Il mio lamento si disperde
nella nebbia grigia ed informe,
che si estende in un crescendo
infinito di suoni,
triste presagio ..
di che cosa?
Non so.
Tutto è coperto,
tutto sembra ovatta.
Suoni, persone
si confondono,
come nell’anonimato di un popolo senza nome.
Ogni cosa si muove a passo di danza
sul vellutato tappeto del prato,
coperto di nebbia.
Ogni essere si agita
in un alternarsi di “chiari” e di “scuri”.
La terra fuma
nella silenziosa notte d’autunno
ed innalza i propri altari
a qualche misteriosa divinità.
Un rauco grido
viene smorzato dalla fredda nebbia autunnale,
che silenziosa ricopre
quest’avara terra,
mentre mille altri suoni misteriosi
vengono a popolare la mente.
Sono voci umane?
Da dove provengono?
Perché si sperdono?
Nessuno lo saprà mai.
Ci sono tante vite sulla Terra, con le loro voci e i loro suoni che si confondono: ognuno di noi ne è solo una piccola parte ed è un fortuna poter stare distesi su un prato, in una giornata di nebbia, ad ascoltare; è importante percepire anche un singolo suono, anche questo è vita.
Un affettuoso saluto,
Rosalba
6 trpp ingamba… mi piace molto quella del post prima!!!
Sai già cosa ne penso!!! Sono molto belle e profonde queste poesie della tua giovinezza, come dici tu… Un abbraccione!!!
Sara
ecco… oggi sento la mia testa così, come tu hai narrato…