato il proprio avatar, mentre lo guidava tra i meandri ora stretti ora larghi del mondo immaginario di Internet.
Era un bel rompicapo, perché lì aveva conosciuto altri fantasmi come lui desiderosi di parlare, di scrivere, di immaginare mondi e persone che prendono forme e sembianze fantasiose e reali.
Tutto questo accendeva la fantasia del Poeta mentre veniva stimolata la vena poetica per emulazione e raffronto con tanti altri.
Lui poteva lasciare libera la mente di vagare senza mete precise e di cullarsi nei suoi pensieri, ora che la severa Calliope se ne era andata.
Non si sentiva libero di esprimersi come avrebbe voluto, perché lo spirito della Musa aleggiava minaccioso sottocoperta. Si aggirò come animale in gabbia osservando lo spettacolo visto dall’oblò. Cosa vedeva di tanto interessante? Spruzzi di acqua salata simili a lacrime che copiose rigavano il viso, squarci di vita che avevano visto lui come protagonista, gli amori giovanili dei quali aveva scordato il viso.
Era un caleidoscopio di ricordi che si componevano colorati davanti agli occhi della mente, per poi sparire un istante dopo e ricomparire in altre forme.
Il poeta doveva mettere ordine ai pensieri che fluttuavano liberi per la stanza per essere pronto domani a riprendere il filo del discorso interrotto dalla pausa notturna. Quale argomento doveva trattare, quando le Muse si sarebbero presentate dalla scala che attraverso il boccaporto conduceva sottocoperta.
Doveva parlare del presente o del passato prossimo remoto? “Bella domanda!” si disse Lui pensando alla risposta che sicuramente gli avrebbero chiesto. “La risposta è incerta” proseguì Lui nel dialogo immaginario con Calliope, che reggeva sempre il libro che stava scrivendo.

Se vuoi ricevere gli aggiornamenti sottoscrivi il form.

0

8 risposte a “Vista dall'oblò”

  1. Potrà parlare del presente. Potrà farlo anche con il suo passato. Inventarsi la vita prima che la vita si diverta ad inventare nuovi blog. Perchè ucciderlo? Il poeta ha molto ancora da raccontare:la sua mente è colma di ricordi. Un caleidoscopio di colori, di memorie. Ogni blog nasconde una persona e ucciderla sarebbe una crudeltà tremenda per coloro che restano e non ti leggono più.

  2. buffo come in questo periodo io stia pensando spesso a questa sorta di vita parallela, a come vite, anime, storie, si intreccino…
    per quanto mi riguarda ho fatto cessare con l’eutanasia un mio blog e ora ne ho uno nuovo di zecca.
    a volte è necessario distruggere per rinascere e ricostruire. buona giornata.

  3. ciao Orso: descrivi molto bene le sensazioni di questo tuo periodo che credo, comprendiamo in molti! sentirsi fantasmi…sentire un vita parallela, questo è pericoloso, per questo il ritorno alla carta, per antologica! Perchè noi ci siamo, vivi, e tutto questo è un mezzo di comunicazione e tale deve restare, non dobbiamo legarci troppo alla nostra scatola virtuale!
    Il mio blog personale lo sto trattando un pò male, è un quaderno, disordinato come tutti i miei quaderni… e tale deve restare!
    buona domenica Orsetto!
    un sorriso,
    lu

  4. Jul, tutti noi abbiamo ancora molto da raccontare e difficilmente riusciremo a farlo nel corso della nostra vita terrena.
    Il blog, dopo un anno e mezzo e due blog vissuti, non sono ancora riuscito a capirlo nella sua interezza salvo un aspetto: è una vetrina virtuale in cui cerchiamo di specchiarci come tanti narcisi in riva allo stagno.

    Attimidaterno, si è buffo che tante persone si inventino una vita virtuale per dare corpo reale a quello che sente dentro di sé e non ha il coraggio di esprimere.

    Lu, siamo tutti tanti fantasmi che si aggirano inquieti in questa cittadella irreale ed immateriale alla ricerca di un corpo reale da impersonare, che difficilmente riusciamo a trovare. Crisi e riflessioni su ciò che siamo e che vorremo essere.

  5. Non sono daccordo sai…periodo ‘dialettico’ come dici tu!
    Non siamo fantasmi! e non lo dobbiamo diventare, a partire da qui!E’ un mezzo di comunicazione il blog!
    Se…lo ‘viviamo’ come un’altra vita credo sia un errore, non sostituisce la vita reale perchè non c’è ‘vita virtuale’ ma comunicazioni virtuali!
    Che ne dici?

  6. Forse, l’errore sta nell’avere troppe aspettative dal blog: addirittura il poeta si chiede quale gioia ne trarrà…
    Lo spirito della Musa non lo lascia libero di esprimersi come vuole. Il raffronto con altri stimola la sua fantasia e la sua vena poetica per emulazione: e non è già abbastanza questo?
    Cosa cerca il poeta? Quale gioia?
    Esprimersi liberamente?
    Non si sente ancora libero perché Calliope regge sempre il libro su cui lui scrive?
    Perché non prova a chiederle di accomodarsi da una parte, in modo che sia lui stesso a poggiare, dove più gli piaccia, il libro?
    Ehi, è deliziosa la vista da questo oblò! Però io guardo dentro l’imbarcazione…
    Rosalba

  7. Non sono in pieno accordo sul termine “narcisi”. Il blog è una vetrina, un mezzo. Senza il blog non avresti mai letto il mio libro per esempio. Ora sto finendo quello di Pietro Atzeni e posso assicurarti che c’è tanta gente che scrive bene e avrebbe tutto il merito di essere in libreria. La questione è fariginosa:l’editoria , la grande editoria è in mano dei potenti. Molti libri che portano la firma di persone famose, sono scritti da editing di grande valore:pagati nulla. Fosse solo per questo, continuerò a credere nella forza del messaggio virtuale. Buona domenica Poeta***

  8. Leggo con molto piacere i vostri commenti, che esprimono con molto acume le tante sfaccettature del blog.
    E vi ringrazio per la pazienza con cui avete letto le mie parole.
    Questo è l’aspetto del blog che preferisco: post belli o brutti che siano, ma che suscitano interesse e dialettica attraverso commenti intelligenti e critici.
    La critica motivata e costruttiva serve a migliorare e migliorarsi, a conoscere e conoscersi, a capire e capirsi.
    Di questo vi ringrazio perché mi offrite su un piatto d’argento argomentazioni per capire i miei punti deboli, dove sono nel giusto e dove sono nell’errato.

    Lu, non sei d’accordo sul termine “fantasma”, ma lo siamo perché il virtuale lo recepisce. Sta poi in noi ha cercare di ridiventare reali. Tutti ci riescono?

    Rosalba
    Si, spesso pretendiamo troppo dai blog rischiando di diventare prigionieri.
    Il Poeta cosa cerca? Non lo sa con certezza e cerca di scoprirlo giorno dopo giorno facendo un passo in avanti e due all’indietro.

    Jul
    Io a volte mi sento Narciso e mi specchio nel mio blog rischiando di annegarvi dentro.
    Certo senza il blog non avrei letto il tuo bellissimo racconto, non avrei potuto conoscere persone squisite ed intelligenti con cui misurare le mie forze. E’ stato questo che mi ha dato la spinta a restare così a lungo e che forse mi darà la forza di rimanere ancora.
    Concordo con te sulla diagnosi dello stato dell’editoria italiana (quella straniera non la conosco). Questo ha permesso a soggetti come Lulu.com, poi a Studenti.it e per ultimo Ilmiolibro.it di occupare degli spazi sempre più ampi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *