Su Caffè Letterario è stata da poco pubblicata la nuova puntata di Konnie. Con l’occasione auguro a tutti voi un sereno 2025.
Buona lettura.
11 settembre 2144 – Città del Sole
Il tempo incerto rallenta la marcia dei due ragazzi che devono fare continue soste per ripararsi dai temporali.
I segnaposti lasciati quattro settimane prima sono stati utili per non perdersi durante la salita alla Città del Sole.
Fa buio presto nel bosco specialmente se il cielo è nuvoloso. Sanno che mancherebbe una manciata di ore di cammino per arrivare all’ingresso ma preferiscono fare una sosta. Un giorno in più non fa differenza.
Si sistemano al riparo di gruppo di rocce che li protegge dal vento e dalla pioggia. Hanno le ultime provviste. La mattina successiva non ci sarà nulla per colazione. Cucciolo non ha problemi. È diventato un abile cacciatore e trova sempre una preda con cui sfamarsi.
«Se i saggi non lo accettano, non corre il rischio di morire di fame. È autosufficiente e avverte di essere nel suo ambiente naturale per come di muove e agisce» espone con voce calma Matteo.
«Mi dispiace lasciarlo libero. Mi sono affezionata. Sento che mi mancherà. La sua presenza mi ha dato fiducia e sicurezza in queste settimane».
Il ragazzo annuisce ma conosce bene le regole. Sono ammessi solo animali utili alla comunità. Quindi non crede che avranno il permesso di portarlo dentro. Inoltre c’è un altro aspetto non meno importante: ha vissuto in un ambiente contaminato e si è nutrito di prede esposte alla radioattività.
Comunque un tentativo lo farà. Non gli piace lasciare nulla al caso.
La giornata è limpida e soleggiata ma la temperatura è bassa. Le piogge ha fatto crescere nel bosco molti funghi, che loro lasciano nel loro habitat evitando di calpestarli.
A mezzogiorno vedono il lucido acciaio dell’ingresso della Città del Sole. Finora non sono riusciti a mettersi in contatto per annunciare il loro arrivo. Però questa volta riescono a comunicare con grande gioia.
«Siamo Alba e Matteo» si presenta il ragazzo al loro pronto. «Siamo davanti all’ingresso. Abbiamo con noi un ospite. Un cucciolo di lupo che ci ha accompagnati in queste quattro settimane. Possiamo portarlo dentro?»
Il ricevitore ammutolisce.
«Sono Alba» grida con tono quasi isterico nel trasmettitore. «Mentre voi ci fate tutti i ragionamenti del caso, noi ci accampiamo qui fuori in attesa di una risposta. Però abbiamo necessità di provviste. Le nostre si sono esaurite».
Matteo annuisce e le stringe la mano, perché è d’accordo su tutta la linea. “Ha temperamento la ragazza. Se fossero stati presenti, li avrebbe azzannati!”
Dal ricevitore escono alcuni gorgogli come se qualcuno si fosse strozzato con un boccone di traverso.
«Sono Matteo. Avete compreso bene quello che ha detto la mia compagna? Ci servono viveri e noi restiamo qui fuori in attesa che il Consiglio dei Saggi decida cosa fare col lupetto» scandisce con cura le parole senza alzare il tono di un’ottava. «Siamo rimasti in giro per quattro settimane e non temiamo di restarci ancora per molti giorni. Qui all’esterno è un altro mondo. Adrenalico e stupendo. Ci servono viveri per almeno una settimana se non vi sbrigate prima a darci una risposta».
Alba lo abbraccia e lo bacerebbe senza la barriera del casco.
Un gracchiare confuso esce dal ricevitore prima che una voce non li informi che preparano uno zaino di vivere e poi lo mettono nella stanza di compensazione.
Cucciolo durante tutta la conversazione ha ascoltato i due ragazzi seduto composto sulle zampe posteriori. L’occhio appare triste, come se avesse capito che presto lo avrebbero abbandonato. Non li ha mai sentiti parlare con quel tono concitato, quasi stridulo, durante quelle quattro settimane. Avverte affetto da parte di entrambi. Hanno condiviso i pasti. Insomma quei due umani sono entrati nel suo cuore.
I due ragazzi adocchiano di fianco all’ingresso un anfratto abbastanza capiente per ospitarli. Il fondo è umido ma non fangoso. L’esterno è in parte coperto da un morbido strato di muschio e colonizzato dalla semprevivo maggiore. Fissano la tenda alle pareti e coprono l’imboccatura con un telo mobile per impedire alla pioggia di entrare in caso di vento forte.
Finito di sistemarsi, recuperano i viveri.