Haiku poetico

Sole rosso by pexels-pixabay

Questo lunedì Eletta Senso propone un haiku poetico tratto da una delle cinque proposte.

Ho scelto questa di Alda Merini

Perché t’amo e mi sfuggi,
pesce rosso di vita
umido dentro l’erba
palpitante nel sole?
Perché non ho parola
dura come la pietra
che ti ferisca a morte?
Così ti fermerei,
e potrei disegnarti
un arabesco sul cuore.

Alda Merini

ecco il mio haiku

Amor sfuggente

palpita. Sole rosso

disegnato qui.

by pexels-pixabay

Tratto da Emily Dickinson

Giardino caldo

appaga serenamente

spirito umano.

 

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acrostico per maggio

Gertrude Jekill – rose inglesi rampicanti

Eletta Senso propone un acrostico in onore di maggio.

Mente

acuta

girovaga

gentile

intorno a un

orizzonte,

ordunque

insieme al

gioco,

grida:

arriva

Maggio!

Luisa ha proposto un tautogramma in M

Meraviglia di maggio! Mantieni mondi migliori ma mancano le menti metodiche e meticolose. Magari il mese mostra metodi modesti ma maneggiamo microscopiche monete.

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La sorpresa

Su Caffè Letterario è stato da poco pubblicato un nuovo post che potete leggere anche qui. La prima parte la trovate qui

Di quella immagine ho un ricordo scolorito che il tempo va sbiadendo un giorno dopo l’altro.

È stato un inverno nevoso come non si vedeva da molto tempo. Ai margini delle strade cumuli di neve ghiacciata e nera sono rimasti a lungo, perché è stato piuttosto rigido come temperature.

Da quel giorno di dicembre non ho avuto più occasione di prendere un treno. Quindi ho dimenticato quasi del tutto quella figura in rosso immobile sotto una forte nevicata. Sono stato confinato nel mio angolo, una stretta stanza con una finestra che guarda il Talvera e la passeggiata che sta sulla sua riva. Se non fosse per la vista, ci sarebbe da impazzire. Il capo è sempre più minaccioso con me. Non perde occasione per minacciare punizioni o richiami ufficiali da parte dell’azienda. Tutto questo mi scivola via ma l’amaro in bocca resta.

Di quella donna in rosso ricoperta di neve e seduta su un baule di cuoio rossiccio ho perso il ricordo. Il volto non mi rammenta nessuna persona di mia conoscenza. Forse era una straniera di passaggio oppure ha preso il treno successivo. Chissà.

Tra una settimana è Pasqua e mi concederò una vacanza a Monaco di Baviera. Ho necessità di ricaricare le pile dopo mesi di stress. Ho dovuto ingoiare troppi rospi in ufficio, perché il mio capo, tedesco dalla cima dei capelli alla punta delle unghie dei piedi, non mi perdona di non essere nato in provincia di Bolzano. “Sono foresto perché vengo dall’Emilia e rubo l’impiego a uno di lingua tedesca visto che mi sento italiano per essendo bilingue” rifletto con amarezza ma l’incarico l’ho vinto alla grande con un concorso pubblico. Tuttavia questo non basta per quella bestia del mio superiore.

Il mio treno parte alle due del pomeriggio, quindi trovo il tempo per preparare con calma il mio trolley minuscolo. Mi piace viaggiare leggero con un bagaglio ridotto ai minimi termini. Il mio bilocale non dista molto dalla stazione. Appena dieci minuti a passo svelto.

Risalgo dal sottopasso per raggiungere il binario e ho un colpo che mi fa accelerare i battiti del cuore.

La donna in rosso è lì fuori dalla pensilina seduta sul baule di cuoio. Rigida e immobile come se aspettasse anche lei il mio treno. Il cappotto e il berretto rosso sono sostituiti da uno spolverino rosso e un cappello con dei fiori colorati che adornano la fascia.

Rimango a bocca aperta mentre l’altoparlante annuncia l’intercity per Monaco. Non posso crederci di ritrovarla nella medesima posizione. Quasi rischio di rimanere a terra come lei per la sorpresa. Attonito e incapace di pensare a qualcosa salgo di fretta sulla carrozza che ho prenotato mentre il capostazione dà il via libera alla partenza.

 

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Ulula alla luna

Luna – foto personale

Oggi per il gioco linguistico Eletta Senso propone di scrivere una storiella dove le parole cominciano con u oppure la contengono.

Ecco la mia striminzita storiella.

L’ultimo ussaro intuisce che muore ma urla a Ulderico. «Inutile umano! Grullo!» Distrutta l’urna con cupo ululato, come ubriaco fulmina il lupo che vuole uccellare.

Inseguito e ucciso guarda la luna con acquoso sguardo.

Un uccello raggiunge l’ufficio dell’ufficiale nell’ubertosa radura che è ubicata nel quartiere del Niguardo.

L’upupa suona con un cupo hup-hup-hup durante la riproduzione.

Per Luisa ho composto questo.

Ubbidisce e segue l’uditore come un uccello insegue il suo nutrimento.

Quando l’ubriaco raggiunge il suo pulpito, adula la luna come un lupo ulula all’universo.

Mugugna il suo malumore come il mugnaio tritura il frumento.

Risuona il cupo hup hup hup della upupa per reclutare una conquista.

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Acrostico pasquale

Gallina con le uova benedette – foto personale

Per il gioco linguistico Eletta Senso ha proposto un acrostico pasquale.

Suonano

armoniose,

nuvole

trasportano

amore.

Preghiamo

assorti,

sereni

quando ci

uniamo

agli altri.

by Pexels

per Luisa ho preparato questo acrostico pasquale.

Sollevano

alte

note

tra

ardore e

Passione,

affanni

soavi

quando

udiamo

amore

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Haiku in onore della luna

Luna – foto personale

Per il gioco linguistico del lunedì Eletta Senso propone un haiku in onore della luna.

Ecco il mio.

Nel cielo nero

sorge dall’orizzonte

una luna rossa.

I primi iris fioriti – foto personale

Per Luisa ho creato questo haiku

Tra stelle bianche

compare la sorpresa:

un disco bluetto.

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Un colpo di scena

foto personale

Il piacere di raccontare aveva proposto questa mini sfida. Con un massimo di 2000 battute si doveva creare un mini racconto con un finale inaspettato. Io non avevo partecipato ma oggi provato a scrivere qualcosa.

Sara era immersa nella lettura di un libro. Era un thriller che l’appassionava molto da farle dimenticare di essere seduta sulla panchina del parco Millefiori.

Nel prato prospiciente i bambini giocavano a pallone schiamazzando, ridendo e urlando la loro esuberanza. Però lei era immersa nella sua bolla e non sentiva alcun rumore.

Sfogliava con lentezza le pagine assaporando l’intrigo della trama. Un assassino si stava avvicinando alla sua preda che ignara guardava la TV. «Dai girati! Alzati e fuggi» suggeriva Sara con tono tremante perché la ragazza le piaceva e non avrebbe sopportato la sua uccisione. L’uomo in silenzio era ormai alle spalle della sua eroina e lei fremeva d’impazienza perché la giovane donna continuava a guardare la TV ignara del pericolo mortale alle sue spalle. L’assassino teneva con le due mani un laccio teso e micidiale. Lo alzò passandolo sopra il capo e poi con mossa fulminea lo avvolse attorno al collo bianco della ragazza.

Il libro le cadde in grembo e Sara cercò di togliersi quel cappio dalla sua gola.

 

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Scriviamo un incipit

Luz ha proposto di scrivere un pezzo ispirato a questa immagine.

Ecco il mio, molto breve.

Era lì. Sembrava morto. Mi sono avvicinato per osservarlo. No, non è morto ma sta semplicemente dormendo sulla sabbia. In punta di piedi me sono andato per non svegliarlo. Il vento sussurra e il mare mormora.

Che pace.

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Tautogramma vocalico in a

copertina di carta
Un giallo Puzzone

Per il gioco del lunedì Eletta Senso propone un tautogramma vocalico in a.

Ada amava all’alba andare ad abbindolare l’abate (che) abbacchiato abbandonava l’abbazia.

L’abete (si) alza altero, abbarbicato (sulla) altura.

Abbronzato Alberto alza (in) alto (un) anemone algido (come) un alloro (che) annuncia un’affermazione autorevole.

L’arconte arringa gli ateniesi ad aprire l’anima (con) ardimento.

Per Luisa ho prodotto questo.

Avanziamo avanti ad aumento (dell’)aliquota (di) anziani autorevoli. Amici, anteponiamo l’amore (dell’)arte all’attesa (del) ardore. Aprite all’azzardo del apostolo che con amorevole ardimento attende l’accidente (che) lo aspetta.

L’appuntamento arriva (non) aspettato, appunto.

L’antico armigero abbina l’arma (con) l’armatura.

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Un femminicidio mancato

Per il laboratorio di scrittura ho prodotto questo.

Sara ricorda perfettamente quel giorno di aprile di un anno prima. Seduta sulla poltrona di creton rossa osserva la magnolia del suo giardino completamente fiorita senza una foglia lucida. Però la mente ritorna sempre a quella mattina quando ha incontrato Riccardo. “Ho perso la testa” riflette con amarezza. “Sì, non dovevo cedere”.

Riccardo era il suo ex. Si erano lasciati non in armonia per usare un eufemismo. Però lui voleva ricucire mentre io tenevo il punto.

Rammenta con chiarezza il motivo: aveva tradito la sua fiducia lasciandosi coinvolgere in una tresca amorosa con la sua segretaria. Erano volate parole grosse che aveva incattivito il diverbio. Quella che ha fatto traboccare il vaso è stata la violenza che lui ha usato contro di lei.

Aveva dovuto ricorrere al pronto soccorso per tamponare il sangue e sistemare il naso.

Aveva sporto denuncia ma poi ci aveva ripensato e l’aveva ritirata. Però aveva ritirato dalla casa tutto quello che le apparteneva trasferendosi in un nuovo appartamento. Non c’era stato la necessità di chiedere il divorzio perché convivevano. Per alcuni mesi aveva vissuto nel terrore che comparisse all’improvviso e le facesse del male. Pian piano aveva capito che era finito tutto senza troppe tragedie come si leggeva sui quotidiani e si ascoltava in TV. Si era messo il cuore in pace ed era tornata a coltivare la speranza di trovare un compagno meno brutale di Riccardo.

Inconsciamente era passata davanti al portone della vecchia casa. Più per curiosità che altro. Si era aperto ed era comparso lui più bello che mai. Non ha saputo resistere e l’ha abbracciato. In un amen si sono ritrovati a togliersi gli indumenti con frenesia e finire nel grande lettone.

Al termina di una maratona passionale Riccardo l’ha cominciata a insultarla. «Sei una puttana!» e giù botte come se fosse grandine.

Sarebbe finita male se non fosse arrivata provvidenziale la nuova compagna.

«È vero! Mai tornare sul luogo del delitto» afferma Sara col senno del poi.

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