Andare a vivere in un romanzo inedito

Andare a vivere in un romanzo inedito aveva i suoi vantaggi. Tutte le noiose banalità quotidiane che sbrighiamo nella vita reale intralciano lo scorrere della narrazione e quindi sono in genere evitate. L’automobile non aveva bisogno di fare il pieno, al telefono non si sbagliava mai numero, c’era sempre acqua calda a sufficienza e c’erano solo due tipi di aspirapolvere quello verticale e quello che ci si trascina dietro. C’erano altre differenze più sottili. Per esempio, non ti dovevano mai ripetere una frase perché non l’avevi capita bene, non c’erano due persone con lo stesso nome, non si parlava mai contemporaneamente né si aveva il fastidio di avere una parola sulla punta della lingua. Soprattutto, sapevi sempre chi era il cattivo. Ma c’erano anche alcuni svantaggi. Una carenza di colazioni…”

Paolo stava leggendo queste poche frasi dal libro “Il pozzo delle trame perdute” di Jasper Fforde, è ricordò gli appunti, scritti alcuni prima quando aveva grandi velleità di scrittore. Però evidentemente l’ispirazione era mancata, poiché il racconto finiva con dei puntini di sospensione oppure era troppo scarso per aspirare a diventare come Calvino e la sua trilogia “I nostri antenati”.
“In effetti non era molto” disse ridendo mentre riponeva in una cartellina rossa quel pezzo di carta. In effetti assomigliava più ad un incipit che l’inizio di un racconto, ma in un qualche modo quelle poche righe scritte tanti anni fa e del tutto simili a quelle lette lo affascinavano.
“Mi piacerebbe vivere in un romanzo inedito, ” concluse soddisfatto “perché diventerei famoso. Tutti mi saluterebbero scappellandosi davanti a me”.
Chiuse gli occhi, mentre la fantasia lo prese con delicatezza per porlo in un romanzo inedito “Non passava giorno” di Marcolongo, talmente inedito che non aveva trovato neppure uno straccio di editore disponibile a pubblicarlo.
Il primo dubbio che gli venne in mente era del tipo “Ma i personaggi mi accetteranno o mi cacciano fuori a pedate?”, poi si domandò se la trama gli sarebbe piaciuta e via altri mille dubbi.
Forse sarebbe stato meglio ritornare nel mondo dei reali e studiare meglio la partenza per il mondo del romanzo inedito.
Così Paolo dolcemente atterrò nuovamente nella sua stanza, incerto se sentirsi felice del rientro o amareggiato per la mancata esperienza.
Mentre era alla ricerca del manoscritto in cui voleva andare a vivere, s’imbattè in un libro fresco di stampa “Vento Rosso” di Argenio.
“E se io andassi a vivere lì?” si domandò trepidante e smanioso di vivere questa nuova avventura.
Cominciò a leggerlo con avidità, dimenticando il progetto iniziale che lo voleva in altro romanzo, che però aveva il difetto di non averlo sfogliato.
Pensava che in poche ore sarebbe arrivato alla fine, ma si accorse che lo divorava molto più lentamente di quanto aveva pensato.
Era bello ed avvincente, ma richiedeva molta concentrazione per non perdere dialoghi e sensazioni, per comprendere la psicologia dei personaggi, per assaporare i passaggi e le emozioni.
Era un po’ stanco ed affamato, ma ora doveva concentrarsi su questo romanzo e la sua trama, perché doveva valutare la possibilità di andare a vivere lì.
Provò a pensare come avrebbe potuto soggiornare in quel contesto e sentì un lungo brivido lungo la schiena. Qualcosa gli sussurrava che forse non si sarebbe trovato bene tra fughe, vivere precario e stress da ansia, poche presenze femminili incerte.
“Si, il romanzo è bello, pieno di sentimenti ed emozioni, ma è troppo serio per me” rifletteva deponendo il libro sulla scrivania “e forse mi conviene ripiegare su qualcosa di meno drammatico. Andiamo alla ricerca del manoscritto ‘Non passava giorno’ e cominciamo a leggerlo”.
D’altra parte Vento Rosso non era più inedito e quindi non poteva soddisfare la condizione di un libro non ancora pubblicato.
Prima domanda che si pose era “dove poteva scovare un romanzo inedito, che non essendo pubblicato non si trovava in circolazione?”
“Bella stupidata ho fatto!” disse mentre rovistava su Internet con tutti i motori che conosceva alla ricerca di questo benedetto romanzo “Almeno avrei dovuto essere più cauto”.
Google alzò bandiera bianca dopo un paio di tentativi male assortiti, estraendo dal suo cilindro una caterva di Marcolongo, ma nessuno di costoro era quello buono o almeno a prima vista sembrava così.
Passò su Yahoo con risultati ancora più deludenti, perché sembrava la fotocopia conforme di Google. E così anche per gli altri motori di ricerca: tanti Marcolongo, ma nessuno era quello buono.
“Proviamo col titolo, tanto non credo che ce ne siano altri in circolazione” disse sosddisfatto mentre si apprestava al nuovo giro di ricerca.
E riprese ad esplorare il web, come un bravo investigatore. Mentre i motori ruggivano macinando le informazioni, Paolo si chiese dove aveva scoperto questo racconto tanto inedito quanto sconosciuto anche a Google, perché gli eravenuto il dubbio di avere preso una solenne cantonata.
Poi come per incanto sbucò fuori dalle pagine di Google che il racconto esisteva veramente e non era una finzione letteraria.
Si appoggiò allo schienale soddisfatto come un gatto che ha appena mangiato il classico topolino e pensò: “Bene, il racconto esiste ed è scaricabile da internet. Mi basta leggerlo e poi…” e la fantasia cominciò a volare lontano dentro il racconto inedito.
Aveva già dimenticato il proposito di leggerlo prima di andarci a vivere

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8 risposte a “Andare a vivere in un romanzo inedito”

  1. Ih,ih… Vento Rosso non è più inedito, meno male per Giuliana Argenio, così può decidere di non far pagare l’affitto a chi scelga di andare ad abitare nel suo romanzo…
    In Vento Rosso ci sono poche donne?
    Paolo può tasferirci Laura, Sofia e Agnese… e anche lo scoiattolo di “Non passava giorno”, magari nella casa in campagna di Emma c’è posto, sempre che lei sia d’accordo, naturalmente!
    Dimmi, orsetto, ma com’è che con te i motori di ricerca ruggiscono? Io riesco a trovare ciò che m’interessa dopo vari tentativi: con me Google e Yahoo miagolano come gattini…
    Un bacione, carissimo amico!
    Rosalba

  2. Sempre arguta e brillante, Rosalba. Come sai, Paolo ama circondarsi di donne e in Vento Rosso, a parte Emma, non c’è molta scelta.
    I tuoi motori di ricerca miagolano come gattini? Non so, forse azzardo, li tratti con troppa dolcezza, come è la tua natura!
    Un abbraccio
    Orso

  3. Leggo e sorrido. Non è cosa semplice scrivere un post come questo e credo tu abbia tutte le caratteristiche e gli strumenti per scrivere un romanzo inedito. Verresti davvero a vivere in Vento Rosso? Non è vero che c’è solo Emma in quel romanzo. C’è Virginia, giovane, piena di idee, un pò incazzata con la vita. C’è Fiamma, un pò tanto disturbata, ma pur sempre disponibile a qualunque richiesta erotica. E quand’anche queste due non ti attirassero granchè, Emma è pur sempre una donna che ama rischiare e forse sarebbe pronta ad accoglierti in Vneto Rosso, proponendoti nuove avventure. Magari tralasciando gli aspetti politici e curando di più l’aspetto sentimentale:niente fughe, niente Digos. Potresti portarti tutte le donne che vuoi, lasciandomi libera di conoscerle. Marcolongo è tutto da scoprire. Quindi…ti annuncio un dettaglio. Tra poco meno di due mesi mi trasferirò in Emilia. Stessa situazione:campagna, silenzio, un fiume che scorre piuttosto che un lago fermo ed immobile. Vieni con me?

  4. Jul, ironia e sorriso sulle labbra: ecco il tuo commento!
    Percependo che il prossimo inedito sarà ambientato in Emilia, vicino al grande fiume, potrei, con la fantasia, andare a vivere lì. Sarebbe un trasloco lieve.
    Ti auguro che sia altrettanto accattivante e di successo come Vento Rosso.

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